I SEI CANDIDATI SINDACI – Mirella Paglialunga, Fabrizio Ciarapica, Silvia Squadroni, Vinicio Morgoni, Paolo Maria Squadroni, Alessandra Contigiani
di Giulia Sancricca (foto Federico De Marco)
Più che un classico dibattito, una sorta di show con oltre 300 presenti. Ogni candidato ha avuto l’opportunità di farsi conoscere un po’ a tutto tondo, di rendere protagonista qualcuno della sua coalizione, di esporre le proprie le idee e di “battagliare” con i propri competitor, vestendo anche per qualche minuto i panni del “giornalista”.
E’ stato tutto questo il confronto fra i sei candidati sindaci organizzato da Cronache Maceratesi allo Shada di Civitanova e moderato dal direttore Matteo Zallocco e dai giornalisti Giovanni De Franceschi e Franco De Marco. Dopo l’antipasto di ieri con la pubblicazione delle prime due domande e relative risposte (leggi l’articolo), oggi riportiamo l’intero confronto, seguirà poi un video con i momenti salienti.
Mirella Paglialunga, Fabrizio Ciarapica, Silvia Squadroni, Vinicio Morgoni, Paolo Squadroni e Alessandra Contigiani: questo l’ordine uscito dalla prima sorpresa della serata, l’estrazione per la scelta del posto in cui ogni candidato si sarebbe seduto. Un’estrazione propedeutica alla seconda sorpresa: quella in cui ogni candidato è stato invitato a fare una domanda al competitor seduto alla propria destra. E qui non sono mancate alcune frecciatine. I sei si sono poi affrontati su vari temi importanti per la città: opere pubbliche e urbanistica, area Ceccotti, viabilità e parcheggi, movida e turismo, cultura, il problema della droga, l’eventuale ballottaggio.
Ognuno poi è stato chiamato a rispondere a una domanda specifica su un argomento particolare, poi la chiusura con l’ultima sorpresa finale: i candidati hanno dovuto scegliere un componente o una componente della propria coalizione dal pubblico per far fare a loro un appello al voto. Tra risate, applausi e qualche momento di commozione finale, i toni del dibattito sono mai andati sopra le righe. In un’ora e mezza circa i sei candidati hanno risposto a tutte le domande rispettando tempi concessi e avversari. Non sono volate parole grosse anche se a tratti ovviamente il confronto si è infuocato. Molto partecipe ed entusiasta il pubblico presente. Un dato politico è emerso lampante: nonostante le scontate dichiarazioni di facciata nessuno, a parte Alessandra Contigiani, ha escluso categoricamente un eventuale apparentamento in vista di un ballottaggio che sembra quasi certo. Al lettore il giudizio finale su chi abbia “vinto” il confronto.
Silvia Squadroni
La prima sorpresa: faccia una domanda al candidato alla sua destra.
Silvia Squadroni a Ciarapica: «Può dare garanzia del fatto che, nel caso in cui l’anno prossimo venga eletto in Parlamento un rappresentante di Forza Italia in Regione e lei dovesse prendere quel posto, non accetterà l’incarico e resterà sindaco?»
Risposta: «La candidata è già arrivata a delle conclusioni sostenendo che sarà candidato Gianluca Pasqui e io sarei quello che dovrebbe sostituirlo. Oggi non è questo il punto, l’impegno che mi prendo con la città per i prossimi cinque anni, senza “se” e senza “ma” è di governare la città. Nessuna possibilità che io possa fare scelte diverse rispetto a questo impegno che oggi sto prendendo con tutti i civitanovesi».
Fabrizio Ciarapica
Ciarapica a Paglialunga: «Qual è il suo progetto di città e che visione ha di Civitanova, soprattutto per la crescita e lo sviluppo?»
Risposta: «Io vorrei riportare al centro della mia amministrazione le persone, punteremo a rendere i quartieri al centro dell’interesse comunale visto che oggi sono trascurati. Si parla di toppe che stanno mettendo sulle strade in vista delle elezioni: un esempio su tutti è la strada che porta all’eliporto, ai parcheggi dell’ospedale, è una strada che non ha luce ed è pericolosa perché ancora vicinale. Come questo esempio ce ne sono altri. Servono manutenzione alla città, servizi alla persona: i quartieri che devono tornare al centro dell’amministrazione, non solo prima delle elezioni».
Mirella Paglialunga
Paglialunga a Contigiani: «Come riesce a coniugare le intenzioni no vax con l’amministrazione cittadina?»
Risposta: «Non si tratta di no vax ma di free vax. Noi siamo per la libertà di scelta che il suo partito ha calpestato. Promuoveremo una indagine per verificare in modo indipendente l’efficacia dei vaccini sul territorio comunale».
Contigiani a Paolo Squadroni.: «Promuoverete un osservatorio con delegati interni che mettano in contatto i pazienti con i parenti a casa? Cosa farete per i pazienti ospedalizzati e nelle rsa?»
Risposta: «Se possibile cercheremo di riaprire le strutture alle visite perché in questi due anni hanno significato la lontananza dei malati dai propri familiari e abbiamo visto conseguenze deleterie sulle persone. Noi sanitari abbiamo dovuto fare un lavoro non indifferente per creare il gap che la normativa ha creato allontanando i familiari dai pazienti. Agiremo per reintrodurre i familiari nelle strutture».
Paolo Squadroni
Paolo Squadroni a Morgoni: «Quale sarà la prima cosa che farete se sarete eletti?»
Risposta: «Mettere in sicurezza il porto nei limiti del possibile con l’attuazione del piano regolatore che è anche lo strumento che consentirà di difendere meglio gli interessi di chi ci lavora. Se il piano non prevede e non prevedrà la costruzione di immobili, gli immobili non si potranno fare. Valutare se si potrà fare una diga foranea. Poi attenzione agli anziani che vanno tutelati con l’assistenza domiciliare. Il nostro obiettivo è di copiare il Veneto. Le nostre priorità: famiglia, lavoro e sicurezza».
Morgoni a Silvia Squadroni.: «La prima cosa che farà da sindaco, soprattutto per quanto riguarda la tutela delle donne».
Risposta: «La tutela della donna passa tramite l’investimento su tante situazioni. Non in tutti i quartieri ci sono gli asili nido e un trasporto pubblico che consenta a tutte le donne di raggiungere il posto di lavoro e rientrare a casa in tempo. Attenzione all’assistenza domiciliare per gli anziani che sono a casa perché è necessario che la donna possa avere un proprio ruolo nel mondo del lavoro. È giusto avere tutti gli strumenti che passano tramite gli aiuti».
Vinicio Morgoni
Quale sarà la prima opera pubblica che intende avviare, con quale progettazioni e quali risorse? Il problema viabilità e traffico è uno dei più sentiti dai cittadini, come risolvere concretatemene? Da cittadino il traffico e i parcheggi sono il problema dei problemi. Quarant’anni fa si parlava dell’area Ceccotti che doveva diventare un parcheggio per alleggerire il centro.
Morgoni: «Sicurezza del porto con diga foranea. Sul finanziamento abbiamo fatto un convegno parlando di come si possono utilizzare i cassoni revok per creare una barriera e proprio per questo motivo i fondi potrebbero arrivare dal Pnrr. Per la viabilità abbiamo proposto parcheggi nella zona stadio, nell’area Ceccotti, rivedendo il piano di sviluppo e pensiamo si possa utilizzare il capannone in via Civitanova. Senza escludere la possibilità di fermare il traffico nella zona industriale e avvicinarsi alla città con navette ecologiche».
Paolo Squadroni: «Riqualificazione di alcune zone del centro dove ci sono tanti edifici dismessi che sono diventati un tetto per i clandestini. È una zona da riqualificare perché interessante sia dal punto di vista dei parcheggi che per le attività commerciali. Vorremmo liberare il centro dal traffico, favorendo bici e navette. Questo potrebbe essere un volano per il turismo e per la città. È anche importante consentire allo stesso tempo la comunicazione tra il centro e le periferie con questo trasporto alternativo».
Alessandra Contigiani
Contigiani: «Noi tenderemo a richiedere il meno possibile i fondi europei. Sono quelli che ci stanno vincolando al punto tale da privatizzare le nostre spiagge. Richiedere finanziamenti per le maxi opere pubbliche costa sangue alle tasche e al benessere dei cittadini. In virtù di questo, della speculazione finanziaria, andremo a fare opere mirate per valorizzare quello che di bello c’è già. La manutenzione delle strade che, attraverso la fibra e gli scavi, sono disastrose. Iniziamo a migliorare quello che c’è già, escludendo i soggetti privati dalle opere della nostra città».
Paglialunga: «La nostra è una visione sistemica con due grandi opere che colloquiano tra loro. È la visione della città che vogliamo cambiare: la tramvia di Civitanova alta e il varco sul mare. Sono due luoghi abbandonati e usati in modo improprio e rischioso per l’utenza. Vorremmo che il borgo antico di Civitanova diventi una risorsa per l’economica cittadina; il varco sul mare invece per l’aggregazione dei giovani e dei talenti artistici. Ma quando parlo della tramvia non mi riferisco all’edificio così come oggi viene considerato, bensì all’area che lo circonda perché deve diventare il biglietto da visita per il borgo alto, una risorsa che comunica con la città e il porto».
Ciarapica: «Viabilità e parcheggi: n tema che cinque anni fa non era sentito perché la città non era cresciuta così. Abbiamo già realizzato un parcheggio di 120 posti in area portuale. Stiamo andando avanti in maniera spedita con la rotatoria al termine della superstrada. L’area Ceccotti è arrivata a conclusione e sarà il primo atto che porteremo in consiglio comunale. Vi sono previsti i parcheggi e soprattutto una zona scambio per autobus e altri mezzi. Abbiamo poi la riqualificazione del varco, considerato il cuore della città, il salotto buono: abbiamo affidato la riqualificazione due anni fa al Politecnico delle Marche. In quel luogo vi sarà posta l’attenzione su aree verdi e fitness e un grande anfiteatro che potrà essere utilizzato per eventi e cultura».
Silvia Squadroni: «Noi teniamo a riqualificare ogni quartiere, anche Civitanova Alta. Ogni luogo ha necessità di avere manutenzioni e strade che possano definirsi tali. Via Vasco de Gama è un problema che dura da vent’anni. A Civitanova Alta le mura non hanno nemmeno un marciapiede che consenta alle persone di fare una passeggiata. A Santa Maria Apparente non c’è ancora una bretella. San Marone vive ancora tra la statale e la provinciale come negli anni ’50. Vorremmo dare sede alle associazioni di volontariato, a quelle culturali e a chi opera a Civitanova. Siamo poi contrari ai 13mila metri quadrati di commerciale previsti nel progetto Ceccotti».
Il pubblico presente allo Shada
Turismo e movida: da una parte Civitanova è diventata una delle capitali del divertimento delle Marche, dall’altra sconta ancora un turismo mordi e fuggi, tanto che nel 2021 si è piazzata quarta quanto a presenze in provincia. È necessario cambiare qualcosa? Se sì cosa?
Paolo Squadroni: «Per parlare di turismo occorre pensare a infrastrutture e ricettività; a parcheggi e viabilità alternativa, e anche alla accessibilità per i disabili. Significa offrire una città civile per chi ha disagi. Se il turismo è mordi e fuggi è perché mancano strutture alberghiere, soprattutto a Civitanova alta. Occorre creare ricettività in punti strategici della città e occorre anche promuovere il progetto del lato diportistico. Una città aperta sul mare e verso l’entroterra deve anche comunicare con le realtà circostanti, creare anche una rete con il proprio territorio per promuovere le proprie risorse ed offerte».
Contigiani: «Serve una città che rimanga aperta. Se ogni autunno c’è una disposizione nuova che prevede prima la chiusura di tutti i locali, poi solo di alcuni e se si discrimina sulla base dei vaccini non si può parlare di turismo. Prima di parlare di rilancio turistico è necessario che chi è a capo delle istituzioni si batta affinché i locali rimangano aperti a tutti. Siamo gli unici che si sono battuti in piazza perché i locali restassero aperti a tutti. Noi in consiglio ci batteremo perchè voi rimaniate aperti, non occasionalmente, ma per sempre. Saremo inclusivi non solo con la disabilità, ma con tutta la cittadinanza».
Paglialunga: «Io considero una grande ricchezza i locali e le strutture economiche della costa che vanno valorizzate e rinforzate. Non mi appartiene nessuna visione che vuole ridurre la potenzialità di queste strutture, come voci di corridoio dicono. Penso che possano essere un bel volano per l’economia cittadina, un modo per valorizzare la nostra città. Nel contempo però l’amministrazione ha il dovere di tutelare e mettere in sinergia le diverse esigenze. Organizzeremo dei tavoli di concertazione con tutti coloro che, da maggio a settembre, lavorano con il turismo affinché insieme si possano garantire servizi ai turisti, ma anche vivibilità ai residenti. Il giorno dopo l’elezione ci sarà un incontro con gli operatori balneari che si sono sentiti abbandonati: non hanno avuto incontri per concordare un programma culturale o un tabellone estivo. Credo che questo tavolo debba essere permanente».
Ciarapica: «Civitanova è diventata una delle città più attrattive a livello interregionale. Segno che questa città è profondamente cambiata rispetto a cinque anni fa. Sono nate tante attività per il centro e nelle periferie. Abbiamo risolto diversi problemi e questo ha portato nuovi insediamenti produttivi e nuove attività commerciali insieme alla riqualificazione del centro. È stato fatto un grande lavoro sul verde, ottenuto molti riconoscimenti come le Bandiere che sono sigilli di qualità che il turista sceglie ogni volta prima di partire per le vacanze».
Silvia Squadroni: «Per il turismo serve creare un brand civitanovese. Chi viene vuole eventi di qualità, servizi, non dover sopportare ore e ore sotto al sole in superstrada per accedere alla città e non dover impazzire per cercare un parcheggio. Chi viene vuole vedere una città bella: il nostro è un impegno a 360 gradi dove tutte le categorie possano poter parlare: il Comune sia capofila e buon padre di famiglia. In me troveranno ascolto per ottenere una sintesi tra il turismo e i legittimi diritti dei residenti. Serve destagionalizzare il turismo, serve riprendere la fiera perché portava tanti eventi anche durante l’anno e creava indotto importante per i commercianti. La movida, soprattutto in questi ultimi anni, è sinonimo di caos, noi siamo per la vita notturna, ma servono regole rispettate da tutti e sicurezza per i residenti».
Morgoni: «Non è facile innovare quello che per tanti anni, nelle passate amministrazioni, non è stato fatto. Un turismo importante in città significa arrivare a 300/400mila presenze: servono un albergo diffuso, nuovi hotel, aree camper, strutture innovative. Ma se non ci sono standard qualitativi di livello, gli stranieri non vengono. Se non si creano meccanismi di controllo, il turista viene una volta e poi non torna. Parlare oggi di concertazione quando non è stata fatta nel passato non ha senso».
Cultura: se diventerà sindaco intende confermare la piena operatività dell’azienda speciale teatri emettendo subito anche il bando per l’assunzione di un direttore competente? Quale dovrebbe essere la manifestazione leader a valenza nazionale per la città? Come vede un patto per la cultura con Macerata?
Contigiani: «Negli ultimi due anni non sono mai potuta entrare in un cinema. Tutto quello che è cultura è venuto meno: è stato vergognoso tenere fuori bambini e ragazzi dai luoghi di cultura. Il sindaco e l’opposizione avrebbero dovuto strapparsi le vesti per questo. Ovvio che noi siamo per le internalizzazioni del personale in qualsiasi campo. Vogliamo promuovere il lavoro pubblico, non è una ruberia, ma una garanzia e una qualità. Andrà fatto un bando per le assunzioni, e noi combatteremo affinché tutti i luoghi della cultura non siano chiusi a nessuno».
Paglialunga: «Ricordo un’epoca in cui la città era ricca di eventi ben organizzati e che colloquiavano con gli assessorati. Serve un’ottica nuova perché al centro deve esserci il miglioramento di tutte le iniziative culturali e turistiche della città. Vedo con molto dispiacere che negli ultimi anni l’Azienda Teatri non ha più lavorato ed è stato visto un cambio di direttori. Sintomo di malessere che ha inciso anche sugli eventi non programmati. Bene ripartire con i bandi, con la rivalutazione dell’Azienda Teatri, ma serve centrare l’attenzione su eventi che possano valorizzare i talenti locali e le associazioni. L’Azienda deve essere uno strumento per loro».
Ciarapica: «Teniamo molto da conto l’Azienda Teatri che ha sempre svolto la sua attività. Non è mai venuto a mancare il direttore, oggi c’è ed è Paola Recchi. Abbiamo potenziato in questi anni la struttura Teatri perché abbiamo trasformato in full time il contratto della direttrice della pinacoteca. Con Macerata c’è una grande collaborazione da quando è cambiata l’amministrazione, con il sindaco Sandro Parcaroli ci sentiamo sempre e un civitanovese è il vice presidente della Provincia. Stiamo lavorando per il prossimo anno per poter condividere una serata di Civitanova Danza in collaborazione con lo Sferisterio, come fatto diversi anni fa. Inoltre stiamo lavorando per un festival che possa valorizzare i talenti della città».
Silvia Squadroni: «Negli ultimi anni abbiamo visto quasi esclusivamente degli spot. Abbiamo bisogno di valorizzare le nostre eccellenze, ma credere in una crescita che possa portarle in una rete sia provinciale che regionale e poter esportare il nostro prodotto culturale anche fuori dai confini regionali. Ho avuto l’onore, molti anni fa, di lavorare con il sindaco Marinelli e con il direttore Di Lupidio grazie ai quali sono stati creati prodotti di qualità, programmati. È importante che curiamo la nostra voglia di attingere alla musica e al teatro. Vorrei ricordare che invece nemmeno all’Amat siamo più rappresentati».
Morgoni: «La cultura è fondamentale per attrarre turisti. Serve a far lavorare le attività tutto l’anno. Bisogna creare eventi continuativi e per questo è necessario un ente teatro. L’offerta deve essere ampia, differenziata e di qualità. Bisogna creare un cartellone annuale avviato a settembre ed emanato a dicembre. Per quanto riguarda l’Azienda Teatri serve un consiglio di amministrazione di alto profilo, personale preparato, ma se non ci son dipendenti cosa farne del direttore? Sulla collaborazione con Macerata, che ha nell’opera un proprio dna, come per Civitanova la danza, sviluppiamo insieme la nostra competenza maggiore».
Paolo Squadroni: «Bello il grosso nome in cartellone, ma va valorizzato ciò che viene dal territorio. In città ci sono associazioni che hanno perso il sostegno del Comune e sono così tante che basterebbero a costruire un cartellone per tutto l’anno. Dovremmo dare loro un supporto economico e logistico, molto più di quello che gli spazi vengono messi a disposizione attualmente. Cerchiamo di valorizzare il nostro territorio».
In caso di ballottaggio esclude apparentamenti o no, semmai con chi?
Paglialunga: «Non è il momento di parlarne perché puntiamo a vincere le elezioni e facciamo appello agli elettori perché abbiamo un programma chiaro e valido».
Ciarapica: «Noi pensiamo a lavorare bene fino all’ultimo giorno, parlando con i cittadini e illustrando le nostre idee e i nostri progetti, cercando di far capire che è importante andare al voto e dare continuità amministrativa per non perdere l’occasione di una filiera politica con una Regione che ha finanziato anche la prosecuzione di via Einaudi».
Silvia Squadroni: «Noi ci poniamo come l’alternativa e sarei felice che Civitanova potesse dimostrare voglia e coraggio di cambiare, perché puntiamo a vincere. Qualsiasi altra ipotesi di apparentamenti ci vede lontani dal poter dare una risposta».
Morgoni: «Non credo che questo sia il momento di parlare di apparentamenti. Se ne riparlerà».
Paolo Squadroni: «Rino Gaetano diceva “Mio fratello è figlio unico”, chissà? Potremmo lasciare carta bianca ai sostenitori, vedremo».
Contigiani: «Nulla di personale, ma non ci apparentiamo. Diamo una sola indicazione: mai con il Pd».
Che lo spaccio e la droga siano diventati un problema serio ormai è evidente: come mai il tema è restato quasi sempre fuori dalla campagna elettorale? E come intende intervenire?
Ciarapica: «Non è un tema assente. È un tema dove la competenza non è comunale. Il Comune fa quello che può, sostenendo le associazioni che se ne occupano. Ho incontrato l’Anglad pochi giorni fa, ma noi amministratori dobbiamo favorire le condizioni per sviluppare una sensibilità particolare su questo tema e agire sulle questioni di pericolosità che la città può rappresentare. Abbiamo potenziato il sistema di videosorveglianza, abbiamo aumentato le illuminazioni, inserito il servizio notturno della polizia locale che ha funzionato per evitare certe frequentazioni».
Silvia Squadroni: «Abbiamo organizzato un incontro, avendo come ospiti l’avvocato Giuseppe Bommarito e don Luigi Merola, per sensibilizzare e capire cosa possa fare una amministrazione comunale per questo problema. Prevediamo la costituzione di un osservatorio per capire com’è la situazione. In generale la criminalità e le devianze si combattono con la cultura, con la sensibilità che deve passare prima di tutto dalle scuole, dalle istituzioni e dalle associazioni».
Morgoni: «Abbiamo dato soluzioni che sono la formazione e l’intervento nelle scuole e il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Importante un ampliamento dell’attività dei vigili urbani e, qualora non bastasse, serve stipulare una convenzione con la vigilanza privata da sottoscrivere con prefetto e questore».
Paolo Squadroni: «Il Comune dovrebbe dare sostegno alle associazioni che lottano contro le dipendenze. Bisogna fare prevenzione e creare centri ricreativi, polifunzionali, strutture sportive dove i ragazzi possano fare le loro attività. Un ragazzo impegnato in uno stile di vita sano si allontanerà dai vizi».
Contigiani: «Serve supporto alle associazioni che conoscono il problema e lo affrontano con le famiglie. Avere un drogato in famiglia vuol dire sperare che arrivino le forze dell’ordine e lo arrestino. Gli organi di polizia hanno talmente tante carenze che spesso non riescono a farlo».
Paglialunga: «Ci muoveremo su due versanti: il primo è quello della prevenzione, non è un termine vago o generico. Significa offrire servizi alle persone e alle scuole che hanno il termometro del disagio che può sfociare in dipendenza. Non possiamo pensare che l’amministrazione deleghi alle associazioni la soluzione di questo problema. Ma c’è un altro aspetto: è la sicurezza e il controllo dei quartieri. Ci sono zone dove si sa che c’è lo spaccio e le famiglie sono abbandonate al problema».
Seconda sorpresa: una domanda diversa per ogni candidato e candidata.
A Silvia Squadroni: «Da coalizione civica a coalizione connotata politicamente con M5s e Italia Viva, tanto che il primo big che è arrivato in città è stato Conte. Non pensa che questo possa averle fatto perderle appeal verso una certa parte di elettorato?»
Risposta: «Noi siamo partiti con un programma e un progetto di civismo che troviamo in tutte le liste che mi sostengono. Il Movimento ha aderito perchè ci troviamo d’accordo sulla visione della città e sulla sensibilità che serve per governare. Diciamo no alla speculazione, è importante l’ascolto, stare tra la gente: io parlo civitanovese. Ci interessa la nostra città e anche il cosnigliere Stefano Mei (del Movimento 5 Stelle) ha sempre guardato a Civitanova presentando mozioni utili alla città, distante dalle ambiguità romane. Tutti parlano dei 5 stelle, ma nessuno guarda alle criticità che a Roma ci sono tra tutti i partiti. Concordiamo in un metodo politico di confronto e ascolto con la gente. Lavoreremo insieme ai cittadini per poter dare un vero futuro alle nuove generazioni, vivibilità e importanza a chi giovane non lo è più. Noi non siamo schiavi di simboli di partito e lotte di partito».
A Vinicio Morgoni: «Nell’intervista a Cronache Maceratesi si era presentato dicendo che avrebbe portato sette liste, alla fine ne ha chiuse solo tre. Cosa è mancato?»
Risposta: «C’è stata la recrudescenza del Covid, ma credo che contino la qualità e l’offerta: i voti si pesano, non si contano. Per quanto riguarda l’università ho parlato con molta franchezza con Flavio Corradini e ho chiesto una mano per implementare ciò che serve per avviare nuove facoltà in città. Mi ha detto che se dovessi vincere ne riparleremo: Civitanova potrebbe avere corsi specifici, abbiamo i locali e possiamo farlo».
A Paolo Squadroni: «In un altro incontro, durante l’appello al voto aveva detto, con una citazione cinematografica: “Io ho solo due cose, la mia parola e le palle”. A parte che qualcuno l’ha definita una frase sessista e non so se sia d’accordo, cosa deve fare un sindaco per avere “le palle”? Per esempio: considera che quella del Covid hospital sia stata una scelta coraggiosa?»
Risposta: «Era una citazione cinematografica, quindi se qualcuno l’ha letta come atteggiamento sessista mi dispiace, ma non era questa la mia intenzione. Per quanto riguarda il Covid hospital è stata una scelta dettata forse dal momento, dall’emergenza, dalla particolare situazione che ha posto problemi logistici per l’organizzazione umana e materiale. Augurandoci di non vedere un’altra stagione di quel tipo ,dovrebbero essere predisposte in ogni struttura sanitaria aree dedicate e attrezzate in modo tale che i percorsi siano ben definiti con un personale dedicato e formato per tempo anche nei prossimi mesi. Serve un piano per allenarsi, un training per non farsi trovare impreparati ed evitare strutture come quelle del Covid hospital».
Ad Alessandra Contigiani: «Nel suo programma c’è il no all’obbligo vaccinale, il no al 5g, il no al green pass e nell’intervista a Cronache Maceratesi ha parlato anche di un nuovo ordine mondiale di cui peraltro il Pd sarebbe espressione, per questo l’ha definito il male assoluto. Non teme di rientrare a pieno titolo nella categoria dei cosiddetti complottisti?»
Risposta: «Sono così tanto complottista che sono laureata con il massimo dei voti alla Sapienza e da quando sono mamma ho puntato sull’educazione. Lavoro con i bambini tutti i giorni. Al di là del personale siamo persone estremamente meticolose e informate, vediamo che l’informazione a livello mondiale non vede l’Italia in una posizione ottima per libertà e serietà. Per quanto concerne i nostri politici che siedono sugli scranni parlamentari hanno dimostrato ampiamente di promettere e non mantenere, tanto che ci siamo trovati in una situazione con sempre maggior precariato. Non siamo noi i complottisti, siamo quelli che si informano meglio su canali diversi di quelli che ci propinano i politici. Lavoreremo poi ad un ufficio contro la digitalizzazione per aiutare gli anziani con la burocrazia».
Mirella Paglialunga: «Quali sono stati gli errori della sinistra civitanovese che hanno portato nel tempo alla perdita di un forte consenso elettorale (negli anni ’60 c’era Civitanova la rossa) e al mancato bis di Corvatta?»
Risposta: «Sulle cause della perdita di consenso non sta a me analizzare gli ultimi anni di politica. Nel centrosinistra oggi c’è un risveglio della voglia di stare insieme, di creare un governo stabile. La nostra coalizione è formata da tre liste nuove. Sono liste che si sono messe alla pari attorno a un tavolo di programmazione, ma quello che ci caratterizzerà sarà un metodo nuovo di riformare la città. Garantiremo equità e collaborazione fra assessorati che va oltre la forza di ciascuna lista per migliorare l’amministrazione. Ci interessa il bene comune. Faremo in modo che le dirigenze comunali collaborino in stretto accordo con gli assessorati. Non mi interessa sapere cosa cinque anni fa ha fatto fallire la colazione di Corvatta o il Pd, ma mi interessa assicurare che la mia colazione garantirà la stabilità di governo per cinque anni».
Fabrizio Ciarapica: «Porto Dubai, una questione tutt’altro che chiusa. Una delle principali accuse della società nei due ricorsi al Tar è la mancata pubblicità data al progetto, insomma il Comune l’avrebbe tenuto nel cassetto invece di renderlo pubblico e far partecipare alla sua valutazione cittadini e altri enti interessati. Come intende rispondere alla Eurobuilding? E come considera oggi quel progetto dopo averlo definito proprio su Cronache Maceratesi con queste parole: “un’idea che proietta la città nel futuro”?»
Risposta: «Attorno a questo tema ci sono state tante strumentalizzazioni e continuano ad esserci da parte delle opposizioni. All’epoca espressi un giudizio sul fatto che il porto va valorizzato per esprimere potenzialità come quelle turistiche, senza intaccare le tradizioni e le realtà che vi operano all’interno. L’amministrazione comunale ben due volte, in consiglio comunale, ha manifestato la sua posizione netta: a luglio abbiamo approvato il nostro progetto realizzato da Unicam e a marzo abbiamo dato il diniego alla proposta arrivata sul tavolo dell’amministrazione. Il fatto che ci siano ricorsi legittimi da parte dell’interessato non significa che siamo a favore».
Nella parte finale ogni candidato è stato chiamato a scegliere qualcuno dal pubblico per l’appello al voto
Poi l’ultima sorpresa: scelga un candidato o una candidata della propria coalizione e lo inviti sul palco per un appello al voto.
Pierluigi Cipolla per Vinicio Morgoni: «Sono entrato in questa coalizione perché credo non sia più possibile andare avanti in questo modo. Ci vuole qualcuno che non sia legato alla politica, siamo civici e vogliamo lavorare per la città. Ho il sogno di sistemare il porto una volta per tutte, così come chi vi lavora all’interno. Punteremo a questo».
Mirella Franco per Paolo Squadroni: «Noi abbiamo puntato sulla democrazia integrale. Sulla rendicontazione di tutto quello che l’amministrazione fa: non solo riattivare i comitati di quartiere, dare loro forza, ma creare momenti di confronto. Il punto dell’accessibilità è particolarmente importante, non credo che il turismo possa continuare se non è rivolto a tutti. Serve l’umanizzazione dei servizi, nel rispetto della persona e della libertà di scelta personale».
Maria Teresa Tanoni per Alessandra Contigiani: «Finora non ho mai fatto politica, ma se non ci occupiamo noi della politica questa si occuperà di noi. Chiedo il voto per la coerenza, l’impegno, la trasparenza. Non faremo mai qualcosa cercando soluzioni inimmaginabili, cerchiamo di avere un colloquio con la cittadinanza e di essere trasparenti».
Letizia Murri per Mirella Paglialunga: «Punteremo al cambio di passo nel metodo e nelle finalità e riteniamo che Mirella incarni questo cambiamento. L’ho conosciuta nell’ambito della scuola, l’ho vista amministrare il bene pubblico: è una donna determinata, che non fa grandi promesse se non quelle che può mantenere. Abbiamo elaborato un programma tutti insieme, divisi per ambito, sono venute fuori parole chiave in tutte le commissioni: Trasparenza, correttezza e cambiamento vero che abbia al centro la persona».
Giovanna Capodarca per Fabrizio Ciarapica: «Noi invece non vogliamo il cambiamento. Conosciamo tutti come la burocrazia sia lunga per realizzare le cose buone e Fabrizio Ciarapica è stato operativo solo tre anni. Due anni c’è stato un fermo: ci sono lavori iniziati, progetti passati, stanno arrivando i fondi per realizzati. Cambiare oggi significa bloccare di nuovo tutto. Ciarapica ha affrontato la questione delle antenne e io al Pd, quando ero candidata sindaco, chiesi di occuparsene ma non sono stata ascoltata e non ho potuto portare a termine niente di tutto questo. Ci sono asili da realizzare in tutta la città. Di errori ce ne sono stati, ma siamo umani, siamo qui per parlarne e per decidere insieme cosa fare».
Lavinia Bianchi per Silvia Squadroni: «La nostra candidata è vera, trasparente e coraggiosa. Ha camminato insieme a noi ragazzi in tutto il periodo della campagna elettorale, rappresenta la civitanovesità. Ho conosciuto questa donna a gennaio e per me ha rappresentato una guida, la donna che vorrei diventare. Ha preso noi ragazzi creando un clima bellissimo nella nostra lista, ha creato un gruppo coeso, di persone competenti che possono far risorgere una città che sembra morente.»
SILVIA SQUADRONI.... TUTTO IL RESTO È NOIA
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Ciarapica che deve cambiare pascolo l’ha già deciso da solo definendosi” affidabile”. Può benissimo e lo è inutile a Civitanova ma portare sconsideratamente così per i fondelli i civitanovesi è pretendere troppo. Ma non è solo lui a farlo, anche chi ha scelto per convenienza di sostenerlo è più o meno sulla stessa linea. Gente che magari l’ha combattuto per mesi ed anche per anni e ne sono diversi, sono un’altra garanzia di insuccesso. Di certo non merita di andare alla Regione visto che è facilmente intuibile che non apporterebbe nulla e sicuramente non ci andrà ma non sarà sua la decisione. Certo alla domanda perché si dovrebbe votarlo, avendo ben presente il suo quinquennio dove l’ultima che brilla è la tentata vendita di Villa Letizia, casa di riposo e molto appetibile per posizione visto che si trova sul lungomare nord è da sola sufficiente a classificarlo. Come? Più forte che non sento…. Si è definito anche di parola? In che senso??… direbbe Claudio Verdone.
Carlo Verdone, non Claudio