Statua massonica, ultimatum scaduto
“La politica non ha coraggio di decidere”

MACERATA - Il presidente del comitato "Stringiamoci a coorte" Giancarlo Cossiri fa sapere di aver inviato due mesi fa una lettera all'amministrazione: "Abbiamo dato una scadenza per il 30 aprile, giorno che testimonia il legame della città con Garibaldi, ma non abbiamo avuto nessuna risposta. Ora non siamo più disponibili a mantenere l'offerta"

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L'opera commissionata dal Comitato "Stringiamoci a coorte" allo scultore Ermenegildo Pannocchia

L’opera commissionata dal Comitato “Stringiamoci a coorte” allo scultore Ermenegildo Pannocchia

di Alessandra Pierini

Il comitato Stringiamoci a coorte mette il punto che la Giunta e il Consiglio di Macerata non hanno voluto o non hanno saputo mettere sull’annosa vicenda della statua dedicata all’Unità d’Italia che, realizzata da Ermenegildo Pannocchia, sarebbe stata donata alla città. L’opera non è più a disposizione della città.
Il dibattito sull’accettare o meno il dono del comitato nasce che va avanti ormai da quattro anni è evidentemente di tipo ideologico, considerato che il presidente del comitato Giancarlo Cossiri non ha mai fatto mistero di far parte della Massoneria e così lo scultore che avrebbe dovuto realizzare l’opera Ermenegildo Pannocchia. Per questo la statua si è guadagnata l’appellativo “massonica” che, impossibile negarlo, ha creato non poco imbarazzo tra assessori e consiglieri. Il primo passo dell’amministrazione è stato quello di fondare una commissione per l’ornato pubblico che valutasse l’opera. Il gruppo di lavoro formato da Nino Ricci, stimato artista della città, Gabriele Barucca della Soprintendenza per i beni storici e artistici delle Marche, Roberto Perna, direttore del Sistema museale provinciale e componente dell’Istituzione Macerata Cultura, Giuseppe Capriotti, docente dell’Università di Macerata, Pierfrancesco Giannangeli, docente dell’Accademia di Belle Arti ed Enzo Fusari, presidente dell’Ordine degli architetti ha dato l’ok il 20 marzo 2012. Tre le location suggerite per l’opera, largo Beligatti lungo via Mozzi, largo Donatori del Sangue in via Don Minzoni o in via Berardi, nella piazzetta dove attualmente si trovano i bagni pubblici. Ipotesi, quest’ultima,  che sembrava la più gradita.

A questo punto la delibera preparata dalla Giunta per l’accettazione dell’opera è arrivata in Consiglio, è cominciato allora un rimpallo di competenze finchè l’allora segretario Le Donne  sollevò un problema formale visto che, secondo la legge, non è possibile l’accettazione di opera futura. Il comitato Stringiamoci a Coorte ha pazientato fino a due mesi fa, quando ha inviato l’ennesima lettera al Comune di Macerata.
«Abbiamo comunicato due mesi fa all’amministrazione – spiega il presidente Cossiri – che se non ci avessero dato notizie entro il 30 aprile non avremmo più dato seguito alla vicenda. Non abbiamo avuto nessuna risposta, né sì, né no, quindi abbiamo deciso di chiudere la questione».

Una riunione della commissione chiamata a decidere sulla statua massonica

Una riunione della commissione chiamata a decidere sulla statua massonica

Giancarlo Cossiri, presidente del comitato "Stringiamoci a coorte"

Giancarlo Cossiri, presidente del comitato “Stringiamoci a coorte”

Il comitato Stringiamoci a Coorte non ha scelto un giorno a caso come termine ultimo. Lo spiega lo stesso presidente Cossiri in un comunicato stampa: 

«La ricorrenza del 30 aprile testimonia il forte legame che la città di Macerata ha avuto con la figura di Giuseppe Garibaldi, che a Macerata si fermò in due occasioni nel corso delle lotte risorgimentali. La prima volta che Garibaldi si trovò a passare a Macerata fu nel dicembre del 1848, mentre si stava recando a Roma per entrare in contatto con il Ministero della Guerra della Repubblica Romana e mettersi al suo servizi. Al ritorno da Roma Garibaldi e la sua truppa vennero festeggiati, il gonfaloniere invitò i maceratesi ad illuminare le strade ed i balconi, mentre sia il Circolo Popolare che altri circoli cittadini, chiesero con insistenza al Generale di rimandare la partenza, prevista per l’indomani, per il Porto di Fermo (l’attuale Porto San Giorgio). La legione garibaldina accettò l’invito e trovò ospitalità nell’ex Convento di San Domenico, oggi Convitto Nazionale, mentre il loro comandante ed i suoi ufficiali si fermarono all’albergo della Pace, una costruzione posta all’interno della cinta muraria, a spese di alcuni cittadini maceratesi. Garibaldi ed i suoi uomini si fermarono a Macerata fino alla elezioni, nel gennaio del 1849, dei 16 rappresentanti maceratesi all’Assemblea costituente che di li a poco avrebbe scritto la Costituzione della Repubblica Romana. Giuseppe Garibaldi risultò tra i deputati eletti dai maceratesi. Al momento della partenza, l’eroe dei due mondi promise di dedicare a Macerata, la città dove si era formata e consolidata la sua Legione, ìl primo fatto d’armi in cui potrà dirsi della legione che ha ben meritato della Patria come recita il testo scolpito nella lapide esposta ancora oggi all’esterno del Palazzo Comunale. Così avvenne con la Battaglia di Porta San Pancrazio a Roma, il 30 di aprile del 1849 nella quale la Legione Garibaldina sconfisse il Corpo di Spedizione inviato da Luigi Napoleone Bonaparte. Da allora il 30 aprile, ogni anno, la Città di Macerata festeggia l’avvenimento con particolare calore. In alcuni periodi le strade venivano inghirlandate, le campane delle chiese suonavano a festa, si festeggiava nel Circolo Cittadino il Giardinetto, formato a Macerata da reduci Garibaldini. Il 30 aprile del 1895 venne inaugurato il monumento a Giuseppe Garibaldi, situato alle porte della Città, nella piazza a lui dedicata.

I bozzetti di largo Donatori del Sangue con la statua di Pannocchia

I bozzetti di largo Donatori del Sangue con la statua di Pannocchia

La città ha conservato a lungo vivo il ricordo di una delle figure che hanno fatto grande il Risorgimento Italiano. Oggi questa memoria tende ad affievolirsi ed è per questo che il Comitato aveva inteso offrire alla Città di Macerata un monumento celebrativo dei valori di quel Risorgimento, strettamente legato alla Storia di questa Comunità. Il 30 aprile scade, dopo ormai tanto tempo, il termine assegnato al Comune di Macerata per avere una risposta alla proposta donativa formulata, ad oggi mai ricevuta dal Comitato. Il termine scade in questa data storica per Macerata, nella quale occorre riflettere e ricordare che proprio la difesa, la riscoperta e la valorizzazione della memoria dei valori risorgimentali fondanti la Nazione possono contribuire, a Macerata come in ogni luogo, a consolidare il riconoscimento di quegli ideali comuni che costituiscono un bene fondamentale per garantire la convivenza civile ed un libero, pacifico confronto democratico purificato da antistorici comportamenti discriminatori. Comportamenti discriminatori che noi vediamo legati più alle idee che ai atti, più ai pregiudizi che alle cose reali. A questo punto va detto che la classe politica maceratese nelle figure sia della giunta che del consiglio e del suo presidente non ha avuto neppure il coraggio di rifiutare la donazione liberale offerta dal Comitato “Stringiamoci a coorte…” coraggio che invece non mancò né a Garibaldi nè ai Garibaldini anche maceratesi, che gli stessi politici oggi onorano, nel mettere in pericolo la loro vita per in idea, per un ideale. Per questi motivi questo Comitato “Stringiamoci a coorte…” si rende, da oggi, indisponibile a mantenere, per le motivazioni sopra riportate l’impegno relativo all’offerta del Monumento commemorativo del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia fatta ben 4 anni fa ed a tutt’oggi non accettata».

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