Dalla Toscana i fondi per il laghetto,
ok alle strutture mobili
come seconde case

VISSO - Al via la riqualificazione dell'area grazie ai fondi raccolti dalla Regione e dai cittadini toscani. L'amministrazione concedete anche di realizzare casette su terreni di proprietà per favorire la presenza dei vacanzieri, avvalendosi della norma "Salva Peppina"

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Il laghetto di Visso

 

di Monia Orazi

Al via la riqualificazione dei giardini e del laghetto di Visso e via libera ai residenti delle seconde case che nel terreno di loro proprietà vogliano mettere una casetta mobile, in cui alloggiare in paese nei periodi di vacanza, ai sensi della norma “Salva Peppina”.

visso-laghetto-1-1-650x365SOLIDARIETA’  – E’ il progetto del Comune per la riqualificazione dei giardini del laghetto, il primo in graduatoria tra quelli ammessi a ricevere i fondi di solidarietà, donati dalla Regione Toscana, ai comuni colpiti dal terremoto del 2016, per una cifra complessiva pari a un milione e 118mila euro. Sono sette in totale gli interventi finanziati dai fondi toscani, con cui la Regione ha stipulato una convenzione per utilizzarli. Al Comune andranno 196mila euro di contributo per la riqualificazione del laghetto e dell’area verde annessa, la notizia è stata accolta con grande soddisfazione, dall’amministrazione comunale. Nel settembre 2016 la Regione Toscana decise di stanziare un milione di euro di contribuito straordinario, per interventi di sostegno alle popolazioni colpite dal sisma e nel contempo ha aperto l’ulteriore raccolta dei fondi da parte dei cittadini, un conto corrente unico per l’emergenza del dopo terremoto nel centro Italia. Gli altri progetti ammessi a contributo, in ordine di graduatoria sono la riqualificazione del parco giochi di Montagnano a Camerino per 116mila euro, il recupero del circolo Acli di Pievefavera di Caldarola per 72mila euro, la realizzazione di una struttura per attività ricreative a Montegallo (Ap), per 180mila euro, il recupero del molino di piazza della Vittoria a Muccia per finalità socio-culturali per un importo pari a 114mila euro, il ripristino della biblioteca comunale di Pieve Torina per 157mila euro, la realizzazione di una struttura socio-sanitaria a Fiastra per un importo pari a 199mila euro ed infine ad Ussita la ristrutturazione di casetta Ruggeri per 80mila euro. In totale sono 63 le domande presentate per un totale di oltre otto milioni di euro di fondi richiesti dai vari comuni, ma la cifra disponibile ha permesso di coprire solo i primi otto, selezionati in base a criteri previsti nel bando.

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La casetta di Peppina

CASETTE – A Visso le case in muratura agibili scarseggiano e sono poche le strutture ricettive esistenti nell’entroterra montano. Per ovviare al problema di tanti residenti nelle seconde case che desiderano tornare nella Perla de Sibillini, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gian Luigi Spiganti Maurizi, ha pensato di rifarsi alla norma “Salva Peppina”, permettendo su terreni di proprietà, il posizionamento di casette temporanee, da rimuovere quando si sarà ricostruita la propria casa. In questo modo chi vive fuori e vuole tornare temporaneamente a Visso, per motivi di vacanza o legati alla ricostruzione, potrà avere un posto in cui stare. Nel regolamento approvato ieri dalla giunta comunale si specifica che saranno autorizzate strutture leggere tipo case mobili, con finiture effetto legno e prefabbricati in legno o rifiniti esternamente in modo simile al legno, rimovibili tramite smontaggio e non come demolizione, su terreni di proprietà di chi ha la casa inagibile. Non dovranno avere strutture di fondazione in calcestruzzo. «Per evitare fenomeni di abbandono del territorio – spiega il sindaco Gian Luigi Spiganti Maurizi – le superfici autorizzate saranno limitate all’entità del nucleo familiare del proprietario dell’immobile distrutto o gravemente danneggiato dal terremoto». Per famiglie fino a due persone la casetta temporanea sarà al massimo di 40 metri quadrati, fino a quattro persone sessanta metri quadrati, oltre cinque persone 80 metri quadrati, tutti disposti su un unico piano terra. Chi presenterà domanda in comune, dovrà anche garantire tramite fidejussione bancaria o cauzione in titoli di Stato, i fondi necessari alla rimozione della casetta provvisoria.



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