Guido Bertolaso all’inaugurazione del Covid center di Civitanova
di Laura Boccanera
«Questi ospedali sono un estintore, un’assicurazione, un salvagente». Guido Bertolaso ieri sera su Quarta Repubblica, la trasmissione tv di Rete4 condotta da Nicola Porro torna a parlare delle sue creature, gli ospedali Covid di Milano e Civitanova e difende il suo lavoro e la scelta assunta dalle Regioni Lombardia e Marche.
Guido Bertolaso nel Covid center di Civitanova
«Gli ospedali Covid sono un estintore, un’assicurazione, un salvagente. In tutti gli ospedali ci sono gli estintori, costano e non vengono mai usati, ma se c’è incendio e non ce li hai sei morto. Sapevamo che c’era bisogno di aumentare la disponibilità dei posti letto. In questi giorni leggo bizzarre interpretazioni – dice Bertolaso – quando leggiamo che le terapie intensive sono occupate solo per il 10% stiamo dicendo qualcosa che non corrisponde alla realtà. I reparti di rianimazione se li occupi coi malati Covid poi ci devi mettere solo i malati Covid non ci puoi mettere quello con l’ictus o con l’infarto e dire che solo il 10% dei letti sono occupati dai malati Covid vuol dire che probabilmente siamo già al 70/ 80% dei letti occupati, questa è la verità che però capiscono i tecnici». Il conduttore ripercorre le critiche avanzate in primavera quando dopo l’inaugurazione delle strutture la fase del contagio stava arretrando tanto che solo pochissimi malati hanno messo piede all’interno degli ospedali Covid. Su questo Bertolaso non si scompone e attribuisce alla politica la responsabilità sulla gestione di questa seconda ondata.
«Milano e Civitanova sono costati complessivamente 30milioni di euro per i 220 posti a Milano e gli 80 di Civitanova, ma sono strutture complete di radiologia, di tac, a pressione negativa in tutte le stanze, il top della tecnologia. Oggi dire che sono inutili è una polemica pretestuosa. Se fossimo in condizioni normali si potrebbe discutere, ma siamo in emergenza. E quando c’è un’emergenza due sono i lati medaglia: da un lato l’emergenza dall’altro la decisione. E le decisioni fino ad oggi sono state scaricate sui sindaci. Durante l’estate andava fatto un lavoro durissimo per organizzare il Paese e non è accaduto». Infine anche un passaggio sulla app Immuni sulla quale nei giorni scorsi anche il presidente neoeletto della Regione Marche era intervenuto per criticarne l’inutilità tanto che Acquaroli ha detto di non averla scaricata e di non essere intenzionato a farlo: «La tracciabilità è fondamentale ed è saltata – conclude l’ex capo della Protezione civile – e non tracciamo nessuno. O Immuni la rendiamo obbligatoria oppure la buttiamo. Non siamo in una situazione ordinaria, stiamo parlando della nostra vita, questa è la peggiore emergenza della storia della Repubblica italiana, la peggiore che io abbia mai affrontato e va gestita da gente che sappia guardare oltre i confini della burocrazia, che conosca il proprio mestiere».
I posti letto del Covid center
Bertolaso poi è diretto e non lascia spazi di interpretazione quando detta la linea da seguire e si dice pronto a denunciare il governatore delle Marche e i vertici sanitari se sottrarranno le apparecchiature dal Covid hospital per utilizzarle negli ospedali attualmente in funzione: «Stiamo ricommettendo lo stesso errore dei mesi scorsi – conclude – Bisogna organizzare ospedali dedicati solo al Covid. Lo voglio dire forte e chiaro al neo presidente, il Covid hospital di Civitanova non va usato solo alla fine quando i reparti di terapia intensiva degli altri ospedali sono pieni. L’ho detto chiaro sia al presidente delle Marche di prima del Pd che a quello di adesso di centrodestra. Non si faccia infinocchiare dai tecnici che adducono scuse di pianta organica o che non ci sono laboratori per non aprire un’astronave che è fondamentale. Non si permettano di prendere le strutture all’avanguardia super sofisticate dell’ospedale di Civitanova per cannibalizzarlo e portare ventilatori negli altri ospedali, so che qualcuno vuol farlo. Li denuncio per appropriazione indebita e furto perché questi non sono soldi pubblici, ma soldi che ogni italiano ha cacciato in una situazione di emergenza».
Il Covid center come si presenta oggi
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La cosa migliore sarebbe che al riguardo decidessero gli specialisti medici, cioè gli anestetisti e i rianimatori che dovrebbero, in ipotesi, utilizzare la struttura, e non coloro che, come Bertolaso, devono difendere il proprio operato.
Mi chiedo dove siano finiti quelli della denuncia. Brutti alla guida più brutti all’opposizione
L’augurio più grande non dover utilizzare questa struttura, una volta tanto lasciamo da parte i classici battibecchi politici e pensiamo a uscirne fuori da questa grande gravità.
Una volta quando i soldati andavono in battaglia e una volta ritornati si organizzavano per migliorare, oggi quando i Reparti militari effettuano le previste esercitazione e una volta terminate ci lavorano sopra per migliorare e vedere dove hanno sbagliatto,……. mi domando cosa è stato fatto? NULLA, anzi come dice la pubblicità , porte aperte alla renaut……….ho detto tutto..
L’unico che ha parlato di seconda ondata è stato Guido Bertolaso, che ha sottolineato l’importanza dei covid center nella lotta alla pandemia. Moltissimi lo hanno deriso e accusato di sperperare denaro pubblico. Ci vorrebbe più umiltà ed affidarsi a personalità come Bertolaso, che, invece, sono state emarginate e derise.
Lasciamo parlare i medici e il personale sanitario esperto in materia… Giusto. Ma – sperando che la pandemia perda virulenza presto (cosa a cui non credo) – non possiamo mettere gli appestati del Covid alla pari con quei malati “naturali” che hanno un infarto, o un tumore.
Personalmente immagino che gli esperti sanitari non abbiano capito molto di questa pandemia e che non sappiamo che pesci pigliare per fermarla. Abbiamo visto solo comportamenti eroici… Sono però convinto che si debba usare prudenza da parte di tutti, come prudenza esige ogni attività umana che, incotrollata, porterebbe danno. In più la pandemia terrorizza. In America si rischiano le elezioni. In Italia non si parla d’altro, quando dovremmo pensare che il male maggiore sarebbe il blocco, o la stagnazione, dell’economia, con la conseguenza che si morirebbe non di Covid, ma di fame.
Non tutti sanno che Bertolaso è anche un medico…
”L’11 novembre 1977 si è laureato con lode in medicina e chirurgia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Ha conseguito il Master of Science in Public Health presso la Liverpool School of Tropical Medicine[4]. Dopo aver svolto attività di ricerca nel campo delle malattie tropicali in Africa, ha creato e diretto ospedali in zone di guerra, è stato coordinatore dei progetti nei paesi in via di sviluppo della Farnesina, capo del Dipartimento degli Affari Sociali, vice direttore esecutivo dell’UNICEF.”