I candidati del Movimento per le Marche. Da sinistra: Mascia Parisciani, Romina Leombruni, Piero Siciliano, Giancarlo Giulianelli, Giovanni Chiucchi, Ludvina Cinti, Benedetta Abbadini
di Luca Patrassi (Foto di Fabio Falcioni)
Piazza Battisti, lato bar Romcaffè, è la location scelta oggi per la presentazione della lista Movimento per le Marche. A presentare i candidati maceratesi alle elezioni regionali, a sostegno del candidato governatore delle Marche Francesco Acquaroli, è stata la coordinatrice Mascia Parisciani che ha spiegato come «abbia trovato realizzazione un progetto nato due anni fa sull’onda di battaglie importanti condotte per il territorio e sull’esigenza di dare voce ai cittadini, cosa che non è accaduta in questi ultimi anni».
Ad aprire la serie degli interventi dei candidati è stato l’avvocato Giancarlo Giulianelli: «Non avevo fatto finora politica attiva, pur essendo molto interessato alle vicende cittadine e provinciali: ora ho deciso di metterci la faccia, energia e passione dopo aver visto tante questioni non risolte. La Regione non è riuscita a dare una spinta alla ricostruzione post-sisma, anzi, non ha fatto nulla, nemmeno è stata in grado di porsi come pungolo nei confronti del Governo. Un altro terremoto, stavolta finanziario, è stato quello che le Marche hanno subito per il fallimento della ex Banca Marche che ha provocato danni immensi ed anche in questo caso la Regione non è riuscita a far nulla a tutela del territorio, dei lavoratori e delle imprese in difficoltà per l’accesso al credito. Sul fronte del nuovo ospedale occorre far bene e presto, il vecchio ospedale mostra i segni del tempo e di progettazioni fatte diversi decenni fa». Giovanni Chiucchi, provenienza dal mondo della scuola e del sindacato, ha rilevato: «Dobbiamo sentirci una comunità, passare dall’io al noi e sostenere quelle politiche utili a chi è in difficoltà, siano essi imprenditori che semplici cittadini alle prese con i problemi quotidiani legati al costo della vita, alla perdita di un lavoro, alla disabilità. Il nostro è un impegno per dare voce a chi non l’ha, una prima azione concreta potrebbe essere il rilancio dell’artigianato».
L’avvocato Pietro Siciliano ha ricordato il suo trascorso decennale da amministratore a Corridonia e spiegato di volersi dedicare alla Regione in questa tornata elettorale facendo rilevare «il totale scollamento della Regione con il territorio, assente nei settori di sua competenza e silente anche quando si tratta di farsi parte attiva nelle altre materie con il Governo. La ricostruzione post sisma è al palo, non si è mosso nulla. Quanto alla sanità la politica deve rimanere fuori ed i servizi devono essere rivolti di più ai territori. I dati economici delle Marche sono impressionanti in negativo». Cambio di generazione, anche più di una, nel passaggio del microfono a Benedetta Abbadini, studentessa, ventenne, la candidata più giovane di questa tornata (leggi l’articolo): «Sono molto onorata dell’invito ad essere protagonista di queste elezioni regionali e di farlo in una lista civica a sostegno di Acquaroli: è la mia prima esperienza, la sta vivendo con il desiderio di avvicinare la politica al mondo dei giovani con delle iniziative concrete».
Romina Leombruni è una commercialista maceratese: «Ho a cuore il mondo delle imprese, messo in grossa difficoltà dal Covid dopo la crisi. L’economia è bloccata mentre la Regione è rimasta indietro di decenni quanto alle infrastrutture, ai trasporti, alle reti e alla semplificazione della burocrazia. Siamo la penultima regione italiana in fatto di utilizzo dei fondi europei. Infine Ludvina Cinti, residente a Pieve Torina e fondatrice del gruppo “La terra trema, noi no”: «Abbiamo messo in piedi tante proteste, abbiamo avanzato proposte senza mai essere ascoltati, senza vedere un reale cambiamento nelle strategie di chi ha determinato lo spopolamento delle aree interne. I numeri della ricostruzione dati nei giorni scorsi dal commissario Legnini sono impressionanti e fanno rabbrividire, ci vuole un reale cambio di passo, siamo stufi di promesse non mantenute. Ci vogliono programmi decennali sui quali fondare gli investimenti, ci vogliono i servizi per dare un futuro a chi ama questo territorio, un dovere morale verso i bambini che hanno diritto ad avere un futuro».
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