Un momento del match
di Aldo Caporaletti
La Civitanovese esce vittoriosa con il minimo sforzo (punizione di Garcia a pochi minuti dal termine) dal terreno della matricola Castel di Lama. I piceni dominano la gara, soprattutto nel primo tempo in cui producono quattro limpide azioni da gol (due rigori in movimento) col terzetto d’attacco formato da Calvaresi, Cialini e capitan D’Angelo, ma le sprecano e la capolista, che fino al vantaggio aveva effettuato un tiro in porta (Paolucci), prende i tre punti.
Non è che la Civitanovese giocasse contro uno squadrone, ma una neopromossa dalla Prima categoria che nel mercato estivo ha integrato la rosa con due pedine: il portiere Pompei e il mediano Coccia (entrambi non in campo), anch’essi provenienti dalla Prima. In fase di recupero il sapiente centrocampista Monti, subentrato nella ripresa. Il tecnico Poli ha disposto il modulo 4-3-3, con la squadra arancionera guidata dal trio della linea centromediana: Agostini-Menchini-Di Silvestre. La Civitanovese, priva di Guido Galli, presentava insieme dall’inizio la coppia offensiva Becker (rilevato ad inizio ripresa da Ruggeri Jr) e Paolucci, da cui i tifosi si attendono (dopo tre partite) il primo gol.
L’esultanza dei rossoblu
Alla mezz’ora della ripresa mister Nocera ha provato la punta Mandolesi in coppia con Paolucci. Ma una volta in vantaggio ha fortificato la retroguardia togliendo le punte Paolucci e Garcia per il difensore Nasif e la mezzala Rapagnani. Davanti resta il solo Mandolesi. Il calcio piazzato della piccola ala Garcia, decisivo per il risultato, è filtrato non intercettato da alcuno tra una selva di gambe di giocatori delle due squadre che affollavano l’area. Non è esente da responsabilità l’inesperto portierino Orazi (2004), chiamato a sostituire l’indisponibile Pompei, che non ha ben valutato la direzione assunta della palla.
Michele Paolucci in panchina dopo il cambio
Se c’era una squadra che meritava il successo era senza alcun dubbio il Castel di Lama, ma il calcio non sempre risponde a una logica. Intanto si pone in casa rossoblu la questione “capitano“: Paolucci sembra esserlo quando entra a partita in corso. Mentre quando il centravanti gioca dall’inizio la fascia la indossa Visciano. Chiarezza da parte della società (patron Profili, anche nella vallata picena, non è stato risparmiato dai cori offensivi degli ultras), nello specifico dal tecnico Nocera, è indispensabile. Un riferimento essenziale della squadra non può restare “ballerino”, anche per il direttore di gara. Civitanovese capolista solitaria, sospende il doppio digiuno di gol, solo una rete subita (in casa dal Monticelli) ma appena cinque segnate (neanche una a partita). La sorpresa Passatempese, che ha tolto l’imbattibilità alla Cluentina, le tiene testa staccata di un punto.
In un torneo col “freno a mano tirato”, in cui ad un successo di una pretendente alla vittoria finale segue puntuale una sconfitta, la Civitanovese con tre pareggi di fila ha potuto mantenere la testa alla classifica. Un passaggio cruciale attende la squadra rossoblu nei prossimi tre turni, dopo di che si potrà tirare una linea e ipotizzare con elementi tangibili il ruolo che la Civitanovese potrà recitare nella stagione. In successione riceverà il Matelica (un po’ indietro ma nella corsa finale ci sarà), farà visita alla Passatempese (seconda solitaria in classifica) e ospiterà il Monturano Campiglione, alle prese con parecchie assenze che ne frenano il rendimento (pari interno a reti bianche con il Corridonia).
A Macerata, dove la Rata celebra il centenario della fondazione, il Consiglio Comunale si appresta a intitolare l’Helvia Recina a Pino Brizi. A Civitanova, dove manca la memoria storica (anche calcistica), nessuno propone l’intitolazione del Polisportivo al giocatore più rappresentativo. Claudio Bizzarri, vincitore di uno scudetto alla Fiorentina, con cui ha disputato la finale di Coppa Campioni contro il Real Madrid. E di una Coppa Italia con la Lazio, team di cui è stato capitano.
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