M5S: “Macerata s’è desta
e non vuole la statua massonica”

I grillini del capoluogo commentano l'ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale per lo spostamento del busto di Mazzini nell'omonima piazza

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Il busto di Giuseppe Mazzini in largo Donatori del Sangue

Il busto di Giuseppe Mazzini in largo Donatori del Sangue

Nei giorni scorsi il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno proposto da Pierfrancesco Castiglioni di Forza Italia  che chiede lo spostamento del busto di Giuseppe Mazzini da largo Donatori del Sangue a piazza Mazzini (leggi l’articolo). L’atto ha ottenuto 14 voti a favore (Mauro Compagnucci, Claudio Machella, Bruno Mandrelli e Ulderico Orazi del Pd, Romano Carancini sindaco, Guido Garufi del Gruppo autonomo, Luciano Borgiani della Federazione della sinistra, Stefano Blanchi dei Comunisti italiani, Gabriella Ciarlantini dei Verdi Macerata, Antonio Carlini di Pensare Macerata, Pierfrancesco Castiglioni, Deborah Pantana e Francesco Formentini di Forza Italia e Marco Guzzini del Gruppo misto), 12 contrari (Daniele Staffolani, Marco Gasparrini, Marco Menchi e Romano Mari del Pd, Giuliano Meschini dell’Idv, Pierpaolo Tartabini della Sinistra per Macerata, Fabio Msssimo Conti della Lista Conti Macerata vince, Ivano Tacconi dell’Udc, Giorgio Ballesi della Lista Ballesi, Anna Menghi del Comitato Anna Menghi, Francesca D’Alessandro e Fabrizio Nascimbeni di Macerata è nel cuore) e 4 astensioni (Antonio Carlini di Pensare Macerata, Maurizio Del Gobbo, Romeo Renis e Andrea Netti del Pd).
Interviene sull’argomento il Movimento Cinque Stelle di Macerata: 

«Il punto all’ordine del giorno della seduta consiliare del 10/2/2014 proposto dal consigliere del Pdl Pierfrancesco Castiglioni e riguardante il trasferimento del busto di Giuseppe Mazzini (attualmente nel cortile antistante un dipartimento dell’Ateneo maceratese in Via Don Minzoni) nell’omonima piazza è stato approvato da una maggioranza “molto varia”, il che sta a significare, come si vocifera, l’intenzione di preparare lo spazio per la nuova discussa statua massonica.
L’opera “Stringiamoci a coorte”, ideata dallo scultore e professore dell’Istituto Statale d’Arte di Macerata Ermenegildo Pannocchia, sarà donata da un’associazione presieduta da un massone per il centocinquantesimo dell’Unità d’Italia.
Ci chiediamo se sia possibile cambiare il regalo, come si fa a Natale quando riceviamo un oggetto che non corrisponde alle nostre caratteristiche, magari con qualche opera che sia utile alla città di Macerata.
I regali sono sempre bene accetti, ma non ci convince il donatore ed il suo modo oscuro di operare (ricordate l’omerico Timeo Graecos et dona ferentes?).
La realtà è che invece di avvicinare e celebrare l’unificazione quest’opera ha già diviso la cittadinanza addirittura molto prima di essere installata!
Ogni statua o movimento, come ci insegna la storia di ogni epoca, è più di ogni altra espressione artistica la forma con cui si vogliono trasmettere valori ed insegnamenti alle generazioni future; proprio perché immersa in un luogo pubblico e quindi fruibile da tutti, essa dialoga continuamente con il contesto ambientale e culturale in cui è collocata. Pur prescindendo dalla valenza artistica della statua-dono in questione, non si può certo negare che essa, già dal bozzetto, presenta evidenti riferimenti massonici, come ad esempio il pavimento a scacchiera e la piramide.
Se questi simboli non sono leggibili dai più perché legati a specifiche conoscenze esoteriche, lo sono di certo per i “fratelli”, che in detti motivi vedono rispecchiati i loro ideali. Accettare ed esporre al pubblico una statua del genere equivarrebbe da parte dell’Amministrazione comunale ad una candida ammissione che la Massoneria, presenza silente ma ”operosa” della storia politica ed economica maceratese, ha il diritto di cittadinanza al pari delle varie associazioni culturali e no-profit presenti sul territorio. Nel collocare la statua al posto di quella raffigurante Giuseppe Mazzini si vuol fare riferimento al fatto che il libero pensiero nella (ex)città di Maria è esclusiva pertinenza della Massoneria? O cercare di trasferire nell’immaginario dei posteri che la figura di Giuseppe Mazzini è equivalente, e quindi facilmente ed innocuamente intercambiabile, con un’espressione, sia pure artistica, di una locale loggia massonica? In questo momento della vita politica nazionale e cittadina abbiamo forse bisogno di ricordare di essere ancora preda dei poteri oscuri che legano in una scia di sangue i misteri che vanno dal crack del Banco Ambrosiano alla morte di Roberto Calvi all’ombra del venerabile Gelli? Se veramente i fratelli nutrono la vocazione ad uno spirito di filantropia, che lo dimostrino con concrete opere di bene e non ricercando una visibilità da veline.
Ringraziamo ma non vogliamo accettare questo regalo, Macerata s’è desta!»

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