di Marco Ricci
Dopo gli appelli dei giorni scorsi del senatore Mario Morgoni e di Teresa Lambertucci affinchè Mario Antinori – lo sfidante uscito sconfitto in novembre dalla sfida per la segreteria provinciale del Pd – accettasse la carica di vice segretario provinciale, oggi è arrivata la risposta del giovane architetto di Belforte. Sostanzialmente un “no grazie” che non lascia troppi spazi a ripensamenti o a spiragli, ma che anzi rinfocola le polemiche, visto che Antinori nella sua risposta arriva a parlare di spartizione da manuale Cencelli e di organizzazione di tipo militare. Non si realizza dunque l’unità del partito almeno nel modo in cui l’avevano auspicata i due renziani. La Lambertucci cha aveva offerto ad Antinori la vice segreteria provinciale (leggi l’articolo) e Mario Morgoni che, oltre ad esortalo ad accettare, aveva invitato Antinori ad un gesto di coraggio. Rompendo con le logiche dei capobastone e delle correnti che, a parere del parlamentare, avrebbe ridotto quasi all’inutilità il partito democratico in provincia di Macerata (leggi l’articolo).
“Non sono in cerca di posti e di incarichi”, ha dichiarato Antinori, uscito dal silenzio di questi giorni, “men che meno di quelli inventati come il vice segretario che nel nostro statuto regionale non esiste . Penso che sia arrivato il momento di chiudere questa telenovela sull’unità che secondo la segretaria provinciale e il Senatore Morgoni si sostanzia solo nei posti e negli incarichi. Sono stato chiarissimo sia nell’incontro avuto con la segretaria tenutosi purtroppo solo poche ore prima dell’ assemblea provinciale che durante il dibattito. Confermando la nostra lealtà e spirito di collaborazione vero e sincero, chiedendo solo un segnale esclusivamente politico. Che fosse assegnata a noi l ‘unica funzione apicale prevista dallo statuto: la presidenza dell’assemblea congressuale, così come Renzi ha fatto a livello nazionale con Gianni Cuperlo”.
Dopo il rifiuto, Mario Antinori non risparmia critiche alla maggioranza, accusandola in sostanza di predicare bene e razzolare male. “La maggioranza del partito, dentro una logica esclusivamente correntizia e spartitoria e sorda ad ogni richiesta”, ha infatti preseguito, “ha preferito votare la presidenza dell’assemblea addirittura a maggioranza . Si viene a dire a me di rompere l’ atteggiamento correntizio quando la maggioranza divide funzioni e cariche in perfetto manuale Cencelli. Mi chiedo dove sia finito lo spirito delle primarie di Renzi. In questi giorni solo di questo ho sentito parlare. Non di un problema o di una questione che riguardi il territorio a cominciare dalle decisioni che si dovranno assumere sulla gestione di un servizio costoso per i cittadini e strategico come quello dei rifiuti e per finire sulla situazione delicatissima del Comune di Macerata. E’ curioso che adesso chi ha sempre parlato di unità possibile e non essenziale, come il senatore Morgoni, o di un ‘ unità che bisogna meritarsi come spesso mi veniva ricordato dalla segretaria durante il congresso, lanci accorati appelli giornalistici contraddetti dai comportamenti e dai fatti concreti”.
Quindi, in chiusura della sua dichiarazione, Antinori rivendica di essere stato il primo a parlare delle logiche dei capi corrente e a puntare il dito contro la maggioranza, organizzata a suo parere in modo militare. “Io per primo ho affrontato tra aggressioni, insulti e addirittura minacce di querela il tema dei capi corrente e di una necessaria e inevitabile inversione di tendenza. E si chiede a me di rompere le correnti mentre la maggioranza è organizzata in modo militare in aree e sotto correnti che dividono e occupano con fermezza ogni possibile incarico strategico. Un po’ di coerenza per favore. Infine si è chiesto in assemblea di sporcarmi le mani con il governo del partito. Vorrei allora ricordare che io ho sempre lavorato umilmente e le mani me le sono sporcate di colla, di polvere e di fatica per ogni iniziativa e per ogni campagna elettorale di chiunque, nessuno escluso. E le mani me le voglio sporcare parlando di cose concrete che riguardano i cittadini, i loro problemi e il territorio. Per questo faccio politica, per passione e impegno ideale”.
Una chiusura piuttosto netta quella del cuperliano che ha dalla sua un buon risultato ottenuto nella competizione per la segreteria, anche davanti al pessimo risultato dell’otto dicembre di Gianni Cuperlo in provincia di Macerata. Una risposta che di certo non calmerà le acque all’interno del Partito democratico maceratese, a pochi giorni dalla nomina della segreteria da parte di Teresa Lambertucci.
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Tranquillità nel pd !!!
Il PD si spaccherà come un melone, che con Renzi è uscito “bianco”. Ma gli appetiti sono sempre gli stessi. Il PD, come lo stesso governo, è un “meticciato” alla Kyenge: si mettono insieme culture diverse e quella forte della “Sinistra” soccombe a quella più “debole” culturalmente e ideologicamente, ossia l’ammucchiata democristiana di un Renzi, che non ha una ideologia, salvo le chiacchiere.
I Compagni non si riconoscono in Renzi. Oggi, occorrono posizioni chiare: una Sinistra Sinistra (che non è Sel), un Centro Centro che è solo una cesso pubblico tenuto insieme dal potere e dalle poltrone, ed una Destra Destra, che non è Storace e Fratelli d’Italia, pronti a tornare con Berlusconi, che di “destra” proprio non ha nulla, poiché tiene il portafoglio nella tasca sinistra della giacca.
Ci sarebbro la Lega e Forza Nuova, ancora troppo deboli, pure se hanno le idee chiare sullo “ius Soli” e il “meticciato” della Kyenge: un abominio che distruggerà la nazione italiana.
@Rapanelli I tuoi discorsi sullo ius soli dimostrano come in questi giorni tu sia stato parecchio tempo in chiesa a batterti il petto……..
@ Obiwankegiulio. Come vede non ho bisogno di nickname per esprimere la mia opinione. Mi sono sempre assunto le mie responsabilità, presentandomi con nome e cognome. Per sapere chi è lei, invece, basta leggere i primi commenti, anche se sono stati tolti, datati le primarie per sindaco. Il fatto è che lei a Civitanova conta molti amici, la cui schiera aumenta di giorno in giorno. Su Antinori che dire, conferma quanto dichiarato in precedenza, ma ha impiegato tempo per rispondere alla proposta della Lambertucci. Tra i commentatori sorge il sospetto che abbia sentito i suoi sostenitori. Ma ha visto Antinori chi ha appoggiato la sua candidatura alla segreteria provinciale Pd? Sono soggetti assai esperti di correnti di partito e ora in virtù del buon successo al congresso provinciale vogliono dare battaglia. Antinori sostiene che è necessario occuparsi dei problemi della gente; molto bene, allora perchè non lo fa con un incarico operativo, come quello di vicesegretario provinciale Pd?
Vorrei dire al signor Antinori, che non conosco, e non ho nemmeno votato ne alle elezioni del segretario provinciale ne a quelle nazionali, che la spartizione tipo manuale Cencelli fatta da circa 40 anni a questa parte è comunque una spartizione democratica in base ai risultati. Evidenti spartizioni di questo tipo le abbiamo viste in rai, nei ministeri, nella scelta dei ministri, ecc….
Non posso che ripetere la domanda fatta ad Antinori in un mio precedente commento, rimasta rigorosamente inevasa:
ma se non è rilevante il ruolo in Segreteria provinciale ( nel caso specifico quello di Vice Segretario), come mai nel precedente periodo congressuale ( gli ultimi 4 anni) i “capi bastone” ( perché è innegabile che se vi sono capi bastone in maggioranza ve ne sono pure nella minoranza) della tua corrente ogni giorno chiedevano a Broccolo di allargare la Segreteria a loro rappresentanti ? Anche allora il Segretario e la maggioranza veniva accusata di “sordità” politica. O no ?
Oggi che il congresso ha eletto un nuovo Segretario e la sua maggioranza ancorché “sorda” apre decisamente a quanto richiesto per 4 anni consecutivi dalla medesima minoranza ( Broccolo veniva bersagliato di critiche ogni giorno e l’altro pure), come mai diventa imprescindibile la carica della Presidenza dell’Assemblea dato che nel precedente periodo congressuale non vi passava neanche per l’anticamera del cervello farne un punto di rivendicazione al posto dell’ingresso in Segretaria ?
Ho il vago sospetto che il concetto di unità dei capi bastone della minoranza sia molto personale: Se si vince è garantito il fatto che abbia vinto l’unità; se si perde ha vinto il “sistema correntizio” degli altri capi bastone.
Poi arriva una proposta NON PREVISTA e realmente unitaria da parte di Teresa Lambertucci ovvero, stare in segreteria come Vice Segretario insieme ad ulteriori componenti della minoranza e gestire quotidianamente il partito in modo unitario insieme al nuovo Segretario, e salta tutto lo schemino già predisposto e ricalcante la “tiritera” del precedente congresso.
Certo, a questo punto bisognava introdurre una “variante” per motivare il solito disimpegno: et voilà che arriva la genialata della Presidenza dell’Assemblea. Per favore Mario lascia perdere l’argomento dei “capi -bastone”: ti è stata offerta la possibilità concreta di farli fuori tutti ( i tuoi e quelli della maggioranza) e tu l’hai rifiutata. Il dato di fatto è questo.
Chi di capibastone ferisce, di capibastone perisce!
Per Sauro Benedetti
Caro Sauro, Antinori avrà i suoi buoni motivi per rifiutare la proposta di Teresa Lambertucci, che anche a me è sembrata “realmente”, e non fittiziamente. unitaria. Però è un peccato che non si sia formata una sia pur minima unità d’intenti nella comune volontà di far fuori i tanti boss del PD, che, terrorizzati dall’aria nuova che comunque, sia pure faticosamente, si sta manifestando nel partito democratico, per il momento hanno scelto di riposizionarsi anche a livello locale, alcuni con Renzi, altri con Cuperlo. Hanno stretto alleanze nella speranza di farle pesare nel momento in cui si dovranno decidere le candidature che contano per le prossime elezioni politiche, per le prossime elezioni regionali e per la stessa segreteria regionale del PD.
Ho questo maledetto vizio di scrivere un po’ di getto e rileggere solo DOPO aver fatto “invio”: qualcosa si può correggere ma non tutto. Mi scuso per gli errori.
Caro Peppe, innanzi tutto ti ringrazio per le considerazioni che esprimi sempre benaccette e stimolanti, ovviamente anche quando non condivise o non indirizzate a me personalmente.
Poi, colgo l’occasione per augurai un Buon 2014 a te, alla redazione di C.M. e a tutti i lettori e commentatori del giornale.
Purtroppo ( per me) non sono nato ieri e mi rendo conto perfettamente della situazione “capi bastone” nel PD. Mi piace però farti notare che la situazione del PD è mediamente tipica di una qualsiasi organizzazione partitica ( di quelle poche c he sono rimaste) o di massa dove, condivise nel bene o nel male le regole dello stare insieme, si confrontano liberamente opinioni, idee, aggregazioni e pure posizioni di potere. Mi permetto di dire che al solo avvicinarsi delle opportunità concrete di potere pubblico, in TUTTE le formazioni politiche, NESSUNA ESCLUSA, si “vivacizzano” le differenze di opinione …chissà perché… Trovo quindi assolutamente “pelose”, per non dire strumentali le critiche al funzionamento del PD provenienti da chi ha militato o milita o simpatizza per altre forze politiche, qualunque esse siano, ci tengo a sottolinearlo.
Insomma, tornando al PD, i congressi, i confronti anche feroci, i “capi bastone”, le aggregazioni, i posizionamenti dei rispettivi eserciti , le correnti di pensiero, alla fin fine sono l’anima di un partito, nel bene e nel male . Il problema non sta tanto nel denunciare scandalizzati o meravigliati tali situazioni ( è necessario pure questo, certamente), quanto nel contenerle e convogliarle nell’ambito di una giusta ed UTILE dialettica. Utile a chi ? Ecco la seconda questione di fondo: utile al bene comune ( locuzione abusata di questi tempi – ognuno la vede a modo suo in merito al “bene comune”); diciamo allora quanto meno utile a portare avanti le idee e i principi del partito nel quale si milita.
Dicevo sono l’anima di un partito nel bene e nel male. Cosa assolutamente impossibile in partiti dove il fondatore e il padrone sono generalmente la stessa persona e dove la questione dei “capi bastone” esiste solo in funzione della “vicinanza” o “lontananza” al pensiero o alla adulazione del capo. Tra quest’ultimi e il PD personalmente scelgo di gran lunga la “capobastoneria” del Piddì: quanto meno posso sempre “sognare” di cambiare la situazione ( o di provarci- cosa questa impossibile in altre situazioni) e di mandare affanculo ( si può dire, oggi va molto di moda e fa tanto “telematico”) il mio “capo-bastone” senza per questo essere mandato affanculo fuori dal partito.
Ecco, pur non negando che anche personalmente ” appartengo” ad una corrente, nell’ultimo congresso ho sostenuto Teresa Lambertucci e lo avrei fatto anche se la “mia corrente” avesse deciso diversamente, perché conoscendola un po’, ho visto in Lei non il “nuovismo” a tutti i costi spesso totalmente vuoto di contenuti e di ideali, ma la giusta dose di indipendenza, competenza e discreta ( e utile) esperienza politica e amministrativa, nonché una buona dose di grinta ed una qualità di genere che di per sé l’ho sempre considerato un valore aggiunto.
Ci credo, e ci ho creduto pure quando ha fatto la proposta ad Antinori ( altro giovane che conosco di eccellenti qualità personali e politiche). Penso anche io sia stata una proposta autenticamente unitaria anzi, per la precisione un invito a non rimanere nelle “reciproche sponde congressuali” e fare qualcosa di autenticamente rivoluzionario: approfittare della situazione per tentare di “fregare” o iniziare a “fregare” i famosissimi “capi bastone” che tanto si sono impegnati nel posizionare i propri “giovani” nello scacchiere del PD. Bene, penso che Lambertucci intenda percorrere questa strada e Antinori ha sbagliato a non sfidarla su questo terreno sganciandosi da vecchie logiche correntizie; da qui deriva la mia profonda delusione nei suoi confronti.
Certo, se Teresa Lambertucci fosse sostenuta e coadiuvata proprio da Antinori ( e forse molti altri giovani oggi ancora un po’ nell’ombra) il percorso potrebbe essere meno accidentato di quello che prevedibilmente sarà e il risultato più conseguibile di quello che si potrebbe auspicare nelle condizioni date.
Cara redazione di CM, i commenti n. 9 e n. 10 del sottoscritto vanno in ordine invertito. Grazie.
Sono membro dell’assemblea provinciale del pd ed ho sostenuto Antinori per la segreteria. Sono intervenuto nel ricco dibattito sviluppatosi nell’assemblea. Antinori ha ragione nel criticare il fatto che la maggioranza ha prima deciso la ripartizione delle cariche al proprio interno e solo dopo ha avanzato la proposta della composizione dell’esecutivo unitario. Sarebbe stato necessario discutere preventivamente della presidenza dell’assemblea. Ciò detto, ho sostenuto l’opportunità di accogliere la proposta della segretaria Lambertucci. Ritengo che le contrapposizioni hanno senso nella fase congressuale. Dopo deve prevalere una concezione ed uno stile unitari nella conduzione del partito. E’ il solo modo per sprigionare tutte le energie di cui dispone un grande partito come il pd. Anch’io credo nella non strumentalità della proposta della Lambertucci. Così come vanno colti anche gli accenni autocritici del sen Mario Morgoni. C’è un solo modo per verificare la sincerità di tali propositi: metterli alla prova nella conduzione quotidiana del partito. Si fa sempre in tempo a prendere atto del contrario. La cosa peggiore è assistere ad altri anni di divisioni precostituite che portano alla quasi paralisi dell’iniziativa politica del pd. I nostri elettori ed i cittadini del maceratese non lo meritano.
Concordo pienamente con Caporaletti. Si continua a parlare di correnti e di incarichi apicali, occorrono risposte e proposte concrete. Renzi è il segretario del PD, la campagna per le primarie è finita, come è finita la campagna per il rinnovo dei circoli e della segreteria provinciale. E’ giunta l’ora di ridare credibilità e dignità alla politica. La vera scommessa e il vero impegno civico di chi si accinge a fare politica è quello essere punto di riferimento ed interlocutore per la società civile. Al padre di famiglia che perde il posto di lavoro, al giovane laureato e non che non riesce a trovare un impiego, all’imprenditore oberato dalle tasse, al cittadino che paga le tasse senza ricevere servizi e garanzie, poco importa delle correnti di partito e delle alleanze e delle larghe intese anzi! L’unità di un partito non si compie con il criterio della distribuzione degli incarichi più o meno apicali, ma con la sintesi delle divergenze di pensiero e dei punti di vista che convergano in un unico progetto. Ho partecipato anche io alla scorsa assemblea provinciale, gli interventi erano da campagna pre-congressuale( a parte qualcuno), niente proposte o imput per la segreteria provinciale. Occasione sprecata per i delegati e per i presenti. Se si ha il dubbio, come sostiene Antinori che la maggioranza sia stata organizzata in modo militare, allora per “smiritarizzarla” bisogna rimanere dentro e lavorare per il cambiamento ed il rinnovamento! Auguro alla segreteria e al direttivo provinciale un serio e produttivo impegno nel guidare la segreteria!
Un congresso non servirebbe farlo se non fosse l’occasione per un confronto tra le idee e le persone che le sostengono. Possiamo chiamarle come ci pare ( “spartizione” ) ma resta il fatto che le cariche sono il risultato logico e perfino ovvio di un Cogresso. per l’appunto, cosa ci sarebbe di tanto strano dal momento che un Congresso serve ANCHE a questo ?
Dunque, stabilito e chiarito chi ha vinto e chi ha perso anche attraverso il posizionamento delle cosiddette “cariche”, concordo sul fatto che DOPO debba essere fatto ogni sforzo, a partire da chi ha vinto, per ricercare una sintesi il più possibile unitaria, pur sapendo che talune differenze permarrebbero ( i motivi del Congresso). Sotto questo punto di vista a me pare che nella sostanza Teresa Lambertucci abbia per prima dato un forte segnale di discontinuità rispetto al passato anche recente. L’apertura alla minoranza di partecipare alla segreteria e addirittura il ruolo di Vice Segretario affidato al suo competitore ( dunque alla gestione politica quotidiana del partito), è la risposta precisa e concreta ad una esigenza obiettiva di cambiamento e pure ad una richiesta perpretata dalla minoranza per quattro anni consecutivi nel precedente periodo congressuale.
Il problema non è quello di misurare preventivamente la sincerità dell’offerta; la proposta è stata fatta e reiterata con chiarezza e per la prima volta nelle sedi opportune ( Assemblea provinciale – anche io ne faccio parte) e Antinori l’ha rifiutata rilanciando con altra proposta che la maggioranza aveva ritenuto di non fare ( con quale speranza concreta di vederla accolta ?).
Questi sono i fatti inoppugnabili. La politica è fatta di atti concreti e di treni che passano; tutto il resto mi pare francamente fuffa tatticistica rigorosamente derivante da logiche piuttosto vecchiotte. Ed è un vero peccato che Antinori non abbia colto l’occasione per liberarsene.
Condivido pienamente la scelta fatta da Teresa Lambertucci sull’apertura alla minoranza, grande gesto di disponibilità leale nell’ottica dell’unità e del rinnovamento. Unità che si ottiene con la sintesi delle divergenze di pensiero o se vogliamo di correnti. Spero che Antinori non abbia rinunciato sull’onda emotiva del tatticismo. Davvero una occasione mancata per Antinori e per il PD.