La videoconferenza. In basso a sinistra il sindaco Sborgia e al suo fianco il rettore Claudio Pettinari.
di Monia Orazi
«Una struttura ospedaliera a Camerino è necessaria, si consideri che quest’anno abbiamo avuto un notevole incremento della popolazione studentesca, ci sono stati oltre duemila nuovi iscritti ad Unicam. Il personale di Camerino contribuisce a far funzionare il Covid hospital di Civitanova, va preso personale dalle varie aree vaste della Regione, in modo da non penalizzare una sola struttura sanitaria». A dirlo è stato il rettore Unicam Claudio Pettinari, oggi pomeriggio, nel corso della riunione online convocata dal sindaco di Camerino Sandro Sborgia, per parlare del rischio di conversione a Covid, del reparto di medicina di Camerino. Il primo cittadino era furioso oggi per l’ipotesi che venissero trasferiti pazienti Covid a Camerino. Questa mattina si era diffusa la notizia, poi smentita dal vicepresidente del consiglio regionale Gianluca Pasqui, di un inizio della riconversione a presidio Covid, con i primi ricoveri e ha usato parole forti («così nell’entroterra si muore, chi sta male si trova a fare 50 chilometri per andare in ospedale»). Pericolo scampato per ora, ma il rischio rimane, perché come è stato ricordato, l’utilizzo dell’ospedale di Camerino come luogo di cura per i malati di Covid, è previsto dal piano pandemico regionale. All’incontro ha presto parte l’arcivescovo di Camerino Francesco Massara: «Va tenuta un’interlocuzione seria con la Regione, che in un momento drammatico come questo si trova a prendere decisioni importanti e molto dure. Non si deve guardare solo al presente, ma anche al futuro degli ospedali della montagna. Si deve guardare al bene del territorio, alla dignità dei cittadini che hanno il diritto alla salute, la sanità è un tema delicato. Abbiamo già avuto un terremoto strutturale, ora quello pandemico. Quando è stata inaugurata la Tac donata dalla fondazione Bocelli ed altri benefattori, sono intervenuto dicendo che grazie alle donazioni l’ospedale di Camerino ha avuto la Ferrari, ma mancano i piloti. Da parte della chiesa massima disponibilità, ringrazio tutti per quello che fanno, non esiste solo il problema dell’ospedale, ma è un momento di grande tensione sociale, che si riflette nelle famiglie, c’è anche un’emergenza sociale su cui invito a tenere alta l’attenzione». Numerosi sono stati gli interventi degli oltre dieci sindaci presenti, di quasi tutti i comuni del territorio delle alte valli del Nera, del Chienti, del Fiastrone e del Potenza. Ciascuno ha dato il suo contributo per una puntuale analisi della situazione sanitaria attuale, tutti concordi nel dire che Camerino è un ospedale di riferimento per l’intero territorio montano, con una popolazione frammentata ed anziana, bisognosa di una serie di cure anche in tempi normali. In tanti hanno espresso preoccupazione per la stagione invernale ormai incombente e per la situazione della viabilità, che non facilita di certo la prestazione dei servizi sanitari. E’ stato rilevato anche come la presenza di una serie di cantieri della ricostruzione post sisma, ormai operativi, richieda la presenza di un presidio sanitario. E’ stato fatto l’esempio di una eventualità di una emergenza a Visso e Castelsantangelo, ipotizzando le difficoltà di gestione senza l’ospedale di Camerino libero dal Covid. Alla fine tutti i sindaci hanno concordato nel chiedere un incontro urgente ai vertici regionali, da tenersi al massimo entro lunedì, per discutere del ruolo del presidio sanitario di Camerino, durante l’emergenza pandemica. Al termine dell’incontro ha detto il sindaco di Camerino Sandro Sborgia: «Ho chiesto ai sindaci di riflettere sull’eventuale riconversione dell’ospedale di Camerino a presidio Covid. E’ vero che Camerino è inserito nel piano pandemico regionale, ma ritengo che si debba partire da Civitanova, non per questioni di campanilismo, ma per ragioni oggettive. C’è una viabilità migliore e migliori condizioni climatiche, con l’inverno ormai in arrivo che non sappiamo come sarà a Camerino ci possono essere precipitazioni nevose e dunque problemi. Abbiamo già fatto la nostra parte e la faremo, se i numeri non dovessero bastare. Le condizioni rispetto a marzo sono molto diverse». E’ stato ufficialmente chiesto un incontro alla Regione, che ancora non è stato fissato.
Reparto Covid a Camerino, Sborgia: «50 km per andare in ospedale, così nell’entroterra si muore»
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ci voleva il covid per capire una cosa così ovvia?