Due morti alla casa di riposo:
«Alla Lazzarelli viviamo un inferno»

SAN SEVERINO - A comunicarlo Rosa Piermattei. Si tratta di un uomo di 77 anni e di una donna di 98. Il sindaco chiede aiuto: «Non possiamo abbandonare gli anziani»

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Due morti alla casa di riposo di San Severino. Si tratta di un uomo di 77 anni e di una donna di 98 che vivevano alla struttura Lazzarelli e che avevano delle patologie pregresse. «La situazione all’interno della struttura è gravissima con 61 pazienti positivi su 85 ospiti totali. Stiamo chiedendo aiuto da giorni per il semplice fatto che stiamo vivendo un inferno» questo l’appello disperato che torna a lanciare il sindaco, Rosa Piermattei. «Mi auguro intervengano il prima possibile le forze militari, avevo già scritto per chiederle quando avevamo 10 persone positive e si è capito subito che la situazione poteva degenerare. In due settimane perché non sono stata ascoltata? Non si era situazione come quella di oggi – dice il sindaco Piermattei -. Passare diciotto giorni e 18 notti con il pensiero di non essere in grado di riuscire ad essere presenti, soccorrerli per le loro necessità è un inferno. Essere abbandonati soli, perché non c’è il personale per svolgere i servizi, a quel punto organizzare è un castello che non ha fondamenta». Sulle due persone decedute: «per me, per la direzione, oggi ci è morto un caro di famiglia. Chi ci affida queste 85 persone pensa che vegano trattate molto meglio di quello che possono fare a casa. È inaccettabile, è un momento che sono in guerra con il mondo. Rimanere inerme il mio cervello non lo accetta. Mi sento impotente, vorrei entrare per aiutarli ma sono tassativi e quello che mi chiedono è di farlo con il mio ruolo di sindaco. Per quanto riguarda il resto, io ho bisogno di medici. Ho chiesto all’Italia intera di aiutarmi. Perché non siamo capaci noi cittadini normali – continua Piermattei -. Usca e Asur hanno fornito fino ad oggi un dottore, dalle 4 alle sei ore e una infermiera. Oggi i dottori mi risulta sono aumentati e c’è qualche infermiera in più. Ma non basta. Serve anche una persona che coordini. Una riorganizzazione all’interno della struttura per salvare, innanzitutto le 17 persone che sono negative, che al momento sono isolate. Non mi fermerò finchè non vedo una soluzione. In queste due settimane perché non sono stata ascoltata? Non si era in una situazione come quella di oggi. Una soluzione la troverò, la troverà chi di dovere, secondo i doveri che abbiamo in base alla Costituzione. Non possiamo abbandonare gli anziani».

(Ultimo aggiornamento alle 15,50)

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