di Luca Patrassi
L’occasione è stata quella della presenza della viceministro alla pubblica istruzione Anna Ascani oggi protagonista di un tour istituzionale ed elettorale nelle Marche. Il tempo per la Ascani di presentare i contenuti del suo impegno ministeriale e quelli politici come vicepresidente nazionale del Pd e il candidato governatore del centrosinistra Maurizio Mangialardi ha ribadito la volontà di passare gli ultimi giorni della campagna elettorale all’attacco frontale. Nel mirino il candidato governatore del centrodestra Francesco Acquaroli e i leader nazionali di Lega e Fratelli d’Italia. «Mi ha scritto il presidente della Lombardia per dirmi che non dovevo permettermi di dire quello che ho detto sulla loro sanità e su come hanno gestito il Covid, ma è lui che non può permettersi di parlare, hanno fatto un disastro ed è sotto gli occhi di tutta Italia. La cosa stupefacente è che il centrodestra nelle Marche ci accusa di aver privatizzato la sanità quando è la loro sanità ad avere percentuali incredibili di privatizzazione dei servizi. Certo, anche da noi l’esperienza Covid ci ha insegnato che la sanità territoriale va potenziata, che la gestione non ha funzionato benissimo. Ma tra noi e il centrodestra c’è una differenza abissale, noi abbiamo una sanità quasi totalmente pubblica che dà risposte, noi abbiamo servizi e professionisti di eccellenza. Siamo eccellenti al punto che i nostri scarti li prendono i leghisti appena andati al governo in Umbria. Per esempio il direttore generale che è di Senigallia e che conosco».
Peraltro tra le nomine umbre c’è anche quella dell’ex direttore di Av3 Alessandro Maccioni, ma Mangialardi non lo cita direttamente. «Costruire tutti ospedali nuovi provinciali per dare risposte adeguate e tecnologicamente avanzate ai nostri territori con quei soldi europei che Acquaroli e i suoi partiti di riferimento non volevano contestando l’azione dell’Europa». «In un Paese normale avremmo già vinto, poi devo confrontarmi con un candidato governatore come Acquaroli che non ci capisce nulla, non risponde alle Marche ma alle indicazioni romane e rischia di far perdere, in virtù del suo essere un sovranista antieuropeista, risorse che il Governo manderebbe nelle Marche con una amministrazione che sviluppa i sentimenti europeist ».
Messaggio finale di un Mangialardi deciso ad usare ogni mezzo: «I longobardi mi vanno bene nelle Marche, ma solo in vacanza». Il candidato governatore, imitato infine anche dal candidato sindaco Narciso Ricotta, aveva anche fatto un endorsment a sostegno di Romano Carancini, candidato alle regionali nella lista dem: «Carancini è la persona giusta per il territorio». Anna Ascani, per la verità, aveva usato toni tanto morbidi quanto duri nella sostanza: «L’unico interesse che la destra ha è quello di piantare una bandierina sulle Marche per poi sparire, come hanno fatto nella mia Umbria dove Salvini, passate le elezioni, non si è più, visto. Non che la cosa mi dispiaccia, ovviamente, ma penso a chi lo ha votato credendo alle sue promesse. Le Marche meritano qualcuno che si preoccupi del territorio, non che faccia narrazioni tanto accattivanti quanto fasulle. Quanto alla scuola, al mondo che seguo come viceministro, dico che abbiamo lavorato tantissimo, e con noi tutti gli operatori, per l’apertura di lunedì prossimo. Da mesi vedo con piacere che i riflettori dei media sono tutti puntati sulla scuola e mi fa piacere, finalmente si è capito che è una delle colonne portanti del Paese. Dico anche che il messaggio vero che deve passare è che lunedì le scuole riaprono tutte in presenza e in sicurezza». Il sindaco Romano Carancini ha sottolineato l’azione svolta dall’amministrazione comunale sul fronte dell’edilizia scolastica e le risposte date con il nuovo campus mentre Narciso Ricotta ha infine dato la situazione cittadina alla vigilia della riapertura: «Ci siamo preparati al meglio, i nido hanno riaperto tutti, le scuole dell’infanzia sono tutte pronte a riaprire lunedì con il rispetto delle norme grazie ai lavori per 180mila euro appena conclusi, abbiamo attivato 4 nuove linee e navette dedicate alle scuole, tutte operative le mense bio. Infine abbiamo ridotto al minimo l’uso delle scuole per le elezioni: solo 5 dei 17 seggi nel capoluogo saranno ubicati nelle scuole» . Apertura dell’incontro a cura di Leonardo Virgili, referente di Energia Democratica.
***
Da sinistra: Giampietro Cappella, Loretta Di Chiara, David Favia, Bruno Tabacci, Maurizio Mangialardi, Giacomo Piergentili, Massimiliano Ghio e Susanna Vitarelli
A seguire il candidato governatore è stato allo chalet Raphael Beach di Civitanova, accolto da Bruno Tabacci, presidente di Centro Democratico, David Favia e da alcuni candidati consiglieri consiglieri della lista Il centro: Massimiliano Ghio, Loretta Di Chiara, Susanna Vitarelli, Giacomo Piergentili e Giampietro Cappella. «Quello per i 5stelle e per i comunisti di Dipende da noi è un voto inutile. In ballo ci sono otto miliardi del Recovery fund che potrebbero arrivare alle Marche. Non si tratta di un calcolo matematico, ma di un rapporto politico che noi stiamo costruendo con autorevolezza, capacità e visione. Il rischio con una presidenza che non abbia queste caratteristiche è che la nostra regione diventi la ruota di scorta», ha detto Mangialardi. Ed è proprio sulla partita dei fondi europei che il candidato governatore del centrosinistra punta per recuperare lo svantaggio dato dai sondaggi rispetto al suo principale competitor del centrodestra Acquaroli. «Credo che i cittadini e le cittadine delle Marche – ha aggiunto – trovino nel nostro programma contenuti importanti e quella prospettiva per il futuro della Regione, che non può esserci in chi è stato catapultato da Roma». Anche Tabacci ha puntato sul pericolo di una vittoria della destra. «Nelle regioni dove sono andati al governo – ha sottolineato il presidente di Centro Democratico – è arrivato qualcosa di devastante. Le classi dirigenti non si inventano. Al contrario penso che Mangialardi e tutto il centrosinistra con il proprio programma abbiano le carte in regola per traghettare le Marche fuori da questo difficile periodo».
Allora è un vizio quello del voto inutile e sprecato. La democrazia non dice questo. Ognuno è libero di poter votare chi vuole
Questa storia del voto inutile è veramente stucchevole. Ogni voto è utile, non sosterrò chi dice il contrario.
Se almeno non si facessero vedere certi figuri..
Questo figuro invece di rivendicare i 27 anni di buon governo del Pd nelle Marche attacca personalmente gli avversari. Spero proprio che spariscano!
Guido Pelloni ci sto scrivendo un articolo su sta' storia del voto utile. Comunque se arrivano a questo è un brutto segnale, per loro.
Se questi ce capiscono e Acquaroli no visto che vengono a fare gli svelti nelle Marche potrebbero spiegare a noi OPERAI MARCHIGIANI per quale motivo a metà settembre dobbiamo vedere ancora l'elemosina di MAGGIO (meno di metà stipendio) di quella cassa integrazione che svanisce nel nulla ogni volta. Dobbiamo vedere MAGGIO, GIUGNO, LUGLIO, AGOSTO. Dessero una risposta. Forza!!!
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Mai scelta e gestione della candidatura a presidente della Regione fu così sballata e assurda come quella operata con Mangialardi dal centrosinistra (PD in testa) nelle Marche.
Un caso da manuale di suicidio politico e istituzionale!
Il prof. Mangialardi ha evidentemente timore di essere sconfitto dal dr. Acquaroli.
Delle due l’una.
O Mangialardi ha scelto di suicidarsi elettoralmente, puntando sulla presunzione (“siamo eccellenti”), sull’arroganza (“inutile il voto a M5S e a Dipende da Noi”) e sull’intimidazione (quando allude al fatto che il governo userebbe due pesi e due misure a seconda che le regioni siano governate dagli amici o dai nemici).
Oppure la sintesi giornalistica delle sue parole non è fedele e punta a far apparire il candidato del centrosinistra nella peggior luce possibile.
INCREDIBILE!!!!! A sostegno di Mangialardi c’è anche una lista che si chiama “Il centro” i cui leaders sono Bruno Tabacci e, udite udite, David Favia; detentori del record nazionale di 50 cambi di casacca all’anno.