Il Covid center di Civitanova non citato nel piano aggiornato dell’Area Vasta 3
di Luca Patrassi
La giunta regionale ha appena preso possesso di uffici e funzioni, il Covid è in campo da un pezzo e ha anzi rilanciato l’offensiva per quella che ha l’aria di essere la seconda ondata pandemica. In attesa che il duo Acquaroli-Saltamartini, governatore e assessore alla Sanità, ufficializzi la strategia, in base anche a quello che deciderà il Governo, l’Area Vasta 3 si confronta con il piano dello scorso 8 ottobre, un elaborato di 17 pagine presentato come “Integrazione Percorsi Covid 19”.
Ex Malattie infettive a Macerata utilizzato nella prima ondata
L’impressione è quella di trovarsi, per larga parte, davanti a una riedizione del piano già visto operativo con la prima ondata pandemica. Si “sporcano” tutti gli ospedali, poi, in base ai flussi di ricoveri, si avanza con l’utilizzo di reparti e ospedali interi per i pazienti Covid. Unica variante l’utilizzo della Palazzina ex Malattie Infettive, i cui lavori erano stati portati a termine sotto la direzione di Alessandro Maccioni, e che risolve molti problemi legati ai rischi di contagio visto che ha un accesso autonomo rispetto alla struttura ospedaliera centrale. Non è però un “copia e incolla” del piano precedente: lo scrivono anche nella premessa del nuovo piano: «L’aggiornamento è stato elaborato in coerenza con l’expertise maturato nel corso della recente epidemia Covid 19». Il piano Asur è quello di iniziare (forse, quella fase è già finita, visti i ricoveri) con il coinvolgimento delle strutture che vedono presenti reparti di Malattie Infettive. A Macerata nessuno, l’Area Vasta 3 fa riferimento a Fermo. In caso di peggioramento – già delineatosi, da quello che appare, ndr – «saranno tempestivamente riorganizzati percorsi dedicati nelle strutture che hanno già sviluppato specifiche competenze durante la prima fase dell’epidemia ovvero Camerino/Civitanova e ex Malattie Infettive a Macerata».
L’ospedale di Camerino riconvertito in Covid hospital durante la prima ondata
«Visto il rapido evolversi – è scritto in premessa – del quadro normativo e della diffusione del Covid 19 sul territorio è stato necessario procedere ad una globale riorganizzazione della rete ospedaliera al fine di fornire risposte tempestive ed appropriate alle urgenti necessità assistenziali in completa sicurezza sia per gli utenti che per i sanitari». Siamo ai numeri e ai posti letto. Prima fase. «A Macerata sei pazienti nel container esterno, uno in stanza Ab del Pronto soccorso ed uno nella stanza a pressione negativa della Rianimazione. A Civitanova sei pazienti nel container esterno, due al Pronto Soccorso ed uno nella stanza a pressione negativa in Rianimazione. A Camerino un paziente in stanza dedicata al Pronto Soccorso con trasferimento nelle 24 h nella struttura ospedaliera disponibile, a San Severino un paziente in stanza dedicata al Punto di primo intervento mentre ne 24 h nella struttura ospedaliera disponibile».
L’ospedale di Civitanova riconvertito in Covid hospital con il doppio percorso durante la prima ondata
Ad oggi i dati citati sembrano sul punto di rottura, almeno per i ricoveri che non necessitano di terapie intensive. Dovesse complicarsi il quadro dei ricoveri si passa alla fase due, dopo la nomina di una Unità di crisi, coordinata dalla direttrice sanitaria che è in carica fino alla fine del mese, poi subentrerà il medico che ha vinto la selezione e che rischia di trovarsi in un luogo nuovo in piena pandemia. Quanto alla fase due il piano recita: «Si provvederà all’attivazione o dell’area degenza di Camerino con 45 posti letto o palazzina ex Malattie Infettive di Macerata con 43 posti letto, in caso di indisponibilità posti letto di terapia intensiva e semintensiva si provvederà all’utilizzo di Camerino. Primo passaggio l’utilizzo dei posti letto di Rianimazione ed ex Utic, saturati gli otto posti letto si riconvertiranno altri otto della Cardiologia». I posti letto della fase 2: a Macerata 43 in area medica, due semintensivi e uno intesivi; a Civitanova 6 in area medica, 2 semintensivi e 1 intensivi; a Camerino 45 nell’area medica, 8 semintensivi e 8 intensivi. Il dato complessivo Av3: 94 in area medica, 12 semintensivi e 10 intensivi. Nel caso di saturazione l’Av3 dice che si provvederà a una completa riconversione dell’ospedale di Civitanova in Covid con 64 posti letto di area medica, 8 di terapia intensiva e 4 di semiintensiva».
L’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini e il governatore Francesco Acquaroli
Nelle 17 pagine del piano per l’Area Vasta 3 non c’è traccia del Covid Hospital di Civitanova. La Regione non lo indica in carico all’Av3, forse pensa a un utilizzo d’urgenza su base regionale, in caso di estremo bisogno, forse per non urtare la suscettibilità di alcune categorie mediche, forse per altri motivi. Di sicuro c’è che anche stavolta, come per la prima ondata pandemica che però colse tutti di sorpresa, l’Asur pensa di “sporcare” fin da subito tutti gli ospedali evitando di individuare un Covid Hospital capace di rispondere alla richiesta del territorio. Il riflesso di una politica “mista” – pazienti Covid e non Covid – aveva portato nella prima ondata a un crollo delle attività negli ospedali con un taglio drastico di sedute operatorie, di visite e di esami. Di positivo si è visto che ci sono state minori file al Pronto soccorso e minore ricorso ad attrezzature importanti per esami non appropriati e comunque non urgenti, di negativo c’è stata la perdita di mesi importanti da destinare alla prevenzione delle malattie più gravi, iniziando da quelle oncologiche. Ultimo problema: l’Area Vasta 3 di Macerata attende da tre mesi la nomina di un direttore generale dopo le dimissioni date da Alessandro Maccioni, passato alla direzione amministrativa dell’azienda sanitaria di Perugia.
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ahhhh quindi potrebbe ripartire l’astronave ???….. e dove sono i commenti degli scienziati che rivolevano la fiera per fare i tanti eventi in calendario ??? …… dove sono gli economisti che avevano gridato allo scandalo x i soldi buttati via e secondo i loro calcoli era da investirci ancora qualcosina x smantellarlo ?……. dove sono svanite tutte queste menti lungimiranti ?…. Avvocato Bommarito ci dica la sua illuminante previsione che magari qualcuno fa esattamente l’opposto. Mi scuso se mi rivolgo solo all’avvocato, ma è soltanto per una questione di stima sulla persona, che purtroppo sulla questione covid hospital l’ho vista un pò troppo politicamente fazioso.
Si stanno riaprendo tutti gli ospedali reparti COVID chiusi a fine maggio.
Caro Coscia, la penso esattamente come prima e, io che sono un profano svolgendo un’altra attività, sono in totale sintonia con quello che pensano sul Fiera Covid tutti i medici rianimatori ed anestetisti delle Marche. Sono anche loro tutti politicamente faziosi?
Quella struttura, peraltro costosissima e realizzata in spregio alla generosità dei donatori, è pericolosa per gli stessi eventuali degenti, visto che, non essendo un ospedale, non dispone di tutti i reparti necessari per pazienti di norma portatori di molteplici patologie. Ed anche questo lo dicono gli anestetisti e i rianimatori, e non solo il sottoscritto.
Peraltro, ad oggi, i posti letti di terapia intensiva presenti nelle varie strutture ospedaliere delle Marche, circa 200, sono utilizzati per poco più del 20%, per cui non c’è alcun picco in vista. Tanto che, nel progetto dell’AV3 sopra riportato non si fa cenno alcuno del Fiera Covid.
Grazie per la stima, che ricambio, in quanto è sempre positivo confrontarsi direttamente, magari in maniera dura, piuttosto che criticarsi alle spalle.
Il Covid Hospital è tale e quale ad un qualsiasi reparto infettivi di qualsiasi altro ospedale. Con quello di Macerata ad esempio si differenzia nel fatto che invece di qualche centinaio di metri sta ad un tiro di schioppo dall’ospedale centrale, quelli che poi dovrebbero essere muniti di Pronto Soccorso vero, con tutti gli eventuali accorgimenti sanitari che lo distinguono da un ospedale depauperato, ridotto ad ospizio per anziani critici, o come quello di S.Severino dove non dovrebbero mai portare un malato acuto per insufficienza circolatoria per non perdere tempo e recarsi immediatamente a Macerata. Ospedale che del resto durante il Covid è stato fondamentale e che si spera i nuovi arrivati in Regione, riportino alla normalità passata e che merita, non per altro per la zona difficile dove si trova e non solo. Ospedali, talaltro, quelli per intenderci costati a Ceriscioli e probabilmente anche a Mangialardi un altro turno al Pd in Regione. Il primo per i famosi 13 ospedali, chiusi o defraudati da interi reparti, il secondo perché poco attendibile e scelta sbagliata dai segretari di partito che mi sembra stiano dando le dimissioni o saranno presto costretti a farlo, cosa che dovrebbero fare insieme ai parlamentari locali, visto che anche loro saranno stati presi in considerazione dall’elettorato per una sconfitta a cui non sono di certo estranei. Una sola possibilità avevano e l’hanno fatta scappare via o non hanno saputo o voluto insistere (Mancinelli, sindaco di Ancona ). Per il resto, questi medici tanto bravi a dire che il Covid Hospital non funzionerebbe, cambierebbero sicuramente idea se fosse sotto casa, come è facile intuire da tutte le volte che hanno lasciato interviste o dato chiarimenti a loro confacenti. Si possono anche assumere nuovi anestesisti e perché non sia già stato fatto sarà collegabile alla fantasia pericolosa, praticamente la stupidità più cruenta dei “no covid “di cui anche qui su CM troppi ne compaiono sui commenti e che vanno presi immaginando quei poveri cristi nevrotici, tanto stupidi, sconclusionati e facilmente condizionabili che li scrivono. Spero che il Covid H. non serva, come non più di tanto neanche gli altri ospedali, anche per evitare qualche morto in più ( molti in più) per la paura di recarsi in ospedale come già largamente provato . Mi chiedo solo: “Ma quanti di questi medici ciarlieri e poco convincenti, non verrebbero se invitati gentilmente dalla Signora Nadia Storti, capo della sanità marchigiana, e con la coda tra le gambe?”.