Ciarapica: «Citta più sicura, pulita e attrattiva
Tutto il centrodestra è con me
Silvia Squadroni? Un progetto di sinistra»

10 DOMANDE al sindaco uscente che si ricandida per il secondo mandato. Innanzitutto assicura che si impegnerà su Civitanova senza ulteriori corse per la Regione. All'apertura della Gabellieri risponde positivamente e un accordo ormai sembra imminente. Rigetta le accuse di mancato confronto con i cittadini e pensa di non aver commesso grandi errori in questi anni: «Devo dire che è stato il Covid center l'opera che più ha contraddistinto questa amministrazione». Ha parlato del parcheggio all'ex Anconetani, della rotatoria alla fine della superstrada, del porto Dubai e della variante Ceccotti che domani arriva in Consiglio. Ritiene che la sua maggioranza non sia mai stata spaccata e che i partiti non abbiano pensato in nessun momento a un altro candidato. Sul sondaggio ha concluso: «E' un documento interno ma posso dire che la città ci riconosce per il lavoro fatto»

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Fabrizio Ciarapica, 48 anni, sposato e con due figli, è sindaco di Civitanova dal 2017

Quinta puntata della rubrica “10 domande”, rivolta ai candidati sindaci che si sfideranno il 12 giugno alle elezioni comunali di Civitanova. Dopo Silvia Squadroni, Vinicio Morgoni, Mirella Paglialunga e Maika Gabellieri, oggi Cronache Maceratesi intervista il sindaco uscente Fabrizio Ciarapica, che si presenta ai nastri di partenza con il blocco dei partiti di centrodestra (Lega, FdI, Forza Italia e Udc) e tre civiche (Insieme Civitanova, Vince Civitanova e Civitanova Unica).

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di Giovanni De Franceschi

Sindaco, alle Regionali 2020 era stato proposto come possibile candidato governatore del centrodestra. Fallito il tentativo, ha provato la corsa da consigliere. Ora dopo due anni si ripresenta per un secondo mandato alla guida della città. Non le sembra contradditorio? E perché i cittadini dovrebbero fidarsi di lei, visto che nel 2025 potrebbe riproporsi lo stesso scenario?

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La candidatura di Ciarapica alle Regionali

«E’ una domanda pretestuosa, io mi sono sempre e solo messo a disposizione. All’epoca ho avuto contatti con partiti nazionali che mi avevano proposto come figura che poteva guidare il centrodestra e ricoprire quel ruolo, poi la scelta è caduta su Acquaroli, ed è andata benissimo. A quel punto non mi è stato chiesto di tirarmi indietro, ma al contrario di dar man forte, quindi la mia candidatura a consigliere è nata proprio con questo intento di dare una mano e partecipare al cambiamento sostenendo Acquaroli. Adesso mi ripresento per un nuovo mandato da sindaco e lo faccio con grande soddisfazione e orgoglio, chiedendo fiducia per i prossimi cinque anni. Il mio impegno è su Civitanova e sarà su Civitanova».

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Matteo Salvini a Civitanova con il sindaco Fabrizio Ciarapica e il vice sindaco Fausto Troiani

Proprio a causa delle Regionali si è creato in giunta un attrito forte tra lei e qualche assessore, pensiamo per esempio al vicesindaco Troiani che ha appoggiato Saltamartini. E’ acqua passata? E con la Gabellieri invece? Perché a un certo punto ha deciso di farla fuori dalla giunta? E oggi, che lei si è detta disponibile ad un dialogo per un eventuale accordo proprio su queste pagine, cosa risponde?
«Non ci sono stati attriti in giunta, come ogni altra tornata elettorale ci sono state delle sensibilità diverse all’interno della maggioranza. E così all’interno della giunta c’è chi ha fatto scelte di partito, ma mai contro il sindaco. Per quanto riguarda la Gabellieri, ci può stare che nel corso di una legislatura si prendano decisioni per dare maggiore slancio alla coalizione. Sono scelte che si fanno perché in quel momento un sindaco deve fare il bene della coalizione e della maggioranza, ma io non ho mai criticato o speso una parola contro la Gabellieri. Ho letto le sue dichiarazioni e le ho apprezzate, rispondo che la nostra è una coalizione aperta, che parla al plurale, capace di avere al suo interno diverse sensibilità, unite dal minino comun denominatore che è il bene della città. Quindi chiunque condivide il nostro progetto ne può far parte, non c’è nessun pregiudizio verso alcuno. Io sono sempre pronto al dialogo».

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Fabrizio Ciarapica e Maika Gabellieri insieme in Giunta fino al 2020

Tra le critiche principali che le vengono rivolte da più parti c’è quella di mancanza di dialogo con la città. Le viene anche contestato di aver saltato i due confronti tra candidati. Ritiene che questa sia stata una mancanza della sua amministrazione? In caso contrario, qual è l’errore più importante che ritiene d’aver commesso in questi cinque anni? 
«Io penso che il confronto e il dialogo in città non è vero che siano mancati. Al contrario, questa amministrazione ha riallacciato diversi rapporti che erano stati chiusi dalla precedente amministrazione. La mia porta è stata sempre aperta, chiunque ne avesse bisogno è stato ricevuto e siamo ritornati a vivere la città in tutte le sue parti. Addirittura sono stato criticato per essere stato troppo in giro o aver fatto troppe inaugurazioni, però è proprio la presenza costante che ha caratterizzato questa amministrazione. Poi alcuni temi potevano essere gestiti diversamente, è vero, ma non per mancanza di dialogo. In generale credo che “chi sa fa e chi non sa insegna” e quindi siccome di cose ne sono state fatte tante, nonostante gli ultimi due anni siano stati segnati dalla pandemia, qualche errore è naturale ci sia stato ma niente di madornale. Quanto ai confronti a cui non ho partecipato, un po’ per motivi organizzativi, e un po’ perché penso sia giusto e serio per i cittadini fare confronti con i candidati sindaci e non chi chi dice che si candiderà. Siccome i candidati li conosceremo il 13 maggio, credo sia irrispettoso verso i cittadini fare confronti prima».

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Guido Bertolaso, Fabrizio Ciarapica e Luca Ceriscioli nel Covid Center nel 2020

Al contrario, cosa pensa di aver lasciato in eredità alla città? Visto che cinque anni fa lo slogan era “Noi sappiamo come fare”, quale opera pubblica realizzata sente come immagine del suo mandato?
«Sento di lasciare una città che rispetto a cinque anni fa è cambiata tantissimo: è più pulita, ordinata, più attrattiva per gli investitori, è cresciuta economicamente, con maggiori servizi e opportunità di lavoro. E soprattutto non ha più il problema degli zingari, del degrado, dell’accattonaggio molesto: è sicuramente una città più bella e sicura, migliore del passato, questo è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo investito molto nella cura del verde e nella sicurezza, 230 telecamere in città non le ha nessuno. Molte attività adesso aprono perché si sentono più sicure. La riqualificazione del Varco sul mare è senza dubbio l’opera più importante per i prossimi anni, però devo dire che sicuramente è stato il Covid center l’opera che più ha contraddistinto questa amministrazione. E’ stata l’emblema della lotta al Covid, per cui Civitanova si è contraddistinta anche a livello nazionale. Se non avessimo fatto questa scelta, non avremmo salvato tutte quelle vite, sono state oltre 400 le persone curate nel Covid hospital. E’ una scelta di cui andiamo fieri, una scelta che non è stata fatta solo per Civitanova ma per tutte le Marche. A adesso che l’emergenza sembra passata stiamo mettendo in cantiere diversi importanti opere che vedranno la luce nei prossimi anni».

sindaco-fabrizio-ciarapica-civitanova-FDM-3-325x217Tra i progetti che hanno sorpreso la città, va citato sicuramente quello della Eurobuilding di Antonelli, il cosiddetto porto Dubai, che in primo momento l’amministrazione sembra aver sposato salvo poi fare marcia indietro. E prima ancora si possono citare lo spostamento dello stadio e il progetto Strever: sono tutti progetti definitivamente accantonati?
«Sono progetti nati per istanze dei privati. E non è che l’amministrazione, come è stato cercato di far credere, sostenesse determinati iter. Noi abbiamo espresso la nostra posizione con gli atti. Sul porto per esempio abbiamo ribadito una posizione chiara: no alla speculazione, sì a un porto pubblico. Abbiamo trattato le istanze dei privati come devono essere trattate dalla politica, le abbiamo analizzate e fatto le dovute valutazioni e in alcuni casi abbiamo scelto di non portarle avanti, la questione finisce lì».

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I lavori per la rotatoria provvisoria all’uscita della superstrada

Venendo al presente, invece, due i progetti che stanno facendo discutere: il parcheggio all’ex Anconetani e la rotatoria provvisoria all’uscita della superstrada. Nel primo caso c’è chi ritiene la procedura irregolare, nel secondo chi pensa che siano soldi buttati quelli per un’opera che dovrà essere smantellata. E intanto il problema viabilità resta uno dei principali in città.
«Innanzitutto va detto che l’amministrazione si muove con atti pubblici che hanno pareri tecnici favorevoli. L’area ex Anconetani da 15 anni era nel degrado più assoluto, con una questione legale da risolvere. Quindi penso che riqualificare quell’area con illuminazione, telecamere e 120 posti auto sia una risposta importante alle richieste dei cittadini. Un’opera meritoria che viene accolta positivamente dai commercianti e da chi vive il centro. Per quanto riguarda la rotatoria non è un’opera provvisoria, ma provvisionale, cioè un’opera che anticipa quella della Quadrilatero. Siccome la Quadrilatero sarebbe dovuta partire da anni e per vari motivi ci sono stati dei ritardi, siccome l’amministrazione Corvatta ha rimandato indietro i fondi per il cavalcavia e per il sottopasso di via Einaudi, così come quelli per l’ascensore della città alta, allora noi abbiamo deciso di anticipare una porzione dell’opera che andrà poi a fare la Quadrilatero e che si innesterà sullo stesso sedime. Quindi è un’opera propedeutica per migliorare la viabilità e ridurre i disagi, stiamo cercando di dare una risposta al congestionamento del traffico nella zona. Non sono soldi buttati, ma soldi investiti per migliorare la vita dei cittadini e le risorse che risparmierà la Quadrilatero non è detto che poi non possano ricadere sulla città».

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Ciarapica nell’ultimo Consiglio

Nel Consiglio di domani sera arriva per l’ennesima volta la variante ex Ceccotti, dopo che la Soprintendenza ha respinto le previsioni iniziali. E anche questa volta arriva a fine mandato, con i piani delle precedenti amministrazioni puntualmente cancellati. Fu così con Mobili, con Corvatta e ora anche con lei. Come mai? Non pensa che se si fosse evitato di ricominciare ogni volta da capo oggi la città avrebbe già potuto beneficiare dello sviluppo di quell’area? E la delibera sulle sale slot, invece, perché non è stata ancora ritirata dopo le sentenze sfavorevoli?
«Si è vero noi abbiamo dovuto ricominciare da capo. Mobili dopo anni di concertazione portò in Consiglio una variante condivisa da tutti, poi Corvatta stravolse quell’impostazione e noi ci siamo ritrovati con una variante non più sostenibile. Quindi siamo dovuti ripartire e oggi siamo arrivati a un punto di equilibrio con tutti gli attori interessati. Un po’ come è successo con l’ex liceo a Fontespina, dove Corvatta fallì, noi siamo riusciti a trovare un punto di equilibrio e quell’area è stata riqualificata con tante opere a favore della collettività. In più parte dei soldi incassati dalla Provincia, oltre 500mila euro, sono tornati indietro e sono andati a finanziare la rotatoria a Costamartina, di cui a breve partiranno i lavori. Chi amministra deve avere la barra dritta, fare il bene della città e cercare di trovare punti di equilibrio. Per quanto riguarda la sala slot, è la solita strumentalizzazione della sinistra. La sala slot non c’è, c’è ancora un contenzioso in atto e c’è una delibera tecnica, ritirarla adesso non avrebbe senso e forse peggiorerebbe la posizione del Comune. Noi abbiamo combattuto fin dall’inizio tutte le situazioni di illegalità, come detto prima, abbiamo contrastato il commercio abusivo, l’accattonaggio molesto, situazioni che avevamo ereditato dalla precedente amministrazione. Siamo sempre stati fermi sulla questione legalità, così come abbiamo a cuore il problema del gioco d’azzardo e della ludopatia. Ma questa è una battaglia culturale che deve partire dal basso e non si può ridurre agli orari di una sala slot. Per questo penso che quella della sinistra sia una polemica strumentale, perché se veramente avessero a cuore questo problema, avrebbero presentato altre mozioni, proposte serie per combattere il problema del gioco d’azzardo».

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Ciarapica a un incontro con i vertici della Lega

Spesso nel corso della legislatura ci sono stati scontri nella maggioranza su alcune fondamentali questioni urbanistiche e non, con qualche variante o progetto che alla fine non è passato. E con qualche “pezzo” che si è perso per strada: giusto per citare l’ultimo, il caso di Monia Rossi. Come sono oggi i rapporti con Lega e FdI? Sembra che in molti tra la base e non solo, non fossero d’accordo ad una sua ricandidatura.
«Tutto un chiacchiericcio alimentato ad arte: questa maggioranza al di là del sano confronto interno che c’è sempre stato, alla fine ha sempre trovato una sintesi. Questa è una maggioranza che in cinque anni non ha cambiato un consigliere, anzi si è portata dietro Claudio Morresi che era stato eletto con la minoranza. Anche se all’interno alcuni consiglieri hanno fatto scelte diverse, non abbiano perso mai alcun pezzo, così che invece successe sia con Corvatta che con Mobili.  E ora non solo questa maggioranza è rimasta compatta ed è fortissima, ma si è anche allargata: penso all’Udc, a Insieme per Civitanova, al movimento di Broccolo. Monia Rossi, che ringrazio per il lavoro di cinque anni, ha deciso di non candidarsi, ma non ha mai detto che usciva maggioranza. Quanto ai rapporti con Lega e FdI sono ottimi, il fatto che qualcuno abbia messo in dubbio la mia candidatura è una voce che non ha mai trovato riscontro nella realtà. Io ho avuto sempre la massimo stima e fiducia nei partiti».

Però a differenza di cinque anni fa, il centrodestra si presenta spaccato, una parte infatti ha scelto il progetto della Squadroni. E qualcuno, tanto per citarne uno Andrea Doria, proveniente anche dal suo stesso partito. Come mai secondo lei?
«Dire che il centrodestra è spaccato è una sciocchezza, il centrodestra è unito con me. Che sia il solo Doria a rappresentare il centrodestra mi sembra troppo, il centrodestra sono i partiti, le civiche e i movimenti che si sono aggiunti. Quello della Squadroni ormai è evidentemente un progetto di sinistra con i grillini e Doria sta con lei, non una parte del centrodestra: lui ha fatto una scelta personale, bene per lui, ma una scelta di sinistra».

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Ciarapica scherza con il sindaco di Macerata e presidente della Provincia Sandro Parcaroli al derby Rata-Civitanovese

Sembra da alcuni sondaggi che lei sia in vantaggio al momento. E’ così? E qual è l’avversario che teme di più per il ballottaggio che – salvo clamorose alleanze dell’ultima ora -appare inevitabile?
«Rispettiamo tutti gli avversari, ma noi faremo la nostra campagna elettorale, raccontando quello che abbiamo fatto e quello che faremo per il futuro. Noi  stiamo mantenendo fede agli impegni presi, cinque anni fa c’era un grande problema di sicurezza e l’abbiamo risolto. Quindi abbiamo dalla nostra il fatto di essere stata un’amministrazione di parola, anche se alcune cose non è stato possibile farle perché siamo stati bloccati con il Covid. Oggi ci sono due condizioni fondamentali: la continuità amministrativa, le risorse del Pnrr vanno spesi velocemente e quindi cambiare il pilota in corsa può essere solo negativo, diversi fondi li abbiamo già presi e altri ne prenderemo, non bisogna interrompere questo percorso; la seconda riguarda la filiera politica con Governo, Regione e Provincia che può essere solo un vantaggio. Chi oggi si vanta di essere apartitico e di volersi liberare dal giogo di Ancona o di Roma restringe l’azione solo al Comune, invece oggi è fondamentale avere contatti sovracomunali come i risultati stanno dimostrando.  Il sondaggio è un documento interno, non è nato per essere pubblicizzato, ma per avere dei dati e sicuramente posso dire che la città ci riconosce per il lavoro fatto».

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