Sandro Parcaroli a dicembre 2018 durante l’inaugurazione di Vere Italie
di Luca Patrassi
Una delegazione dei partner stranieri di un progetto europeo ospite del Comune di Macerata, il servizio di ristorazione affidato a “Vere Italie” (locale di proprietà di una società le cui quote sono in capo alla famiglia del sindaco Sandro Parcaroli) e pagato, per il tramite di una determina dirigenziale dal Comune, l’interrogazione del capogruppo Democrat Narciso Ricotta e il sindaco che risponde, piccato, dicendo di non sapere nulla della questione e di sapere invece di aver pagato di tasca sua decine di cene a margine di iniziative del Comune.
Narciso Ricotta
Andiamo con ordine. Oggi il capogruppo del Partito Democratico Narciso Ricotta ha presentato una interrogazione a risposta orale sull’affidamento di un servizio di ristorazione. «Premesso – si legge nell’atto firmato dall’esponente del Pd – che in occasione del meeting tenutosi a Macerata il 1 e 2 febbraio scorsi in attuazione del Programma Europeo interregionale V-B Adriatic-Ionian-Adrion il Comune ha avuto necessità per il pranzo del 2 febbraio 2023 di individuare un ristoratore per ospitare le delegazioni dei partner di progetto ed i relatori del convegno» ed ancora «con determina dirigenziale 102 del 31.1.2023 con affidamento diretto ha commissionato il servizio al ristorante Vere Italie (ragione sociale Dodo Srl) con sede in Macerata alla via Crescimbeni n. 19 per un importo totale previsto di 1200 euro».
Fatte le premesse, Ricotta arriva alle domande: «si chiede al sindaco se fosse a conoscenza della determina, se il dirigente che ha emesso la determina in narrativa fosse a conoscenza del fatto che i proprietari della società incaricata sono il sindaco ed i suoi familiari, ciò al fine di correttamente valutare eventuali impedimenti in relazione agli obblighi di legge che regolano i rapporti tra gli amministratori e l’ente amministrato, in base a quale criterio è stata scelta la citata azienda per fornire il servizio di ristorazione necessario, se l’invito a contrarre inviato alla società in narrativa è stato formulato anche nei confronti di altri ristoranti della città, se per future necessità di servizi di ristorazione si intenderà applicare un principio di rotazione tra i ristoranti maceratesi resisi disponibili a seguito di apposita richiesta da parte del Comune».
Immediata la presa di posizione del primo cittadino Sandro Parcaroli: «Non sapevo nulla di questa determina, avevo detto chiaramente ai dirigenti di tener fuori le mie aziende dai rapporti con il Comune, questa determina mi è sfuggita, è la prima volta che accade in due anni e mezzo. Detto ciò, a questo punto aggiungo che in questi due anni e mezzo ho sempre pagato io, di tasca mia, decine e di pranzi e di cene al Vere Italie a margine di eventi organizzati dal Comune o per ospiti sempre del Comune. Il Comune collabora, indistintamente, in base alle necessità del momento e dell’evento, con e attività della città». Tutti a tavola, anche la polemica è servita.
Ok ok. Però restituisci la giacca a Karangì !
Come giustamente indicato nella determina dal funzionario, il codice degli appalti prevede, per affidamenti di servizi inferiori a 139.000 euro, laffidamento diretto senza previa consultazione di più operatori economici; inoltre, per importi inferiori a 5.000 euro non vi è obbligo dellutilizzo del MEPA. Qui si parla di un importo di 1.200 IVA compresa. Ma di cosa stiamo parlando?! Credo che gli esponenti del PD, anzichè perdere tempo dietro queste baggianate, farebbero bene a spendere il proprio tempo a studiarsi il questionario la bussola (che da quello che si apprende dai giornali sembra più complicato del codice appalti) onde evitare di continuare a perdere le elezioni fino al 2080.
polemica servita a tavola? piuttosto leso bon ton istituzionale, che avrebbe preferito vedere denaro pubblico speso - nella turnazione richiesta dalla norma - non in prima battuta in un locale di proprietà (quote societarie) della famiglia del sindaco
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Ricotta, tremo all’idea di quando Romagnoli leggerà l’articolo.
Questo modo di fare opposizione è penoso e deprimente.
come frichi che se tirano i capelli e corrono da mamma a fa la spia piagnenno…!
Con questa opposizione a Macerata così come a Roma la destra è condannata a governare per altri 50 anni…Roba da matti.!!!
Forse il capogruppo dem dovrebbe spiegare quale norma di legge (in senso lato) sarebbe stata violata nel caso in cui il Comune avesse proceduto ad un affidamento diretto (i.e. senza gara).