Squadroni, una corsa lunga due anni:
«Rompiamo gli schemi della vecchia politica
Posso battere sia Ciarapica che Paglialunga»

10 DOMANDE - Inizia oggi la rubrica di Cronache Maceratesi dedicata agli aspiranti sindaci di Civitanova. Ospite della prima puntata la candidata del terzo polo Silvia Squadroni, che ha affrontato diversi temi: dal suo passato nel centrodestra, passando per la variegata coalizione che la sostiene, fino ad arrivare alle priorità del programma

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Parte oggi la prima puntata della rubrica “10 domande”, rivolta ai setti candidati sindaci che si sfideranno il 12 giugno. Abbiamo iniziato con Silvia Squadroni, candidata del terzo polo, al momento con quattro liste a sostegno: SiAmo Civitanova, RiformiAmo Civitanova, civica del M5S e Fare Civitanova.

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Silvia Squadroni, 47 anni, avvocato, dal 2009 al 2012 è stata assessore della Giunta Mobili

 

di Matteo Zallocco

Silvia Squadroni, la sua corsa inizia da lontano: era l’8 luglio 2020 quando ha annunciato la candidatura a sindaco. Il giorno prima dell’ingresso di Fabrizio Ciarapica in Forza Italia. E aveva pronosticato un voto anticipato a Civitanova subito dopo le elezioni regionali. 

«Non siamo andati al voto anticipato per il solito giochetto dei partiti che stanno sempre attaccati alle poltrone. In quel momento un sindaco, eletto come civico, decide di aderire a un partito per assicurarsi la candidatura a consigliere regionale. E questo dopo aver provato a lungo a farsi candidare presidente della Regione tentando di fare le scarpe ad Acquaroli. Ciarapica poi non è stato eletto ma è un dato di fatto che le ha provate tutte per scappare da Civitanova e trovare un incarico secondo lui più prestigioso. Fratelli d’Italia avrebbe dovuto staccare la spina per il caos pre-elettorale creato da Ciarapica ma poi tutto si è acquietato per non creare contraccolpi alla coalizione di governo regionale».

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Silvia Squadroni al porto

Dice che il suo è un progetto civico nonostante la presenza di alcuni partiti come Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Azione.

«Il nostro è un progetto civico per Civitanova fatto da civitanovesi senza subire le imposizioni e le ambiguità dei partiti da Roma. Il M5S nasce come movimento civico e a Civitanova ha sempre mantenuto questa aspirazione. E per questo ha aderito alla nostra coalizione. Essere civici significa stare tra la gente, ascoltare le idee, le esigenze e le problematiche: far decidere la città e non chi viene catapultato da Roma. Nella nostra coalizione per adesso ci sono quattro liste civiche: la prima SiAmo Civitanova, attiva dall’1 ottobre 2021, poi quella dei 5 stelle, RiformiAmo Civitanova che comprende Italia Viva, Azione, Ghio e la parte di Uniti per Cambiare che fa capo a Paola Macerata, e infine Fare Civitanova che è in via di completamento e comprende sensibilità più di centrodestra. Noi non imbarchiamo gente che vuole entrare solo per avere una poltrona, secondo gli schemi della vecchia politica».

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La presentazione della lista RiformiAmo Civitanova

Una delle critiche che viene addossata al suo schieramento è quello di essere un’accozzaglia di personalità dal centrosinistra al centrodestra. Ci provò anche Ghio e non arrivò al ballottaggio. Stavolta in più ci sono anche i 5 stelle. Perché sarà diverso rispetto al terzo polo di 5 anni fa?

«Definire accozzaglia una coalizione di persone competenti è un insulto all’intelligenza dei civitanovesi perché noi raggruppiamo gente attorno a un progetto a favore di tutta la città con un chiaro distacco da quelli che sono momentaneamente i partiti tradizionali. Cinque anni fa i partiti erano più definiti, oggi scontano un’ambiguità che desta un senso di disorientamento nell’elettorato. Tra l’altro anche Ghio alla presentazione di Riformiamo Civitanova ha sottolineato che oggi la città è più matura da questo punto di vista».

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Silvia Squadroni con Stefano Mei (M5S)

Lei nasce nel centrodestra, prima Forza Italia e poi Vince Civitanova. E’ stata assessore della Giunta Mobili e presidente dell’Azienda teatri per soli 5 mesi dopo l’elezione di Ciarapica. Poi cosa è successo?

«Io sono uscita da Forza Italia nel 2010 perché era diventato un partito che ingabbiava le idee e le proposte degli aderenti e non vi era nessuna prospettiva di crescita per una nuova classe dirigente: si subivano le decisioni e le scelte imposte dall’alto e comunque non fatte con un metodo democratico. E questo negli anni successivi lo ha capito bene anche l’elettorato. Nel 2012 sono entrata in Vince Civitanova perché a parole Fausto Troiani e Fabrizio Ciarapica professavano un civismo e un metodo democratico che invece non ho trovato, tanto è vero che alla prima riunione, la sera dopo la sconfitta elettorale contro Corvatta, furono proprio Fausto e Fabrizio a dire a tutti noi che dovevamo iscriverci al partito di Storace, La Destra, perché la loro origine era quella. Ma non è la mia, sono da sempre liberaldemocratica, mentre Vince Civitanova tuttora è una lista che si ispira evidentemente a valori della destra più estremista. Per quanto riguarda i teatri ho accettato la presidenza perché la cultura non ha colore politico e sapevo di poter dare la mia esperienza per i miei trascorsi nel settore. Sono andata via per i contrasti con l’amministrazione comunale e in particolare con l’assessore Maika Gabellieri (supportata da Ciarapica e da Troiani) che pretendeva di affidare tutto all’Amat per quanto riguarda i teatri, di voler chiudere il cinema sia al Rossini che al Cecchetti. Sono stati anche bocciati i saggi di fine anno delle scuole che io chiedevo fossero gratuiti. Poi c’erano continue imposizioni di eventi ed ospiti da parte dell’amministrazione, avvisandoci all’ultimo momento quando non era più tecnicamente possibile fare neanche il piano della sicurezza».

Lei ha detto “mai con questo centrodestra”. In un eventuale ballottaggio vede possibili alleanze?

«Se arriverò io al ballottaggio non farò nessun accordo con Ciarapica e Troiani. Se non arriverò al ballottaggio lascerò tutti liberi, io andrò al mare. Ma per come vedo la situazione e le risposte che sto avendo dalla cittadinanza, di mare quest’estate ne farò poco».

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L’inaugurazione della sede elettorale con Antonio Spazzafumo, che a San Benedetto ha vinto contro centrodestra e centosinistra

Con chi vorrebbe andare al ballottaggio?

«Io penso di poter battere sia Ciarapica che Paglialunga perché a Civitanova c’è una grande voglia di cambiamento e le amministrazioni precedenti hanno deluso molti e si ripresentano con le stesse coalizioni e le stesse persone che hanno dimostrato di non saper governare».

Alcune volte si è rivolta all’elettorato di Lega e Fratelli d’Italia. E ha lanciato qualche messaggio anche ai partiti. Cosa dovrebbero fare secondo lei?

«Dovrebbero avere il coraggio di tornare tra la gente ed ascoltare, di fare la politica per Civitanova e non per Roma».

Nel frattempo i candidati sindaco sono saliti a 7. Da cosa deriva secondo lei questa situazione così frastagliata e come vede i suoi avversari?

«Di alcuni avversari come De Vivo, Gabellieri e Morgoni non vale la pena spendere neanche una parola. Su Paolo Squadroni non ho ancora ben chiaro il suo progetto per la città. Con Mirella Paglialunga il centrosinistra ripete lo stesso schema del 2012, ma non basta essere stata dirigente scolastica, sono molti i settori da amministrare con competenza. Ciarapica è la semplice concentrazione di interessi di privati, messi sempre avanti a quelli pubblici».

A che punto è il vostro programma elettorale? Quali saranno le priorità?

«Questa sera definiamo una brochure che verrà poi distribuita in tutta la città. Ci saranno 10 punti cardine, a partire dal no secco a speculazioni edilizie, alla ricerca di spazi verdi e di spazi di aggregazione per i cittadini, associazioni, giovani e anziani. Fondamentale sarà anche un pool di tecnici esterni e dipendenti comunali che si occuperanno dell’Ufficio Europa per attingere ai fondi europei e quelli del Pnrr che saranno la vera strada per far decollare la città in tutti i settori: ambiente, sport, sociale, scuola, turismo».

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L’incontro di sabato al Calamaretto

A proposito, sabato ha tenuto un incontro sul turismo sostenibile.

«Si ed è stato molto partecipato. Abbiamo fatto un primo focus su agriturismi e b&b sottolineando l’importanza di collegamento tra la costa e l’entroterra con percorsi turistici comunali. Vogliamo un brand “Made in Civitanova” per valorizzare le tradizioni e le nostre eccellenze. Il 13 aprile ne faremo un altro, stavolta con stabilimenti balneari ed albergatori. Abbiamo delle proposte per collegare Civitanova con altre realtà anche via mare. E per la zona stadio, il nostro progetto sarà una riqualificazione totale per creare una vera cittadella dello sport. Nel nostro programma illustreremo tutto nei dettagli».

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