«Come è morta mia madre? Non so, credo sia stato un incidente, che non era voluto, che non è partito questo personaggio per farle del male. Credo sia stata soffocata» dice la figlia di Rosina Carsetti, Arianna Orazi, a Quarto Grado, ribadendo la sua versione del delitto compiuto da un rapinatore. Nel corso della trasmissione ieri sera è stato mostrato anche un documento del 118 sull’intervento del 24 dicembre e in particolare sulle cure portate dagli operatori sanitari al marito di Rosina, Enrico Orazi, che, dice il documento, aveva un segno edematoso di media entità e chiaramente evidente sulla guancia destra e si parla anche di lievi graffi ed ecchimosi su una mano. In particolare è stato sentito il figlio di una amica di Rosina, Laura. Si tratta dell’amica che Rosina aveva chiamato intorno alle 17 del 24 dicembre (resta da chiarire se ci avesse parlato o se fosse scattata la segreteria) e che a gennaio è morta a causa del Covid.
Il figlio ha risposto ad una domanda che Rosina riferì alla madre «Mi disse che Arianna le aveva dato una spinta, si era fatta male ad un braccio». Ha inoltre aggiunto che «quando mia madre ha saputo che era morta ha pensato subito che le avessero fatto qualcosa, che l’avessero uccisa. Ha pensato subito ad un omicidio più che ad un incidente. Di chi parlava dicendo che l’avevano uccisa? Questo non so». Sui presunti maltrattamenti e la condizione di Rosina in casa, ha detto «so che non stava bene in casa. Sapevo non era libera, che doveva chiedere il permesso per fare le cose». Su questo aspetto la famiglia ha sempre risposto che non è vero che la 78enne subisse maltrattamenti né che non fosse libera di fare ciò che voleva. La famiglia di Rosina dice che ad uccidere la donna, nella villetta di Montecassiano, è stato un rapinatore entrato in casa nel pomeriggio della vigilia di Natale. Una versione che però non sembra convincere la procura che ha indagato per omicidio la figlia di Rosina, il nipote Enea Simonetti, il marito della 78enne, Enrico Orazi, tutti assistiti dagli avvocati Andrea Netti, Valentina Romagnoli e Paolo Morena.
(redazione CM)
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