(In alto la galleria fotografica di Lucrezia Benfatto)
di Filippo Ciccarelli
Vanno avanti i lavori di demolizione del ponte sul torrente Fiastra a Colbuccaro, lesionato e mai più riaperto al transito veicolare dopo l’alluvione del marzo 2011. Ci vollero un paio di mesi per ripristinare il collegamento lungo la SP 28: nel maggio 2011, infatti, la Provincia aprì al traffico il guado sul Fiastra, un’opera provvisoria e soggetta a periodiche chiusure con l’aumentare delle precipitazioni. Un provvedimento tampone nell’attesa di restituire un ponte perfettamente funzionante alla viabilità provinciale, per una strada nevralgica che collega la zona industriale di Corridonia e lo svincolo della superstrada che lì si trova alle frazioni di Colbuccaro e Passo del Bidollo e all’innesto con la SP78 Picena. Il guado sul Fiastra è stato spesso danneggiato dalle piene del torrente, fino a quella della notte tra il 27 e 28 marzo scorso (leggi l’articolo): il maltempo eccezionale ha distrutto l’attraversamento, portando le lancette indietro a tre anni fa, con la viabilità dell’area menomata.
Del ponte si è interessato anche il capo della protezione civile, Franco Gabrielli, oltre al presidente della Regione Gian Mario Spacca: i due annunciarono di aver trovato i fondi per riparare il ponte di Colbuccaro. In realtà la nuova opera sarà costruita ex novo: aggiudicato il primo bando per la demolizione dell’infrastruttura esistente, il 10 giugno scadranno i termini per partecipare al secondo appalto, quello che sarà assegnato a chi realizzerà il nuovo ponte.
I lavori procedono spediti, sotto l’occhio del Servizio Viabilità della Provincia e del Genio Civile: gran parte del ponte, lungo circa 160 metri, è stata demolita, ed è possibile che entro la fine di giugno (in anticipo rispetto ai tempi contrattuali) si riesca ad asportare completamente il materiale di risulta. Dal momento dell’aggiudicazione dei lavori ed espletate le pratiche burocratiche, l’impresa che avrà il compito di costruire l’infrastruttura avrà 13 mesi di tempo per ultimarla. Non si lavora solamente per abbattere la struttura: più a valle, lungo il corso del torrente, le ruspe allargano lo spazio per far sfogare l’acqua ed evitare danni in caso di piena. L’ultima, in ordine di tempo, il 3 maggio scorso. Chi invece non sembra avere molta fretta è il gruppo di pensionati che, a una ventina di metri dal cantiere, gioca serenamente a carte e a bocce. Da quando il ponte è stato chiuso, hanno iniziato a ritrovarsi per trascorrere del tempo insieme in un’area adiacente al guado, cancellato dalla piena del marzo scorso.
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Il commento più opportuno e’ quello di “stendere un velo pietoso” sull’amministrazione Provinciale di Macerata per il modo in cui ha gestito tutta la situazione.
Si ma…quello nuovo quando??
Stendere un velo pietoso non basta.
Pensiamo ai danni fatti da persone elette da Noi, immaginiamo se si segue il Renzi pensiero e le Province che NON VENGONO ELIMINATE, saranno gestite da chi viene incaricato per volere politico ad uso e consumo degli stessi???
E’ ORA CHE PENSIAMO ED AGIAMO CON LA NOSTRA TESTA!!!
Non illuminate da una carismatica presenza le immagini di questa scena di cantiere risultano impoetiche ed insensate, diversamente persino i disincantati pensionati avrebbero lasciato da parte carte e bocce e si sarebbero impegnati con pale e carriole nello sgombero delle macerie.
non si poteva iniziare 2 anni fa?…a quest’ora era stato terminato!
Per la demolizione di un’opera già parzialmente distrutta si sono premurati di far vigilare i lavori L’OCCHIO DEL SERVIZIO DI VIABILITÀ DELLA PROVINCIA E DEL GENIO CIVILE. Quanta premura! Per la costruzione chi interverrà? Il ridicolo in questo caso non finisce mai.