di Luca Patrassi
Manca poco a mezzogiorno quando oggi la dirigente regionale dell’Asur Nadia Storti esce dal palazzo del Governo in piazza della Libertà a Macerata con un suo collaboratore. Il sindaco Sandro Parcaroli è nei paraggi, incontro e presentazioni. Si discute di un locale in città per il centro di vaccinazioni, ma l’incontro dal prefetto Flavio Ferdani era incentrato anche sulla situazione delle strutture ospedaliere in provincia. C’è una evidenza legata ai dati dei positivi Covid e dei sintomatici e all’aumento dei malati anche gravi che sono tornati ad affacciarsi nei reparti di Rianimazione. In più c’è stata la levata di scudi di Fermo che, nella strategia Covid, ha un reparto dedicato anche ai pazienti Covid: ieri c’è stata una lettera ufficiale per dire che non saranno presi altri pazienti in reparto a fronte dei lavori concomitanti nel reparto. Porte chiuse insomma. Peraltro da giorni la direzione Asur sta fissando una serie di incontri ai vari livelli per definire l’assetto organizzativo nel caso di quella che appare una probabile ripresa, si spera meno intensa della prima, dell’ondata Covid. Insomma torna in pista la “vecchia” organizzazione e il piano pandemico elaborato dall’amministrazione.
Se Fermo chiude, a Macerata la scelta appare quasi obbligata. La manager Asur appunto oggi sottolineava la necessità di tenere il più possibile al riparo gli ospedali dai pazienti Covid e l’evidenza legata all’incremento dei ricoveri nei reparti di Terapia intensiva. Quale sarà la risposta la manager Nadia Storti oggi non lo ha rivelato, forse perchè i problemi sono gli stessi di parecchi mesi fa, quando però l’ondata pandemica colse tutti impreparati. Oggi la lezione dovrebbe essere servita, almeno a prendere decisioni in tempo utile. Domani è in programma in Asur una riunione sul Covid Hospital di Civitanova, evidentemente si ipotizza una riapertura della struttura voluta dalla Regione, sostenuta dal Comune e realizzata dal Corpo italiano di soccorso dell’ordine di Malta con la supervisione di Guido Bertolaso. Oppure si tenterà di resistere, come ad inizio anno ma senza successo, sulle trincee scavate in tutti gli ospedali e risultati infine insufficienti dopo aver creato un’infinità di problemi e di contagi aggiuntivi. Una posizione è rimasta inalterata: quella dei rianimatori che non gradiscono il trasferimento forzato in quel di Civitanova. Inalterati sono rimasti gli organici e dunque, se si sposta un rianimatore da una struttura all’altra, si rischia di mandare un servizio ospedaliero in tilt. Un problema aggiuntivo per la Storti, anche se il fatto che siano passati molti mesi dallo scorso lockdown lascia pensare che una decisione, o quantomeno un convincimento, sia già stata assunta. Già domani si dovrebbe capire qualcosa in più della strategia regionale.
Il nodo cruciale resta il personale necessario per far funzionare una struttura del genere. Vorrei sapere come si pensa di reclutarlo
Si perche costerebbe poco tenere aperta una struttura x quanti pazienti poi... Continuamo a buttar soldi
Fate funzionare quello in fiera da 12 milioni di euro !!!
Ma ci sono malati covid in terapia intensiva a macerata?
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Spero proprio che Francesco Acquaroli non inizi il suo mandato con una stupidaggine del genere. I posti di terapia intensiva ci sono in abbondanza nelle strutture sanitarie già esistenti, che, a differenza della Fiera della Vanità di Civitanova, sono veri ospedali, dotati cioè di tutti i reparti che possono servire alle persone contagiate, solitamente portatrici di più patologie.
Ciò senza considerare il fatto che l’esperienza dei mesi scorsi ha insegnato che il ricovero in terapia intensiva è solo l’ultima spiaggia e che è altamente pericoloso, in quanto può a sua volta uccidere persone già fragili (come è successo) per l’invasività del trattamento. La classe medica oggi indica come rimedi terapeutici i trattamenti farmacologici, effettuati possibilmente sul territorio.
Francesco Acquaroli non faccia lo sbaglio tragico di chi lo ha preceduto, cioè quello di non ascoltare la classe medica, in particolare gli anestetisti e i rianimatori.
Speriamo non ce ne sia bisogno, ma credo che prima di ritornare alla vecchia situazione dove nessuno non può più nemmeno andare a fare una visita o una cura in ospedale, occupiamo i luoghi come il reparto infettivo di Macerata e l’astronave. Non è detto che i ricoveri devono essere infatti solo per terapie intensive ma anche per cure intermedie che non si possono fare a casa. I medici, si devono spostare dove servono e continuano a prendere paga oppure se non sono d’accordo andare a casa e lasciare libero il posto.Il nuovo governatore che dovrebbe valutare gli errori di Ceriscioli nell’amministrazione della sanità dovrebbe cominciare subito a darsi da fare prima che sia troppo tardi invece di pensare a quote rosa, gialle e verdi. Le metta nere e cominci a governare. Da subito. Ah, aumentare e di tanto tutti gli operatori che vengono a casa per occuparsi di tamponi e visite mi sembra il minimo e anche i medici che non vorrebbero spostarsi non possono che essere d’accordo. Credo nessuno abbia voglia di sapere quando arriva qualcuno a visitarti mentre il respiro si fa sempre più corto e la febbre più alta.