Il Covid center di Civitanova?
Nel mondo dei tecnici non c’è
il coro di favorevoli di cui parla Bertolaso

IL COMMENTO di Claudio Maria Maffei sulla struttura realizzata alla fiera e le domande sul suo futuro che ancora restano senza risposta

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Uno dei moduli del Covid center di Civitanova

 

di Claudio Maria Maffei*

E’ possibile fare un bilancio dell’esperienza del Covid Center di Civitanova Marche? Bertolaso l’ha fatto qualche giorno fa dichiarando su queste pagine che «Questa città ha dato l’esempio nelle Marche e in tutta Italia con il Covid center, su cui molti hanno ironizzato e di cui invece oggi tutti riconoscono utilità ed efficienza». Di solito, quando uno fa un’affermazione dovrebbe essere in grado di dimostrarne la fondatezza in base a dei dati che gli altri possono magari verificare. Nel mondo di Bertolaso non ce n’è bisogno di dati. Basta la parola, la sua.

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Luca Ceriscioli e Guido Bertolaso al Covid center

Occorre invece dare una risposta seria e argomentata alla domanda: il Covid Center è servito e servirà ancora? La risposta è responsabilità della Regione, perché è stata la precedente Giunta a volere la struttura e la attuale Giunta a volerla utilizzare. Sgombriamo il campo da un equivoco: in Italia nel mondo dei tecnici che nelle rianimazioni vivono e lavorano non c’è questo coro di pareri favorevoli di cui parla Bertolaso. Né a favore del Covid Center della Fiera di Civitanova, né di quelli di Milano (il primo a nascere) e di Bari (il terzo e ultimo nato). Tra i tecnici e le società scientifiche non c’è nemmeno una voce a sostegno della bontà di queste iniziative, se non quella di chi lavorandoci non può avere autonomia di espressione, visto che la scelta di queste soluzioni è sempre stata politica. E la politica non ammette critiche, purtroppo per i cittadini. La politica che nelle Marche, ad esempio, ha fatto imporre lo scorso anno con ordini di servizio di andare a lavorare al Covid Center.

Vediamo allora di fare qualche considerazione sulla attività del Covid Center di Civitanova senza pregiudizi. La struttura è stata voluta da Ceriscioli nel marzo del 2020 per il timore che non ci fossero più posti letto di terapia intensiva a disposizione dei pazienti marchigiani e per la convinzione che per crearne di nuovi dentro gli ospedali già esistenti mancavano spazi e servivano tempi lunghi. Perché si sollevarono subito tante critiche? Perché una terapia intensiva funziona bene solo se sta dentro un ospedale vero e se si ha il personale per farla funzionare, personale specializzato ed abituato a lavorare in equipe. E, soprattutto, personale che non va tolto agli ospedali veri. Non è un caso che il Ministero della Salute diede nel maggio 2020 alle Regioni le risorse per aumentare i posti letto di terapia intensiva e semintensiva dentro gli ospedali già esistenti escludendo soluzioni tipo Covid Center dentro una Fiera. Poi con Ceriscioli non ci fu più bisogno del Covid Center.

reparti-covid-hospital-civitanova-FDM-8-325x217Saltamartini ha poi riaperto la struttura perché pensava di tenere “puliti” gli altri ospedali, almeno alcuni, e di non ridurre più di tanto l’attività chirurgica programmata delle strutture pubbliche. In realtà, gli ospedali pubblici non sono rimasti “puliti” (anzi) e l’attività ordinaria è saltata in pressoché tutti gli ospedali. Non c’era altra scelta? Sì, c’era ed era di creare ulteriori spazi, anche provvisori, per altri posti letto di terapia intensiva all’interno degli ospedali esistenti e “veri”. Come chiedeva il Ministero.

Adesso la Regione coi dati a sua disposizione dovrebbe dimostrare che il Covid Center ha funzionato ed ha aumentato la possibilità degli altri ospedali di lavorare sulle attività programmate e sulle attività non Covid. La Regione dovrebbe dare risposta anche ad altre domande: perché nelle Marche per così tanto tempo c’è stata una incidenza più alta di ricoveri in terapia intensiva rispetto al resto d’Italia? Qual è stata la efficacia nel trattamento dei pazienti Covid da parte delle Rianimazioni dei diversi Centri ospedalieri Covid Center incluso? Che inconvenienti ha comportato alla Fiera la mancanza dei servizi di un ospedale vero? Con quale relazione tecnica si presenterà l’esperienza del Covid Center ai suoi finanziatori? Come la si racconterà al Ministero che a tutt’oggi non prevede questo tipo di soluzione e alle Società Scientifiche che continuano ad essere contrarie?

Ultima domanda: e adesso che ne facciamo del Covid Center di Civitanova? Non bastano gli spot di Bertolaso a sostenerne la validità. Né quella passata, né quella futura. Serve la risposta a quelle domande. Prima possibile.

*Medico e dirigente sanitario in pensione

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