di Alessandra Pierini
Una settimana fa Francesco Acquaroli, 45 anni, è diventato presidente delle Marche. Ex sindaco di Potenza Picena e deputato nei banchi di Fratelli d’Italia, nel giro di 24 ore, si è trasformato in governatore. Un passaggio ventilato e quasi certo alla vigilia delle elezioni: i sondaggi lo hanno sempre dato in netto vantaggio. Ma comunque un importante cambiamento nella sua vita (già abbastanza stravolta dalla campagna elettorale) e per quanti gli stanno intorno. Non c’è ancora la proclamazione ufficiale che dovrebbe arrivare a giorni, ma il nuovo presidente si è già catapultato nelle questioni territoriali, quelle che da sempre lo appassionano di più.
Presidente, nella sua vita ci sono tante costanti. Una è senza alcun dubbio la politica. Da dove viene questa passione?
«Vengo da una famiglia in cui non si è mai fatta politica e nessuno parlava di politica. Semplicemente durante e dopo le vicende di Tangentopoli, ho pensato che l’Italia avesse bisogno di qualcosa a cui credere. Ero molto giovane, facevo il liceo. Mi piaceva molto la figura di Gianfranco Fini. Ho quindi iniziato dal Fronte Gioventù di Potenza Picena (vive da sempre nel quartiere di san Girio ndr). Affrontavamo battaglie territoriali, la discarica alla Castelletta per dirne una, che nulla avevano a vedere con quella politica nazionale che mi aveva ispirato. Alla politica del territorio mi sono appassionato e da lì è venuto tutto il resto».
Altro punto fermo nella sua vita è il calcio.
«Assolutamente sì. Sono stato un tifoso storico della Civitanovese. Quando ero piccolissimo, avevo 4 o 5 anni, mio fratello e mio cugino andavano a scuola con il figlio dell’allora vice presidente della squadra e mi portavano allo stadio e mi facevano anche indossare la maglia coi colori sociali. Quella passione tornò qualche anno dopo quando frequentavo il liceo a Civitanova. Sono anche un tifoso dell’Inter, forse per spirito di contraddizione con la mia famiglia in cui tutti erano juventini. Feci il mio primo abbonamento quando l’Inter acquistò l’olandese Dennis Bergkamp. Il calcio mi piace per il calore e per la passione che sprigiona. Ogni città ha il suo folclore e le sue caratteristiche ed è molto bello. Mi piace proprio andare allo stadio, purtroppo ora è impossibile a causa del Covid e mi dispiace molto».
Sua moglie Lucia Appignanesi, avvocato di Macerata, è al suo fianco da più di 20 anni. Com’è il vostro rapporto?
«Per me è sempre stata un sostegno, è sempre stata molto comprensiva e mi ha supportato nelle sfide più impegnative, anche se la politica ha penalizzato spesso la nostra vita di coppia».
Come vi siete conosciuti?
«Ci siamo incontrati in biblioteca a Macerata dove andavamo a studiare (Acquaroli ha frequentato un anno a Giurisprudenza per poi trasferirsi a Economia e Commercio ad Ancona, dove si è laureato ndr). Abbiamo iniziato da subito a frequentarci. Ci siamo sposati tanti anni dopo, nel 2013».
Come ha conosciuto l’attuale leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni?
«Ci siamo incontrati venti anni fa nel mondo della politica giovanile. Mi colpì perché già allora era molto pragmatica e sviluppava una leadership e un carisma naturali. Ancora oggi riesce a trascinarti perché ci crede, è coerente.
Certo 20 anni fa non potevo immaginare che sarebbe diventata ministro, vice presidente della Camera e leader di partito e oggi addirittura di un partito europeo (è stata nominata nelle ultime ore presidente dell’Ecr, Partito dei Conservatori e Riformisti europei ndr). Tra noi c’è stima, rispetto, collaborazione e amicizia. Le do sempre volentieri una mano perché è una persona che lo merita e lei ricambia. Mi sostenne come sindaco a Potenza Picena nel 2014, poi quando mi candidai per la prima volta come presidente della Regione nel 2015 e in ogni fase importante, compreso ora».
La scorsa settimana ha incontrato Matteo Salvini. Cosa vi siete detti?
«E’ stato un dialogo molto cortese e costruttivo».
Qual è il bilancio di questa prima settimana da presidente delle Marche?
«Tanto entusiasmo ma anche il peso della responsabilità. Dobbiamo affrontare una pandemia ancora in corso, il nodo della ricostruzione, il lavoro. L’ordine del giorno è ricchissimo e le priorità sono tante. Stiamo parlando con i partiti per cercare di definire la Giunta e subito passeremo alle prime azioni di governo».
Francesco Acquaroli è stato sindaco di Potenza Picena dal 2014 al 2019 quando venne eletto in Parlamento
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In bocca al lupo Governatore.
Nelle regioni Italiane non ci sono governatori ma Presidenti di Regione.
.,
il termine governatore comunque è usato largamente da molte testate giornalistiche per indicare i presidenti di regione, anche se per definizione lo si usa per definire solamente il capo della banca d’Italia. Comunque se per lei rimane inadeguato il termine che ho usato, pazienza, Francesco Aquaroli rappresenta un cambiamento nella nostra regione sia come presidente o come governatore li sta e gli faccio un mondo di Auguri.
Se in Veneto c’è il Doge,da noi è giusto che ci sia il Governatore!
…e De Luca è un viceré…..anzi re delle 2 sicilie 🙂 :).
Che quadretto idilliaco.
Un presidente di regione tutto casa, chiesa, stadio.
Si è scordato le cene fasciste, però.
Per Stefano Valenti. Il Presidente dovrebbe essere valutato per quello che farà. Uno studente può avere in pagella un ‘4’ all’inizio dell’anno scolastico e un ‘8’ alla fine dell’anno stesso.
Quello che farà lo valuteremo tra 5 anni,quello che è spero non influisca su quello che farà!Se metti un lupo a guardia delle tue pecore,la notte non dormirai tanto tranquillo!
Per il sig. Poloni. E’ vero che il buon giorno si vede dal mattino, ma è vero anche che una rondine (la presenza alla famosa cena) non fa primavera.