La Fonte di San Giuliano oggi
«Per la prima volta un privato si propone come mecenate non per restaurare un’opera d’arte, bensì un manufatto legato al paesaggio della memoria, alle tradizioni». Con queste parole l’assessore all’Urbanistica Silvano Iommi annuncia il progetto di restauro della Fonte San Giuliano. A voler farsi carico del restauro e della manutenzione attraverso l’Art bonus, che consente una agevolazione fiscale al 65%, è Pino Tesei titolare del B&b Fonte oblita ed ex assessore della giunta Menghi negli anno ’90.
La Fonte di San Giuliano nel 2010
«Come storicamente documentato – spiega Iommi – la Fonte di San Giuliano, che si trova lungo la strada Lauretana in direzione Madonna del Monte dopo aver superato per circa due km la Fonte della Quercia, è di antichissima origine tanto che nel 1587 si ha notizia di un suo restauro voluto dal cardinale Legato Scalfinato. Nel catasto del 1595 il fontanile (con lo spazio per prendere l’acqua e abbeverare il bestiame) ricadeva nel quartiere di San Giuliano, toponimo più volte riferito nei documenti d’archivio come località posta alli termini de Montelupone, cioè prossima alla contrada chiamata sino al XIX secolo Apollinare o Pollinare (oggi contrada Isola); un luogo dove un tempo c’erano le proprietà dell’Abbazia di Sant’Apollinare in Classe di Ravenna». La fonte scomparve poi sotto una frana nei primi anni 2000, prima di essere recuperata in parte. Ad oggi mancano ancora all’appello la vasca dove venivano lavati i vestiti e quella dove si abbeverano gli animali. «Significativa – aggiunge Iommi – appare anche l’intenzione finale dell’operazione di recupero esplicitata nella richiesta: non cancellare la leggenda legata alla vita del nostro Santo Patrono. La storia vorrebbe che in quel luogo passò a cavallo San Giuliano, il cavallo sentì la presenza dell’acqua, iniziò a scalciare ed emerse questa sorgente. Un luogo che tra l’altro che i maceratesi conoscono molto bene, visto che negli anni ’80-90 era usato per lavare le auto».
L’assessore Silvano Iommi
Sorgente che ancora oggi è pienamente attiva, tanto che anche in quest’anno segnato dalla siccità ha conservato un getto d’acqua importante. «L’Amministrazione comunale – continua Iommi – intende ringraziare Pino Tesei per la sua generosità, sensibilità e considerevole impegno che certamente contribuirà a riscoprire un patrimonio della nostra cultura materiale diffusa che, purtroppo, resta in gran parte ancora obliterata. Adesso prepareremo il progetto di recupero, che poi dovrà essere approvato dalla Soprintendenza, visto che il fontanile è un bene tutelato. Poi il privato potrà realizzarlo. Oltre a restituire il manufatto nelle sue forme originarie e di realizzare opere di contenimento del terreno sovrastante, contiamo di realizzare un luogo di sosta lungo l’antica via Lauretana, con tanto di illuminazione e spazi per sedersi. Un modo per conservare le tradizioni e l’identità dei luoghi. Contiamo di iniziare per il 2023, così come per il recupero degli altri tre fontanili già finanziato nell’ambito del Pnrr: Pozzo Mercato a valle di corso Cairoli, Fonte Ajana sotto viale Leopardi e Fonte Santa Maria Maddalena a Fontescodella. L’auspicio finale è anche quello che questa iniziativa possa essere un esempio trainante per altre iniziative analoghe».
(redazione CM)
Una ricostruzione della Fonte San Giuliano originaria
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Complimenti a Tesei.
Un esempio da seguire.
Ricchi di Macerata fatevi avanti.
Mi unisco a Giuseppe Matteucci per complimentarmi con gli iniziatori dell’intelligente opera di recupero dei reperti della nostra Storia, da trasmettere alle future generazioni. Non possiamo lasciare il passo agli indifferenti e agli ignoranti, ossia a chi non conosce il nostro passato e quindi non può pensare al nostro futuro. Ogni cittadina medievale ha le sue fonti. E ci metterei pure le cappelline votive lungo le antiche strade, sempre come testimonianza del passato.
Purtroppo amministrazioni comunali e provinciali si sono disinteressate agli antichi manufatti storici. Voglio ricordare il Mulino Franceschetti in Contrada San Claudio, costruito del XIV secolo e funzionante fino a pochi decenni fa, acquistato da un privato di Corridonia. Quale sarà la sua fine Dio solo lo sa. C’è gente da fuori che vorrebbe visitarlo, ma è chiuso. Abbiamo solo le foto di come era fuori e come era dentro l’edificio. Avrebbero dovuto possederlo il Comune di Corridonia, o l’amministrazione provinciale di Macerata. Invece, nulla… Finirà come quello storico mulino di Montolmo, oggi Corridonia, sotto contrada del Crocefisso, che, da ragazzo, lo vedevo ancora funzionante.