Giuliana Zampa sulla statua massonica:
“La commissione non è imparziale”

MACERATA - La pensionata maceratese, componente del comitato diocesano per la valorizzazione di padre Matteo Ricci ha ricevuto una lettera anonima contenente l'indiscrezione
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Giuliana Zampa è un’arzilla e grintosa pensionata maceratese. Componente del comitato diocesano per la valorizzazione di padre Matteo Ricci, propose anni fa il posizionamento di una statua dedicata al gesuita lungo via don Minzoni, in Largo Donatori del Sangue (leggi l’articolo), uno dei luoghi deputati ad ospitare la statua dedicata al 150mo dell’Unità proposta dal Comitato “Stringiamoci a coorte” (leggi l’articolo). 

Nei giorni scorsi la signora Zampa ha ricevuto una lettera anonima in busta chiusa, regolarmente affrancata in cui le è stato comunicato che all’interno della commissione chiamata ad esprimere un parere sulla statua massonica, c’è un massone della stessa loggia dell’artista chiamato a realizzarla, Ermenegildo Pannocchia. Tanto è bastato per suscitare la reazione di Giuliana Zampa che ha scritto a Cronache Maceratesi.
«L’informatore è anonimo, ma non troppo – scrive – e così una commissione che non sembra offrire le debite garanzie di imparzialità, darà il suo parere sulla messa in opera di un monumento commemorativo dell’Unità d’Italia intitolato “Stringiamoci a coorte” da collocarsi nello spazio che attualmente occupa il busto di Mazzini, in via don Minzoni. Sorvolerò sulle note vicende del progetto da me presentato nel 2007, di cui il vostro giornale si è occupato e che prevedeva tutt’altro utilizzo di quello spazio. Rispondo al tacito ma palese invito a dire la mia sul progetto in questione. Personalmente lo ritengo un narcisistico sfoggio di ricchezze e di potere che nulla ha a che fare con l’amor patrio e l’amor civico, un’altra plateale, orgogliosa ostentazione di parte che, in moneta sonante, afferma “Ci siamo e possiamo, alla periferia al centro. Eccoci qua!”. La gravissima crisi economica che stiamo vivendo impone a tutti sacrifici e rinunce. Stringiamoci a coorte? La Patria? Ma per carità. Chi vogliamo prendere in giro? La motivazione di fondo è sempre e solo una: Cicero pro domo sua. Per amore di obiettività mi corre l’obbligo di fare una precisazione. Bello vincere facile. Chi può negarlo? Però in questo caso, ha un significato ambivalente perchè si può riferire anche all’eroico mittente che nascondendosi dietro l’anonimat, a scanso di rischi, lascia che qualcun altro tolga le sue castagne dal fuoco. Dato che siamo in autunno…»

(a. p.)



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