«Dopo tre anni ancora foto tra le macerie,
non c’è proprio niente da festeggiare»

LO SCATTO della vissana Aurora Tebaldi: «Me l'ha chiesto mio figlio. La ricostruzione è lenta e noi possiamo fare poco»

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La foto voluta dal figlio di Aurora Tebaldi, tra le macerie di Villa Sant’Antonio (Visso)

 

«Questa foto me l’ha chiesta mio figlio, che ha cinque anni. Non è casa nostra: lui non la ricorda e non l’ho più portato a vederla. Certo, fare le foto ancora tra le macerie dopo tre anni dal terremoto fa capire come stiamo messi». Aurora Tebaldi, vissana di 28 anni, racconta così la foto che ha condiviso oggi, anniversario della scossa del 26 ottobre del 2016. Un anniversario però, come ricorda Tebaldi, in cui «non c’è proprio niente da festeggiare. Stiamo ancora tra le macerie e per la ricostruzione sappiamo che ci vorrà tempo. Noi possiamo fare poco a riguardo». La foto è stata chiesta dal figlio della ragazza, stamattina, durante una passeggiata. «Stavamo camminando a Villa Sant’Antonio quando ci siamo imbattuti in questa casa crollata – racconta Tebaldi -. Mio figlio mi ha chiesto di scattargli una foto dove si vedesse che era triste per il fatto che fosse crollata. Proprio mentre scattavo la foto si è avvicinato anche un gattino, probabilmente arrivato da un orto vicino». Una foto simbolo in una giornata in cui tutto il Paese torna a ricordare, dopo l’anniversario del 24 agosto, la sequenza sismica che dal 26 al 30 ottobre del 2016 sconvolse completamente la vita di migliaia di persone nel Centro Italia.

(Fe. Nar.)

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