A Macerata 30 cassonetti intelligenti,
per gettare i rifiuti ci vuole una app

COMUNE E COSMARI mettono in campo il nuovo progetto. Sperimentazione al via da domani. Dieci le postazioni. Costo di 88mila euro, di cui 54mila dalla Regione. Il sindaco Parcaroli: «Obiettivo portare la raccolta differenziata dal 75 all'84%». Per l'assessore Laura Laviano in futuro questo nuovo metodo potrebbe sostituire il porta a porta ma il presidente Giuseppe Giampaoli frena: «Non abbandoneremo un sistema sul quale abbiamo investito molto e che ha dato risultati in costante crescita negli anni. Potrà essere un'integrazione»

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Da sinistra: l’assessore Oriana Piccioni, l’assessore Laura Laviano, il sindaco Sandro Parcaroli e Giuseppe Giampaoli, presidente del Cosmari

di Mauro Giustozzi (foto di Fabio Falcioni)

Cassonetti dei rifiuti intelligenti, in grado di riconoscere l’utente e misurare i rifiuti indifferenziati al momento del conferimento. E’ il nuovo progetto sperimentale che dal 1° marzo mette in campo il Comune di Macerata di concerto col Cosmari grazie alle alte tecnologie offerte dalla ditta Emz di Bolzano che vanta un’ampia esperienza nel settore capace di proporre sempre soluzioni iniziative a servizio della gestione dei rifiuti.

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I nuovi cassonetti intelligenti

A presentare il progetto che da sperimentale potrebbe anche avere sviluppi in futuro integrandosi con la raccolta porta a porta il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, l’assessore all’Ambiente Laura Laviano, Stefano Zamara referente della Emz e Giuseppe Giampaoli presidente del Cosmari. Le postazioni interessate dalla sperimentazione sono complessivamente dieci e trenta sono i nuovi cassonetti che da domani entreranno in funzione: otto saranno destinate a servire le utenze che ricadono nelle zone di Collevario, Fontescodella, Corneto, Vallebona e Valteia e due saranno dedicate agli studenti universitari fuori sede e posizionate lungo viale Trieste e viale Leopardi. Tutti gli utenti interessati sono stati avvisati con specifica comunicazione.

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Laura Laviano illustra il progetto

«Il progetto sperimentale, del valore di circa 88mila euro, ha ottenuto un finanziamento regionale di 54mila euro – ha detto l’assessore Laviano – Il Cosmari va ringraziato perché ha accettato di buon grado di collaborare a questo nuovo progetto proposto dal Comune. Ricordo che a Macerata nell’area urbanizzata abbiamo la raccolta porta a porta per tre tipologie di rifiuti che sono multimateriale, carta e secco non riciclabile e un metodo di prossimità stradale per le altre due tipologie che sono vetro, umido e in alcuni casi gli sfalci d’erba. E’ quindi un sistema misto quello della raccolta rifiuti. Nell’area extraurbana interessata da questo progetto abbiamo invece il metodo di prossimità stradale con i cassonetti: in questo momento niente viene stravolto: abbiamo modificato il software per l’utenza e il genere di cassonetti dove conferire i rifiuti».

Ogni postazione sarà costituita da un cassonetto per la raccolta del rifiuto secco non riciclabile munito di dispositivo elettronico di controllo dell’apertura e calotta volumetrica; un cassonetto per il multimateriale (plastica e barattolame metallico) e uno per i rifiuti cartacei dotati entrambi di dispositivo elettronico di controllo dell’apertura e coperchio calibrato; un carrellino per il vetro e uno per i rifiuti umidi organici, liberamente accessibili. La calotta volumetrica e il coperchio calibrato hanno lo scopo di consentire l’introduzione nel cassonetto di sacchetti di volumetria non superiore a un determinato standard e permette di conteggiare il numero dei conferimenti in modo da misurare le quantità effettive di rifiuto conferite.

Cassonetti-1-325x244«Il riconoscimento dell’utente e l’apertura dei cassonetti avverrà tramite una specifica applicazione – ha ribadito l’assessore Laviano scaricabile sul proprio smartphone, attivata mediante il codice univoco inviato per posta a ciascun soggetto interessato. E’ chiaro che per gli utenti meno abituati all’uso della tecnologia, in particolare le persone anziane, è prevista l’emissione di una card elettronica che potrà essere utilizzata in via alternativa. L’obiettivo nel lungo periodo è quello di arrivare ad una tariffazione puntuale, così che tanto differenzio e tanto pagherò. Inoltre questo consentirà, rispetto al porta a porta, il conferimento del rifiuto tutti i giorni. Questo va a sanare soprattutto il problema che si crea spesso con gli universitari fuori sede che hanno difficoltà a rispettare i giorni del conferimento. Infine, cosa non secondaria, questi cassonetti non hanno ancoraggio a terra e quindi possono essere spostati facilmente, non hanno necessità di rete elettrica o wifi per funzionare disponendo di una batteria che alimenta il bidone. Non nascondo che anche dall’esito della sperimentazione di questo progetto si potrà in futuro decidere se proseguire sulla raccolta porta a porta o implementare maggiormente questo sistema con i cassonetti intelligenti. Magari saranno gli stessi maceratesi a decidere quale scelta fare».

Laviano_Parcaroli_RaccoltaRifiuti_FF-6-325x217Il sindaco Sandro Parcaroli ha sottolineato come «l’obiettivo è quello di avere sempre di più una città pulita e in ordine, sensibilizzando i cittadini ad un corretto conferimento dei rifiuti, con cassonetti che si integrino con la bellezza della nostra città. Il costo di questo progetto sperimentale è contenuto, auspico che ci siano risultati positivi. La cosa interessante è che possiamo installare queste postazioni in ogni luogo non essendo necessario installare energia elettrica o rete internet per il funzionamento di questi bidoni. Siamo attualmente al 75% di raccolta che è già un buon risultato. Ma puntiamo nei prossimi anni a raggiungere l’84% di raccolta dei rifiuti».

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Giuseppe Giampaoli, presidente facente funizone del Cosmari

Anche il Cosmari guarda con interesse a questa sperimentazione che si appresta a vivere Macerata, pur rimanendo prudente sugli esiti e su una scelta come quella del porta a porta che si è finora rivelata vincente. «Noi abbiamo finora adottato un porta a porta ibrido – ha affermato Giuseppe Giampaoli – che ha consentito di avere ottimi risultati, di avere crescita del personale Cosmari che oggi ha 600 unità operative, e di crescere nelle percentuali di raccolta differenziata. Certamente restano fuori le aree extraurbane e le frazioni che non possono essere servite dal porta a porta e quindi sperimentare e trovare soluzioni alternative rappresenta sempre un fattore positivo. A mio parere si possono individuare soluzioni che si integrano col porta a porta ma non si può prendere una via di mezzo tra più sistema di raccolta rifiuti da adottare. Anche sull’esperimento della app ho qualche dubbio perché non tutti sono in grado di usarlo, ma nel futuro non c’è dubbio che questa sarà la strada. Restando sul territorio faccio l’esempio di Civitanova dove si è invece scelto di potenziare il porta a porta. Se a Macerata c’è il problema di un’utenza universitaria mobile a Civitanova c’è quella del turista che per certi versi è simile. Ogni città ha sue caratteristiche e su quelle bisogna operare per ottenere il miglior risultato possibile per la raccolta dei rifiuti. Dal mio punto di vista però non si può abbandonare il porta a porta, sistema sul quale abbiamo investito molto e che ha dato risultati in costante crescita negli anni».

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Stefano Zamara di Emz

Infine Stefano Zamara di Emz, tecnologia ambientali di Bolzano ha ricordato come «la raccolta stradale possa bene integrarsi col porta a porta che c’è in questa zona. Viene garantita la possibilità di conferire tutte le tipologie di rifiuto direttamente nei contenitori senza interferire sulla differenziazione dei rifiuti, che rimane un obbligo in carico a tutti i cittadini. I cassonetti utilizzati sono identici a quelli già in uso e il funzionamento dei dispositivi elettronici viene garantito da batterie tampone di lunga durata di sette anni: in questo modo la collocazione dei contenitori risulta estremamente agevole e veloce perché non è necessario il loro ancoraggio al suolo su piattaforme in cemento e non è richiesto il collegamento con la linea elettrica. Nelle Marche sinora abbiamo impiantato oltre 3500 dispositivi di questo genere, in particolar modo nella provincia fermana e anche a San Costanzo di Fano».


(Clicca qui per ascoltare la notizia in podcast)

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