di Monia Orazi
Sta per partire la ristrutturazione del palazzo arcivescovile di Camerino, oggi l’impresa ha iniziato a montare la gru, il prossimo 15 marzo inizieranno i lavori di ristrutturazione del secolare edificio che domina il lato nord di piazza Cavour.
Quel giorno sarà terminato il montaggio della gigantesca gru che servirà all’impresa per sollevare i carichi necessari alle lavorazioni del cantiere. Il cantiere del palazzo arcivescovile è il più grande della Regione Marche, il secondo più grande del cratere, i lavori prevedono un importo di 22 milioni di euro, ci saranno diecimila metri quadrati di superficie da sistemare. Il palazzo ospiterà di nuovo il museo diocesano con le collezioni medievali e quattrocentesche, spazi ed uffici della curia. L’intervento prevede il consolidamento della struttura, che è parte integrante di piazza Cavour a Camerino ed è soggetta a vincolo di bene culturale. Si attuerà un intervento di miglioramento sismico della muratura di oltre il 60 per cento rispetto a quello esistente, intervenendo anche sulla canonica. Saranno effettuati sia interventi tradizionali, che di posa in opera di reti che si usano per i muri a sacco, previsto il rifacimento degli impianti, delle finiture e del tetto. A seguire per la curia gli interventi di ricostruzione è l’ingegnere Carlo Morosi.
Nel frattempo procedono speditamente i lavori di ristrutturazione del collegio Bongiovanni che entro fine anno dovrebbe essere consegnato, pronto per l’uso, per ospitare studenti universitari. Spiega l’arcivescovo Francesco Massara: «Per il collegio Bongiovanni la fine dei lavori è prevista entro dicembre di quest’anno, problema dei materiali permettendo. La crescita dei prezzi rende difficoltoso reperirli e questo potrebbe avere ripercussioni sui lavori. Per fine anno dovrebbero essere realizzati anche il centro pastorale e la casa del clero nell’ex seminario, dove ci saranno spazi destinati ad oratorio per i ragazzi della città di Camerino». Monsignor Massara si è attivato da tempo per denunciare le criticità della ricostruzione, già l’anno scorso aveva denunciato il rischio di non riuscire a smaltire le macerie delle demolizioni: «Riguardo alle macerie non è cambiato quasi nulla, ho proposto una possibile soluzione ma la situazione è tuttora molto seria, il rincaro dei costi delle materie prime e dell’energia pesa inevitabilmente sull’andamento dei cantieri della ricostruzione così come la mancanza di manodopera».
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