Il candidato Paolo Squadroni
di Laura Boccanera
Un altro Squadroni scende in campo per Palazzo Sforza. Dismesso il camice da medico, Paolo Squadroni prova ad indossare la fascia da sindaco con tre liste civiche: «ma non etichettatemi come no vax, non sono a capo di una ciurma pirata». 56 anni, medico del reparto di medicina a Civitanova dal 1998, Paolo Squadroni è stato da subito definito il candidato dei “no green pass”. Le sue liste infatti nascono dalla condivisione di idee e progetti con persone che hanno subìto la sospensione dal lavoro a causa del green pass o con attivisti dei movimenti “E ora basta” e a parte Mirella Franco, attualmente consigliere comunale e con un passato all’interno del Pd che ha recentemente lasciato, tutti gli altri promotori e candidati sono nuovi alla politica. E’ il quinto candidato sindaco che si presenta per le elezioni amministrative di Civitanova in programma fra qualche mese dopo Fabrizio Ciarapica che tenta il bis, la candidata della coalizione di centrosinistra Mirella Paglialunga, la civica del terzo polo Silvia Squadroni e il civico Vinicio Morgoni. Ad appoggiare la candidatura di Paolo Squadroni ci sono la lista del candidato “Nova urbs, parola ai cittadini” di cui fa parte anche Franco, “Lavoro e libertà” di Beatrice Marinelli e Alfredo Croceri e Civiltà nuova di Andrea Grosso. Ma la definizione di candidato no green pass gli sta stretta, seppure il progetto parta dalla condivisione comune di quell’esperienza come non fa difficoltà a raccontare a Cronache Maceratesi:
Il candidato Squadroni assieme ai promotori delle liste Alfredo Croceri e Andrea Grosso
«La decisione di scendere in politica matura a seguito del Covid e dell’introduzione del green pass – dice – a febbraio dello scorso anno io stesso l’ho contratto e ho chiesto il differimento alla vaccinazione a 12 mesi perché avevo gli anticorpi alti. Dapprima me l’hanno accordato, ma a settembre la misura è stata revocata e la richiesta non più giudicata idonea. Da lì è arrivata la sospensione fino a dicembre quando ho beccato ancora il Covid e sono potuto tornare al lavoro. Ma non sono un no vax, da medico con coscienza l’ho consigliato ai pazienti. Ma parlando con altre persone, come anche con Mirella Franco che si è trovata in una situazione analoga alla mia, abbiamo iniziato a chiederci come cambiare alcune impostazioni, come dare una voca a chi non l’aveva e andare contro un pensiero unico, poter parlare del dubbio anziché accettare tutto. Ho conosciuto così Beatrice Marinelli e Alfredo Croceri attivisti di Ora basta e anche Andrea Grosso di Civiltà nuova, il guru e l’anima più sociale del progetto. Il Green pass ha determinato ripercussioni negative, è ormai evidente che non è un provvedimento di carattere sanitario e non ha dato quella sicurezza che si sperava desse. E secondo noi un sindaco può fare qualcosa».
Ad esempio?:
«può smorzare i toni sui controlli, può offrire aiuti economici a chi ha perso il lavoro ed è stato sospeso a causa del green pass e non percepisce uno stipendio, può intervenire sulle bollette di sua competenza o offrire un contributo. E potrebbe far sentire la sua voce in regione per cercare un punto di incontro col governo nazionale ad esempio».
Per queste posizioni, appena vi siete presentati, siete andati incontro ad una serie di critiche, tra queste una delle più diffuse era quella di voler accaparrare il voto del popolo no vax per creare un’alternativa rispetto alle candidature già su piazza e di essere intervenuti sull’argomento in maniera tardiva alla vigilia della cessazione dello stato di emergenza. Su questo che dice?:
«Intanto nessuno garantisce che fra qualche mese in caso di ripresa dei contagi il green pass non torni obbligatorio. La nostra però non è stata un’operazione elettorale per acchiappare voti. Anzi, ho anche ricevuto proposte da parte di partiti no vax e non ho accettato. Io non ho nulla contro i vaccini e non faccio il capo della ciurma pirata. Non voglio neanche che si banalizzi questo lavoro come se fossimo personaggi o i guitti da prendere in giro nell’arena mediatica. E oltre il green pass c’è di più».
Qual è la vostra visione di sviluppo di Civitanova?
«Siamo un’alternativa che vuole davvero partire con un approccio dal basso e ridare voce ai cittadini, ai quartieri. Dal punto di vista amministrativo sicuramente non vogliamo svendere la città pezzo per pezzo ai privati. Trattiamo temi caldi come il verde pubblico e nel nostro programma che in realtà noi definiamo progetto proprio perché aperto agli stimoli di chiunque, vogliamo creare punti di ritrovo e aggregazione nei quartieri, aree per i giovani che dopo un periodo come questo hanno bisogno di spazi. E di sport. Poi parliamo anche del problema energetico. Ad esempio si potrebbero creare dei gruppi di acquisto per la fornitura elettrica così da spuntare prezzi più competitivi e aiutare le aziende locali in difficoltà. E sulle mense di cui si è parlato in un recente confronto pensiamo che sia necessario ripristinare il servizio all’interno delle scuole e non affidarlo all’esterno. Questo creerebbe anche nuovi posti di lavoro».
Nelle liste quindi ci sono tutti neofiti della politica?
«A parte Mirella Franco che stimo e conosco da anni apprezzandone la lealtà e trasparenza sì, ma non perché siamo nuovi siamo da meno o in un gradino inferiore.
L’obiettivo verosimile che vi prefissate qual è?
«Il nostro obiettivo minimo è entrare in consiglio comunale con uno o due consiglieri comunali e portare il nostro punto di vista e modo di fare politica, creare un’amministrazione davvero trasparente, riavvicinare la popolazione ai consigli comunali, riorganizzare i comitati di quartiere. Se la gente si è allontanata dalla politica è perché si è sentita in qualche modo rifiutata, come se le scelte sulla città non gli appartenessero. E poi credo che l’opinione di tutti e il parere di tutti sia importante, anche se non competente. Le decisioni senza condivisione non fanno parte della democrazia».
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…”Votate per il candidato che vi promette di meno; è quello che vi deluderà di meno”. (Bernard Baruch)
Ma soprattutto NON votate per questa gente…. Una frase di questo Sguadroni mi sbalordisce: dare aiuti economici (cioè soldi dei cittadini onesti e rispettosi degli altri) a chi è stato sospeso dal lavoro perché non si è voluto vaccinare, cioè a chi se ne frega di tutti gli altri!!!! Incredibile….. e se penso che tra questa gentaglia c’è anche certa Franco…..
Se riferendosi a certa Franco, si riferisce a me, sappia che io sono esonerata, ESONERATA, dall’obbligo vaccinale, per motivi di salute, e, nonostante ciò, mi sono ritrovata dall’oggi al domani, a 3 mesi dalla pensione, allontanata dalla mia normale attività sanitaria, rimanendo per 25 giorni senza destinazione. Mi è stato pertanto impossibile effettuare il naturale e ovvio passaggio di consegne e ho lasciato il Servizio in un mare di guai. Tutto ciò in attuazione del decreto, poi convertito in legge, sostenuto da tutti i partiti, finte opposizioni comprese. Alla fine sono stata destinata ad attività di contact tracing che ho svolto con serietà e impegno, nonostante tutto, fino a 10 giorni prima di andare in pensione, quando, proprio svolgendo questa attività ho contratto il covid che ho trasmesso anche ai miei figli. Preciso che avevo dotato a mie spese il mio usuale ambulatorio, di mio esclusivo utilizzo, di tutti i dispositivi di sicurezza; mi chiedo pertanto che pericolo potevo rappresentare io avendo una stanza propria ed effettuando attività di coordinamento. Dopo oltre 30 anni nei quali ho sempre cercato di tenere alto il nome del servizio pubblico, interrompendo anche le ferie, come spesso accade a, per recarmi a visitare un paziente se l’ospedale chiamava, credo che non meritavo un simile trattamento a 3 mesi dalla pensione (ma questo è il mio sentire, e capisco che chi ha facilità a giudicare il prossimo possa pensarla diversamente. Preciso inoltre che, nella prima ondata di covid del 2020, avevo acquistato dispositivi individuali di sicurezza che ho dato a tutti, quando le disposizioni ufficiali erano di non indossare mascherine per non spaventare gli utenti e quando, stranamente, io avevo trovato le ffp2 che invece le istituzioni non trovavano. Preciso inoltre che, tra il personale sanitario demansionato e tra quelli sospesi che oggi con facilità vengono definiti “gentaglia”, molti, tra medici, infermieri e OSS avevano lavorato con pazienti covid e finanche nel Covid Hospital fino a poche settimane prima (i famosi ‘angeli’ con le tute bianche che da un giorno all’altro sono stati trasformati in untori). Forse non tutti sanno che il personale sanitario sospeso (non è il mio caso) è stato mandato a casa senza stipendio, quando il reddito minimo di sussistenza viene garantito anche a chi è incriminato per colpe gravi. Credo che, prima di parlare, sarebbe auspicabile conoscere almeno un po’ le situazioni individuali e diverse, caso per caso. Facile giudicare quando non si sa niente.
Aggiungo, vedo che il sig. Ivo Schiaffi è stato un Dirigente dell’Asur regionale. Mi complimento per l’opinione che ha del personale sanitario, parlando di “chi non si è voluto vaccinare” e ignorando che le situazioni sono varie, diversificate e complesse.
Il pensiero unico, che è non-pensiero, deve perseguitare la complessità, fino al punto da censurare in nome della Scienza la ricerca scientifica https://www.italpress.com/covid-uno-studio-dimostra-gli-effetti-della-lattoferrina/.
La cronaca palesa ogni giorno di più la pericolosità di questi vaccini, ma la credibilità delle istituzioni, il prestigio dei dottor Stranamore, la necessità del principio d’autorità e il rispetto delle gerarchie sono valori ben più importanti dei misteriosi malori, degli occasionali incidenti, il mormorio dei quali raggiunge in qualche modo qualcuno.
Riceviamo e pubblichiamo:
Buonasera, sono Paolo Maria Squadroni e sono contento di poter chiarire quanto riportato nella mia intervista pubblicata la scorsa settimana su Cronache Maceratesi. Tengo a precisare che al di là del fatto che i miei consigli terapeutici provengono sempre da un’attenta valutazione del rapporto rischio/ beneficio in relazione alla peculiare situazione clinica di ciascun paziente sono fermamente contrario ad ogni obbligo terapeutico e favorevole alla libertà di scelta basata sul consenso informato.