Batterio al Covid hospital,
sei pazienti contagiati
«Infezione comune, è sotto controllo»

CIVITANOVA - Si tratta dell'Acinetobacter. Due dei pazienti che l'avevano contratto sono poi deceduti per via del Covid. La direttrice, Daniela Corsi: «I decessi non sono legati al batterio. Si tratta di una infezione con cui prima o poi tutte le grandi terapie intensive devono fare i conti. Le cure stanno funzionando e abbiamo adottato tutti i protocolli del caso»

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di Laura Boccanera

Sei pazienti aggrediti da una sovra infezione di Acinetobacter al Covid hospital di Civitanova. Due si stanno negativizzando, altri due sono ancora positivi ma stanno reagendo alle cure, e gli ultimi due sono deceduti ma a causa della compromissione polmonare provocata dal Covid e non per l’infezione batterica. La direttrice dell’Area vasta 3 Daniela Corsi fa chiarezza sulla situazione all’interno dell’ospedale Covid e rassicura: «non è un batterio sconosciuto, è molto frequente in qualsiasi terapia intensiva in tutta Italia e i pazienti stanno reagendo».

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La direttrice dell’area vasta 3 Daniela Corsi al Covid center

La notizia è trapelata solo oggi, ma già da una settimana il personale del Covid hospital di Civitanova, “l’astronave” realizzata da Guido Bertolaso, è al lavoro per seguire i protocolli ulteriori dovuti a questa nuova interferenza che si pone fra il paziente e la cura. Il nome è Acinetobacter ed è un coccobacillo presente in ambito sanitario, specie nelle terapie intensive che si diffonde per via aerea e ambientale. Può trovarsi depositato in indumenti, in oggetti e passare di paziente in paziente. Come sia entrato all’interno del Covid hospital che è una struttura d’avanguardia, a pressione negativa è al vaglio della ricostruzione da parte del personale, al momento ci sono sospetti, ma nessuna certezza. «Quello che posso dire è che non si tratta di qualcosa di nuovo o sconosciuto – ha affermato la direttrice dell’Area Vasta 3 Daniela Corsi – chiunque sta in terapia intensiva sa che succede ovunque. Qui abbiamo pazienti immunodepressi perché sotto cortisone e questa sovra infenzione da Acinetobacter ha riguardato non pazienti in via di guarigione da Covid, ma soggetti già molto compromessi a causa del Coronavirus. I due decessi che abbiamo avuto qui avrebbero avuto un esito infausto indipendentemente dal batterio. Nel primo caso abbiamo avuto una paziente che prima era negativa e dopo un trasferimento e rientro si è positivizzata in modo leggero all’Acinetobacter, nell’altro caso il paziente aveva una polmonite bilaterale ed embolia ed è deceduto il 21 gennaio. Purtroppo erano prognosi infauste sulle quali si è innestato anche il batterio».

La scoperta della presenza del batterio è avvenuta dopo il decesso della prima paziente. Dopo la sua morte in ospedale sono arrivate alcune analisi che erano state fatte in precedenza e di cui si attendeva l’esito ed è emersa così la sua positività. Da lì è partita la campagna di tamponi su tutti i 14 ospiti della struttura e sono stati ravvisati altri 5 pazienti, tra cui l’uomo che è poi deceduto il 21 gennaio. Attualmente nella terapia intensiva del Covid Hospital ci sono 14 persone, (4 di loro erano risultate positive al batterio, due di queste si stanno negativizzando). Per tutti e 4 era scattato un ulteriore protocollo di isolamento: «quando abbiamo trovato i primi due positivi abbiamo messo in piedi il protocollo e spostato i 4 positivi in un box di isolamento del modulo 4 e abbiamo anche separato il personale che si trova a contatto con loro. Abbiamo effettuato test e tamponi anche sugli oggetti di uso, dalle tastiere del pc alle attrezzatture. La buona notizia – continua la Corsi – è che i pazienti sono in miglioramento per il batterio e stanno rispondendo alla terapia con Colimicina. Si sta facendo molto rumore su questa vicenda, ma tutte le grandi rianimazioni prima o poi devono fare i conti con l’Acinetobacter. Questo è un batterio che circola nel sangue, diagnosticabile o con emocoltura o con bronco lavaggio polmonare». Al momento l’infezione non è estesa alla terapia semintensiva e i casi presenti sono solo questi 4: «il protocollo prosegue – conclude la Corsi – continuiamo a monitorare tutti i pazienti con analisi due volte alla settimana per la verifica su possibili infezioni, non solo da Acinetobacter e la situazione è sotto controllo».

 

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