Mangialardi: «Salvini oscura Acquaroli»
Ciarapica bacchetta Micucci,
Baiocco e Pasqui si presentano

DIARIO ELETTORALE - Il candidato governatore del centrosinistra sull'incontro del leader della Lega con i cacciatori e i pescatori di Civitanova: «Soliti vuoti slogan qualunquisti e neanche un accenno a proposte concrete». Il sindaco in corsa con Forza Italia al capogruppo uscente del Pd ricandidato: «Dove è stato in questi cinque anni? Si sveglia adesso perché si vota?»

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Maurizio Mangialardi

«A Civitanova dovevano parlare di pesca, ma come sempre Salvini ha finito per mettere in scena il suo show volto a oscurare il povero Francesco Acquaroli. Ovviamente cavandosela con i soliti vuoti slogan qualunquisti e neanche un accenno a proposte concrete.». Così il candidato governatore del centrosinistra Maurizio Mangialardi commenta il comizio del leader della Lega dell’altro giorno al Cts Caccia territorio e sviluppo di Civitanova (leggi l’articolo).  «Io credo – continua Mangialardi – che lo sviluppo del settore della pesca non possa prescindere dall’indirizzare al meglio i Fondi europei. Le Marche, con i suoi 174 chilometri di costa, 8 porti pescherecci, mille imprese di pesca, circa 50 imprese di acquacoltura, oltre 2 mila addetti e un indotto di centinaia di aziende che operano nella filiera, vantano un settore di primaria importanza, terzo nel panorama nazionale per valore delle produzioni ittiche, con circa il 10% del totale. Valorizzare le nostre produzioni ittiche locali restano i contenuti principali delle nostre linee programmatiche che mirano all’aumento della competitività del settore ittico tramite l’ammodernamento dei porti, la realizzazione di nuovi servizi, l’inserimento di giovani nel comparto e tutela della piccola pesca. Inoltre, puntiamo alla realizzazione di piani di gestione della risorsa ittica per una pesca sostenibile. Su questa base dovrà essere ripensato anche “il fermo biologico”, strumento necessario, ma non più condivisibile nell’articolazione assunta nell’ultimo decennio. Nostro obiettivo primario – conclude – è quello di estendere tali regole in ambito extra regionale promuovendo il distretto del medio Adriatico».
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Fabrizio Ciarapica

Rimanendo in tema di regionali e sempre a Civitanova, continua il botta e risposta tra il sindaco e candidato con Forza Italia Fabrizio Ciarapica e il capogruppo uscente dei dem in Regione in corsa per la seconda legislatura Francesco Micucci. Al centro, il nodo viabilità. Ciarapica aveva attaccato il centrosinistra parlando di 25 anni di immobilismo alla guida della Regione, l’altro aveva contrattaccato citando le mancanze di Civitanova a guida centrodestra.  «Forse Micucci vuol far dimenticare che nella precedente amministrazione Corvatta Civitanova ha perso tutto – sottolinea Ciarapica – dall’università all’Accademia di Belle Arti, ha buttato alle ortiche due milioni di fondi europei per il sottopassaggio di via Einaudi e l’ascensore per l’ accesso alla città alta; aveva riempito il lungomare di abusivi e permesso accampamento di zingari ed altro. La città era arrivata ai minimi storici e lui faceva parte di quella maggioranza ricoprendo, peraltro, per ben 3 anni il ruolo di assessore all’urbanistica, un assessore che in 3 anni non ha progettato né programmato, neanche un marciapiede nuovo. Basta ricordare l’area marinara, completamente fatiscente, mentre oggi la stiamo riqualificando completamente insieme a tante altre opere che stiamo realizzando, mantenendo gli impegni che ci eravamo presi con la città: la sicurezza, la legalità, la pulizia e il decoro e anche le grosse opere che cambieranno Civitanova. Micucci, in Regione non è stato minimamente in grado di difendere l’ospedale di Civitanova tanto che oggi si continua ancora a parlare di ospedale di Macerata, a danno di quello di Civitanova. Il sottoscritto si sta battendo per il potenziamento di tutte le strutture sanitarie pubbliche, quella di Civitanova e quella di Macerata. Quanto all’ospedale di Civitanova, ricordo a Micucci, che è presidente della commissione sanità in regione e non ha fatto altro che avallare tutte le scelte che vanno verso il depotenziamento di Civitanova. L’altro settore al quale lui chiede voti è la marineria. Micucci deve ricordare che se oggi abbiamo un porto poco sicuro e mai cresciuto, la colpa è soprattutto sua. C’è un piano del 2005 depositato in Regione di messa in sicurezza ma non gli è stato dato mai seguito. E non solo la sinistra ha questa responsabilità da 15 anni, ma anche lui che per cinque anni ha fatto il consigliere non ha mai fatto nessuna azione per portare avanti questo piano che avrebbe portato un grande rilancio economico e turistico alla città. Micucci in questi cinque anni dov’è stato? Cosa ha fatto in Regione per Civitanova? Si sveglia adesso perché si vota? – conclude Ciarapica – Personalmente mi sono preso l’impegno, qualora venissi eletto, da una parte di salvaguardare le strutture ospedaliere e dall’altra di potenziare il porto. Campi in cui Micucci fino ad ora è stato sempre assente. Oggi critica noi senza ricordare la sua assoluta nullità, e quella di tutta la sinistra, su temi fondamentali per per lo sviluppo e il benessere della città e del territorio. Meglio che se ne stia zitto, Micucci, sono i fatti a parlare e non le parole».

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La presentazione della candidatura di Sabrina Baiocco

Da una polemica all’altra, continuano anche le presentazioni e le inaugurazioni delle sedi elettorali degli oltre 500 candidati al Consiglio regionale. Ieri è stata la volta di due esponenti di Forza Italia: Sabrina Baiocco a Porto Recanati e Gianluca Pasqui a Camerino. Baiocco bancaria di 50 anni sposata con l’ex senatore Salvatore Piscitelli, in primis, ha posto il tema del terremoto e della lentezza della ricostruzione e del mancato ascolto delle reali necessità di quei territori. «In  questi giorni – ha ribadito – sono stata nelle aree colpite dal sisma e ho trovato persone con una grande dignità che nonostante  tutto hanno la voglia di ricominciare al di là dei 4 anni trascorsi con una ricostruzione rimasta totalmente al palo». Sulla sanità ha sottolineato come la politica regionale di questi anni «ha accentrato il sistema a discapito dei cittadini che non hanno più un servizio di prossimità. Il mio – ha aggiunto – sarà un impegno costante per avere più attenzione al sud delle Marche e alla provincia di Macerata penalizzata storicamente rispetto alle province di Ancona e Pesaro».

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Gianluca Pasqui e Riccardo Sacchi all’inaugurazione della sede elettorale

«Ci sono due motivi per cui non mi dovreste votare – ha detto ironicamente Pasqui all’inaugurazione della sua sede elettorale in via Le Mosse – Il primo è il fatto che sono una persona coerente. Nel 1994 ho preso la mia prima tessera, quella di Forza Italia, e oggi sono ancora qui. Il secondo è che il mio casellario giudiziario è immacolato dopo essere stato, fra l’altro, assessore, vicesindaco, sindaco e consigliere provinciale. Coerenza e onestà sembra non siano tanto di moda di questi tempi, ecco perché non dovreste votarmi. La montagna e l’entroterra hanno in questa tornata elettorale la concreta possibilità di tornare a essere rappresentate in consiglio regionale. Ci sono altri candidati che dicono che sia inutile votare Pasqui e Forza Italia perché tanto il seggio non scatterà. Beh, vi dico che secondo le proiezioni, il seggio scatterà proprio in provincia di Macerata. Ecco perché ho bisogno del vostro aiuto, per ridare dignità a questa nostra terra abbandonata da 4 anni sia dal governo centrale che da quello regionale. C’è bisogno di Politica con la P maiuscola: io non andrò mai in giro a dire di non votare un altro candidato. Sarete voi a decidere se la montagna dovrà essere rappresentata o se, ancora una volta, i seggi della provincia di Macerata in consiglio regionale saranno appannaggio di altre zone diverse dall’entroterra. E’ una occasione forse unica e vi dico che ce la possiamo fare». Pasqui, poi, ha pubblicamente affermato che, qualora non venisse eletto, questa sarà la sua ultima esperienza politica.

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