«Azione se ne va? Saluti e auguri
Hanno pretese con percentuali inesistenti,
non ci pieghiamo ai diktat di Roma»

ELEZIONI CIVITANOVA - Silvia Squadroni replica a Massimiliano Fraticelli che ha annunciato l'uscita dalla coalizione del partito di Calenda perché al M5S è stato concesso di conservare il simbolo. E interviene anche sul caso Perugini: «Ambiva ad incarichi verticistici nella giunta che avrei formato in caso di vittoria quindi la sua ritrovata fede ciarapicana non solo non mi sposta nulla in termini di consensi ma, probabilmente, mi ha fatto avvicinare altri che non gradivano la sua presenza»

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Silvia Squadroni con Stefano Mei (M5S)

 

«Azione con a capo Carlo Calenda – che a Civitanova non ha una lista né potrebbe esprimerla limitando la propria presenza a 1-2 candidati da posizionare eventualmente in RiformiAmo Civitanova già piena di suo – anziché limitarsi ad un secco comunicato per mano del coordinatore provinciale Massimiliano Fraticelli , entra addirittura nel merito di un progetto civico, criticandone l’essenza. E’ una maledizione che per Civitanova deve sempre decidere qualcuno di fuori. Ecco perché intendo combattere per vincere». Inizia così la replica di Silvia Squadroni a Fraticelli, che ieri aveva annunciato l’uscita dalla coalizione di Azione perché la candidata sindaca ha concesso al M5S di conservare il proprio simbolo (leggi l’articolo). Venendo così meno – a suo dire – al presupposto di civismo.

«Ricordo a Massimiliano Fraticelli che ci saremmo dovuti incontrare dopo Pasqua (parole sue) per un confronto chiarificatore: evidentemente Carlo Calenda gli ha intimato di chiudere e defilarsi poiché l’odio che nutre per i Cinque Stelle supera quello di Sharon verso Arafat, come Superman con la kryptonite ad esser chiari – aggiunge la Squadroni – Per Calenda ed il suo coordinatore maceratese il Movimento Cinque Stelle appare come un incubo diurno e notturno mentre – pur contando a Civitanova percentuali ad oggi inesistenti- avrebbero la presunzione di esigere da altri – strutturati con una lista completata da settimane e con un serbatoio minimo elettorale – la verifica preventiva del simbolo con il quale correranno. Cose da pazzi, la grafica supera il progetto. L’analisi romana le questioni maceratesi. Il pelo nell’uovo. Ancora una volta Roma vorrebbe dettare le regole tanto che mi meraviglio delle dichiarazioni rese da Massimiliano Fraticelli poiché un progetto civico non viene travolto dalla grafica, grafica che neppure conosce nella versione definitiva. Ma poiché non ambisco a trasformarmi in avvocato dei Cinque Stelle, certo è che Stefano Mei ed i suoi sostenitori-militanti civitanovesi, provengono dalle più diverse estrazioni partitiche confluite in un progetto che sin dall’inizio ha rifuggito proprio le dinamiche dei partiti tradizionali: contro i quali il proprio fondatore ha sempre tuonato. Secondo Azione – continua la candidata – avrei dovuto sacrificare decine di militanti e centinaia e centinaia di voti di persone per bene perché a Carlo Calenda girano le paturnie ogni qual volta sente parlare del Movimento Cinque Stelle ? Ha imposto a Massimo Fraticelli l’out out su Civitanova ? Saluti. Ed auguri. E’ proprio questa la mia civicità: Roma gli ordini li dà a qualcun altro, certamente non alla sottoscritta».

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Silvia Squadroni, Andrea Doria e Alfredo Perugini nella sede elettorale di SiAmo Civitanova

E qui la Squadroni, parla anche di un altro caso: quello dell’ex assessore Alfredo Perugini, che in un primo momento si era aggregato alla sua squadra con Pierpaolo Turchi, salvo poi tornare col sindaco Fabrizio Ciarapica nella nuova lista Civitanova è Unica. «Si dovrebbe cessare di assegnare forza e sostanza mediatica a chi – e non mi riferisco ad Azione – esprime percentuali insignificanti su Civitanova raccontando invece la verità – continua la Squadroni – Alfredo Perugini non è mai stato mio candidato proprio perché ambiva ad incarichi verticistici nella giunta che avrei formato in caso di vittoria quindi la sua ritrovata fede ciarapicana non solo non mi sposta nulla in termini di consensi ma, probabilmente, mi ha fatto avvicinare altri che non gradivano la sua presenza per motivi noti ai più. Vedremo quanti voti dirotterà sul proprio prescelto al quale non ho concesso ciò che esigeva. Chiarirà Alfredo Perugini – al quale cristianamente perdono tutto – cosa gli è stato promesso stavolta dallo stesso sindaco che nel 2017 lo ha fregato. Quello stesso sindaco che dinanzi a decine di persone ed in decine di occasioni descriveva come un soggetto che manca di parola e racconta bugie, totalmente asservito nell’urbanistica al suo vice, perché la maggior parte dei civitanovesi ha capito benissimo. Regolandosi di conseguenza. Esce Azione – conclude Squadroni – ed entrano in RiformiAmo Civitanova plotoni di civitanovesi finalmente liberi».

Per inciso, è vero che Perugini non è mai stato ufficialmente candidato con la Squadroni, come nessun altro del resto, visto che le liste non sono ancora state presentate. Ma è un fatto incontestabile che in un primo momento proprio Perugini avesse scelto di appoggiare SiAmo Civitanova con Pierpaolo Turchi (vedi foto a fianco), come peraltro confermato dalla stessa candidata, salvo poi cambiare idea. Ora la Squadroni ci dice che la rottura è dovuta al fatto che Perugini aveva ambizioni di assessorati, che lei non ha assecondato. Tutto questo, in una campagna elettorale, non dovrebbe avere sostanza mediatica, per usare le sue parole?

(redazione Cm)

 

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