Covid center, esposto contro il sindaco:
«Realizzata una struttura permanente
spacciandola per opera temporanea»

CIVITANOVA - Il comitato che si batte contro l'ospedale alla fiera ha presentato la denuncia in procura. Sia verso il primo cittadino Ciarapica che «chiunque altro sia ritenuto responsabile». Nel documento si ipotizzano i reati di abuso edilizio e urbanistico e si chiede alla magistratura di valutare se sussista l'abuso d'ufficio

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In foto tre componenti del comitato. Da sinistra Giovanna Capodarca, Ivo Costamagna e Amedeo Regini

 

«Si è realizzata una struttura ospedaliera facendola passare per provvisoria, riteniamo che ci sia stato un abuso edilizio e urbanistico e potrebbe sussistere anche l’abuso d’ufficio»: queste in estrema sintesi le ragioni che hanno portato il comitato che si batte contro il Covid center di Civitanova a presentare una denuncia in procura a Macerata contro il sindaco Fabrizio Ciarapica «e di chiunque altro ritenuto responsabile». Il Covid center alla Fiera di Civitanova è stato realizzato affidandosi (la Regione) alla consulenza dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso. L’esposto in procura è stato presentato da Ivo Costamagna, Carlo Alberto Centioni, Giovanna Capodarca, Paola Macerata, Amedeo Regini, assistiti dagli avvocati Federico Valori, Francesco Mantella, Giuseppe Bommarito, e Jacopo Severo Bartolomei.

I legali nel corpo della denuncia contro Ciarapica spiegano che tutto nasce dal decreto Cura Italia, che prevede la facoltà, attribuita alle Regioni ed alle Provincie autonome di Trento e Bolzano, di realizzare opere volte al contrasto dell’epidemia Covid. «Tale decreto consente agli enti suddetti – si legge nella denuncia -, l’esecuzione delle opere in questione, pure in deroga alle normative disciplinanti i requisiti per l’autorizzazione e per l’accreditamento delle strutture sanitarie, nonché in deroga alla disciplina urbanistica, entro il limite temporale dell’emergenza dichiarata il 30 gennaio 2020 ed attualmente stabilito per sei mesi». La denuncia continua sostenendo che «Codesto presidente della giunta regionale ha nominato proprio consulente il dottor Bertolaso, che proponeva alla Regione la realizzazione del Progetto 100 da attuarsi ad opera del Cisom (struttura operativa del Sovrano ordine militare di Malta)».

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Luca Ceriscioli e Guido Bertolaso al Covid center di Civitanova

Nell’esposto-denuncia si legge inoltre: «la Regione Marche in data 3 aprile, con la propria delibera numero 415, ha stabilito di “prendere atto della proposta pervenuta in data 2 aprile 2020 dalla Fondazione Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, per la realizzazione di una struttura ospedaliera temporanea, idonea allo svolgimento di attività di terapia intensiva, quale misura di contenimento dell’attuale emergenza epidemiologica da Covid-19, presso il polo Fiera di Civitanova, con oneri a carico della suddetta Fondazione e di eventuali altre Fondazioni o Associazioni che si rendano disponibili a concorrere alla realizzazione della struttura ospedaliera medesima”, con ciò facendo proprio il prospettato progetto e qualificandolo quale opera pubblica essenziale». E ancora, dicono «che la natura temporanea e la destinazione della struttura al contrasto dell’epidemia è stata negata dal dottor Bertolaso, che appare essere oltrechè suo consulente, pure il preminente ed indiscusso coordinatore dell’esecuzione dell’opera pubblica, il quale ha più volte affermato essere detta struttura destinata a svolgere il proprio ruolo di contrasto alla epidemia di Covid-19 per i prossimi anni, almeno fino al 2025, aggiungendo che la struttura potrebbe divenire un centro medico ambulatoriale di straordinario rilievo per la citta di Civitanova» e i legali qui sottolineano come questa circostanza sia stata riferita nel corso di una conferenza stampa.

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Da sinistra, gli avvocati: Francesco Mantella, Giuseppe Bommarito, Federico Valori e Jacopo Severo Bartolomei

Nella denuncia riportano le dichiarazioni di Bertolaso: “C’è un padiglione abbandonato alle spalle della fiera – , con il presidente della Regione e il sindaco di Civitanova e con i responsabili della sanità regionale abbiamo ragionato e pensiamo di ristrutturarlo per fare un reparto a bassa intensità dove ricoverare, in questa fase, malati Covid non gravissimi. Poi, a questa struttura un domani si stacca l’insegna Covid Hospital e ci si può attaccare quella di ospedale per traumatologia, ortopedia, pediatria, o altre specializzazioni cliniche, perché quello che sta venendo su qui è tecnologicamente più complesso di un qualsiasi ospedale”. Ciarapica, si legge nella denuncia, aveva detto: “La fiera era una scatola vuota. Preferisco cento volte un ospedale”, e “La battaglia che dobbiamo fare è far si che diventi un polo medico di eccellenza”. I componenti del comitato nella denuncia continuano: «Pertanto, ben prima dell’ultimazione dei lavori il soggetto coordinatore aveva riconosciuto la inutilità ed intempestività della struttura Covid così come concepita, peritandosi di attribuire alla struttura medesima la diversa destinazione di struttura sanitaria generale duratura rispetto a quella prevista formalmente nelle delibere della Giunta regionale, ivi compresa la successiva del 5 maggio, che configurano la predetta struttura in termini di assoluta temporaneità, strettamente vincolata a durata dell’emergenza epidemiologica da Covid-19; che l’ultima inequivocabile affermazione pubblica del dottor Bertolaso ha parlato, oltrechè di “astronave” con riferimento all’avanzato livello tecnologico dell’impianto, anche testualmente di “Centro medico specializzato”, con ciò irretrattabilmente smentendo ogni asserita temporaneità della struttura ospedaliera». Secondo la denuncia «l’opera viene realizzata al di fuori degli stretti previsti dalla normativa emergenziale, venendo a consistere in illecita sistematica e reiterata violazione delle norme di legge urbanistica, delle norme disciplinanti l’accreditamento, il convenzionamento e l’autorizzazione delle strutture sanitarie, nonché delle norme volte alla prevenzione degli incendi e alla sicurezza dei luoghi di lavoro, anche in relazione al contesto di sistemazione e all’impatto deteriore della allocazione della struttura “duratura” sul profilo logistico». Infatti, si legge ancora nella denuncia «essendo lo scopo perseguito dal soggetto attuatore nell’esecuzione dell’opera ultroneo quanto a finalità e tempi rispetto al decreto, qualunque deroga alle normative vigenti deve ritenersi consistere certo in un illecito amministrativo, pure contabile e, all’occorrenza, forse anche di natura penale». E ancora: «i soggetti pubblici e le aziende private impegnati nella costruzione del centro ospedaliero di Civitanova hanno realizzato una grave e plurima violazione di legge non già allo scopo di garantire assistenza e cura contro il Covid 19, ma allo scopo di realizzare una struttura sanitaria generica e duratura non prevista in alcun piano dell’Asur, in contrasto con inequivoche previsioni del piano regolatore generale vigente, e quindi, allo stato, destinata ad essere condotta da soggetti privati.

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Il sindaco Fabrizio Ciarapica con Guido Bertolaso

Ciò integra l’elemento oggettivo dell’abuso d’ufficio, poiché, falsamente affermando di voler realizzare una struttura temporanea, si deliberava invero la realizzazione di una struttura sanitaria permanente in spregio ed in violazione delle norme urbanistiche che vietano in modo tassativo la collocazione di strutture siffatte in area commerciale e, addirittura, in una area destinata ad impianti ed attrezzature sportive, allo scopo di favorire le imprese che hanno realizzato l’opera senza soggiacere ad alcuna procedura di evidenza pubblica». Sottolineano poi che non vi è stata nessuna proroga per il Covid center «la Regione Marche, unico ente competente in materia sanitaria, non ha disposto alcuna proroga della struttura sanitaria», e aggiungono che il sindaco  Ciarapica, in base a sue dichiarazioni, «sia perfettamente consapevole del venire meno della volontà politico amministrativa della Regione di proseguire nella gestione del Covid center e dimostrano in modo altrettanto inequivoco come usurpi le competenze della stessa Regione nella politica sanitaria». Secondo i legali sussisterebbero i reati di «abuso edilizio ed urbanistico, nonché, qualora si riscontrasse la sussistenza del dolo intenzionale richiesto, del delitto di abuso d’ufficio». E presentano un sposto denuncia «nei riguardi del sindaco di Civitanova Ciarapica, e di chiunque altro ritenuto responsabile».

(Gian. Gin.)

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