L’area sae
di Monia Orazi
Larghe barre di ferro e reti restano ad ingabbiare le ferite degli edifici di Ussita, quelli che si trovano in località Costa e nella zona dietro al Comune, solo da poco usciti dalla zona rossa. Adesso per i lavori di messa in sicurezza, sarà la volta di località Piè la Costa, dove alcuni edifici gravemente danneggiati saranno abbattuti ed uno puntellato, per una spesa complessiva di 138mila euro. Le ultime ordinanze firmate dall’ormai ex sindaco Vincenzo Marini Marini, di riduzione della zona rossa risalgono alla fine dello scorso settembre. Rimangono in zona rossa alcune zone del comune di Ussita, in cui i nomi delle località sono importanti come quello del capoluogo: Casali, Castelfantellino, Palazzo, Castelmurato e San Placido, sono inoltre comprese delle porzioni dei nuclei di Tempori, Fluminata, Pieve, Vallazza, Capovallazza, Sorbo e Vallestretta.
Nei mesi scorsi, intensi sono stati i lavori di messa in sicurezza. In località Pieve, il mucchio di case dietro al Comune, è stato oggetto di alcune demolizioni e della messa in sicurezza di un muro sottoscarpa pericolante, con una palificata in acciaio, per una cifra complessiva di 122mila euro dalla ditta Rock e river. Anche un altro muro lungo la strada tra Tempori e Vallazza, è stato messo in sicurezza perché si trova lungo la via pubblica, per un importo complessivo di circa 12mila euro, eseguiti dalla ditta edile Cardurani. In via Santa Maria Assunta, sempre zona Pieve, da poco è terminata la messa in sicurezza di alcuni edifici pericolanti, per 178mila euro, eseguita dalla Crucianelli Rest Edile. Grazie alle messe in sicurezza eseguite nei mesi scorsi si è tornati a transitare in via Santa Lucia e nella zona di Sasso in via La Rua, passeggiando tra case silenziose in gabbia. Chi frequentava Ussita prima del terremoto, vive come per gli altri paesi terremotati, i flash back di volti, visi e situazioni, di quando c’era ancora la presenza umana. E’ surreale passeggiare per i vicoli della parte storica, tra case ferite, tenute in piedi solo dalla stabilità degli assi in ferro. Se per quanto riguarda i vivi, ci vorranno anni di pazienza per vedere gli edifici ricostruiti, come in gran parte del cratere a causa delle strettoie burocratiche che caricano ogni progetto presentato, di un tempo tra gli 8 ed i 12 mesi di attesa, sul fronte dei defunti qualcosa si muove.
E’ stato appaltato lo scorso 11 ottobre l’ampliamento del cimitero di Casali, per una cifra di 100mila euro circa, alla ditta edile Cesari di Matelica. E’ stata invece rinviata a data da destinarsi, la seduta in cui scegliere le aziende edili, da invitare al bando per la messa in sicurezza della strada di accesso al cimitero monumentale e la realizzazione di 150 loculi provvisori, necessari ad ospitare i resti mortali delle tombe devastate dal terremoto. La seduta per esaminare le manifestazioni di interesse per i lavori, che costeranno 726mila euro, si sarebbe dovuta tenere lo scorso 21 agosto. E’ stata rimandata perché sono arrivate tante offerte, che avrebbero bloccato ed ingolfato le attività degli uffici comunali. Ne sarebbero sufficienti 15 di aziende, per l’appalto con procedura negoziata. Il Comune ha appaltato circa 40mila euro di lavori per la messa in sicurezza delle strade comunali. Resta chiusa e sigillata la zona dell’ex Eca a Tempori dove è stato rinvenuto amianto. A poca distanza, spunta dal terreno uno dei pali in cui si sta inserendo la fibra ottica, per permettere di collegarsi ad internet con la banda ultralarga, a due passi dalle macerie, ma anche dall’unica casa abitata del piccolo borgo. Testimone del passato resta la chiesetta quattrocentesca, imbrigliata in un’armatura metallica che la copre tutta, rendendola irriconoscibile. Tra gli ultimi lavori appaltati, la messa in sicurezza di un edificio pericolante in località Capovallazza, adibito a sottostazione di smistamento elettrico, per una spesa prevista di circa 46mila euro.
Che tristezza lasciati all nulla
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