Esposto al Corecom, Ciarapica replica:
«Profilo Facebook è per uso privato,
al Pd manca cultura democratica»

ELEZIONI CIVITANOVA - Il sindaco uscente e candidato del centrodestra: «Accuse infondate, la Paglialunga perde tempo con sterili polemiche legate ad un uso del social personale»

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Fabrizio Ciarapica, candidato per il bis con la coalizione di centrodestra

In merito alla segnalazione al Corecom della candidata del centrosinistra Mirella Paglialunga (leggi l’articolo), il sindaco uscente Fabrizio Ciarapica (candidato del centrodestra), replica quanto segue:

«Ho appreso dalla stampa che alcuni esponenti della sinistra civitanovese avrebbero segnalato un ipoteticouso improprio del mio personale profilo fb, divenuto addirittura nel pensiero dei predetti organo di comunicazione istituzionale.

Invece di concentrarsi sulle proposte concrete che riguardano il futuro della città, la candidata Paglialunga perde tempo con sterili polemiche legate ad un uso del social privato.
A poche ore dal voto, il Pd e altre liste di sinistra combattono compatti, come raramente si è visto negli ultimi anni, per imbavagliare il sindaco che comunica i provvedimenti messi in campo dall’Amministrazione comunale negli ultimi giorni di mandato.

Il sottoscritto sta legittimamente portando a termine gli iter amministrativi di tanti progetti avviati in questo quinquennio e ritiene giusto darne conto ai cittadini.

L’esposto presentato al Corecom Marche è palesemente infondato in quanto l’attività denunciata è stata, come riportato dagli stessi firmatari, espletata attraverso un profilo privato di Facebook e quindi al di fuori della previsione normativa di cui all’art. 9, comma 1, della L. 28/2000.

Ai sensi della vigente normativa in materia, e per giurisprudenza costante, il profilo Facebook di un soggetto privato (a prescindere dal lavoro che questi possa svolgere) è uno spazio virtuale che attiene alla sfera privata del soggetto che ne è titolare.

L’aspetto più inquietante è la conseguenza logica a cui tale ragionamento aberrante ci condurrebbe: la violazione della par condicio dei candidati a chiaro ed evidente svantaggio del sindaco.

Se le strampalate considerazioni poste a fondamento dell’esposto fossero vere, al sindaco verrebbe infatti vietata ogni attività elettorale imbavagliato da una norma che invece tale fondamentale libertà intende tutelare. Non è tanto la carenza di cultura giuridica che preoccupa, è la totale mancanza di cultura democratica che spaventa».

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