Parcaroli, no ai confronti fino a settembre
“Non ho il tempo di studiare”
E’ bufera: «Inadeguato e offensivo»

MACERATA 2020 - Il candidato del centrodestra non parteciperà al prossimo dibattito con gli altri competitor. De Lucia (Italia Viva): «Inaccettabile, non ha un'idea di città». Cicaré (Strada Comune): «Chissà però se avrà il tempo di accogliere Salvini». Cherubini (M5S): «Una mancanza di rispetto»

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Sandro Parcaroli

 

Parcaroli si “auto-rimanda” a settembre perché non si sente pronto per i confronti pubblici e finisce nell’occhio del ciclone. Scoppia la polemica sul candidato sindaco del centrodestra a Macerata. Tutto è nato dalla volontà del patron di Med Store di “disertare” il confronto pubblico in programma su una rete televisiva locale. Nel primo – organizzato da alcune associazioni cattoliche sulla tv della Diocesi dopo che i cinque candidati Narciso Ricotta (centrosinistra), Sandro Parcaroli (centrodestra), Roberto Cherubini (M5s), Alberto Cicaré (Strada Comune-Potere al popolo) e Lauretta Gianfelici (Popolo della famiglia) erano già corsi dal vescovo Nazzareno Marconi per “la benedizione” (leggi l’articolo) – Parcaroli era già stato accusato di pressapochismo da esponenti del centrosinistra per non aver ancora presentato un programma e un’idea per la città (leggi l’articolo). E così ha deciso di evitare completamente il secondo confronto a cinque. Anzi, di evitarli tutti fino a settembre. E a far “gridare allo scandalo” i competitor  è stata la giustificazione data dal patron di Med Store.  «Ha dichiarato pubblicamente di non poter partecipare a confronti pubblici fino a settembre – svela Cicarè citando Parcaroli stesso – in quanto “i tanti, tantissimi impegni di una campagna elettorale iniziata per me solo due settimane fa, mi impediscono di dedicarmi come vorrei allo studio delle questioni dibattute”. Se non l’avessimo ricevuta direttamente dall’interessato, non avremmo creduto ai nostri occhi leggendo una simile autodichiarazione di inadeguatezza e impreparazione».

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Antonello De Lucia e Narciso Ricotta

E così che il candidato del centrodestra si è tirato addosso le accuse delle altre forze in campo. Concordo con Strada comune e condivido – commenta Antonello De Lucia, coordinatore di Italia Viva, partito che sostiene Ricotta –  Il fatto che Parcaroli dica che non gli è possibile studiare è assolutamente inaccettabile, significa che non ha un’idea della città ed è anche poco rispettoso nei confronti dei cittadini scappare da un dibattito a 40 giorni dalle elezioni, perché sindaco non ci si improvvisa. Le sue parole certificano quanto aveva detto nell’ufficializzare il sostegno all’allora candidato Marchiori: “non ho tempo da dedicare alla città”. E infatti fino adesso non ha avuto tempo di stilare un programma e non saprebbe cosa dire in un confronto pubblico. Macerata è una città moderata e riformista e Parcaroli è stato mandato avanti perché ha un’immagine pulita. Ma dietro c’è la solita destra a trazione leghista che di moderato ha poco e di unità solo la parvenza. Infatti in molti si sfilano, non si vedono o non si candidano. Questo non è il nuovo. Ricotta invece non si nasconde, si fa carico anche di indicare quello che non è andato bene della passata amministrazione e propone soluzioni concrete. Questa è la vera novità».

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Alberto Cicaré

Continua con le bordate Cicaré. «A quaranta giorni dalle elezioni il candidato sindaco del centrodestra – aggiunge il candidato di Strada Comune – dopo un disastroso esordio nel dibattito organizzato da Emmetv, non si è ancora degnato di presentare uno straccio di programma e si ritira da ogni confronto pubblico sui temi del futuro di Macerata per manifesta inadeguatezza. Non ha tempo di studiare, pare. Chissà però se avrà il tempo di accogliere Salvini al suo arrivo in città. E’ questo il Maradona della politica maceratese, come era stato improvvidamente incensato poche settimane orsono? E’ questa l’alternativa alla candidatura di Ricotta? Sono questi i risultati di un decennio di opposizione alla gestione di Carancini? Parcaroli non è assolutamente all’altezza della sfida per un cambiamento che è più che mai necessario: dovrebbe quindi consultare la propria coscienza e ritirare la sua candidatura perché una specchiata immagine personale e professionale rischia di essere offuscata in un’avventura politica improvvisata e priva di sostanza. Dovrebbe farlo soprattutto per rispetto della città e dei maceratesi, che meritano ben altro impegno e preparazione. Non basta tappezzare la città con la propria immagine, se questa nasconde il vuoto delle idee. Ai concittadini insoddisfatti dall’attuale gestione di Macerata e decisi ad opporsi al declino della città, chiediamo di valutare e scegliere gli unici in grado di offrire un’alternativa coerente e organica, basata sull’ascolto dei bisogni e sull’elaborazione delle idee, fondata su di un programma completo e realizzabile e sulla assoluta libertà da condizionamenti esterni. L’alternativa c’è, ed è rappresentata da Strada Comune e Potere al Popolo, con il loro candidato sindaco Alberto Cicarè».

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Roberto Cherubini

Chiude il giro Cherubini. «La curiosa scelta del centrodestra di non partecipare ai confronti la trovo assurda – dice – perché la vedo come una mancanza di rispetto per coloro che, magari da casa, vogliono farsi un’idea di chi si propone per migliorare la città. Ho personalmente impegni lavorativi stringenti ma non penserò mai di sottrarmi al confronto». Il candidato pentastellato attacca poi il Pd sull’Ecobonus, le agevolazioni fiscali per ristrutturazioni a fini della sostenibilità di immobili contenute nel dl Rilancio, convertito in legge. «Mi interesso da mesi di questa questione, per me basilare – aggiunge – e da poco sono usciti decreti attuativi e circolari esplicative che permetteranno a questa manovra epocale di partire. L’Ecobonus al 110% lo pensò Fraccaro, del M5s, qualche anno fa ed è quindi assolutamente propagandistico che il Pd lo faccia suo solo perché ha la fortuna di stare al Governo col M5s. Siamo di fronte a camaleonti che i cittadini fanno purtroppo fatica a riconoscere. Diventa protettore del suolo chi ha autorizzato 1,5 milioni di metri cubi in città e sdoganato supermercati anziché giardini. Diventa autore del 110% dell’Ecobonus chi, il Partito democratico, ne chiese l’abolizione (nella precedente versione) nel luglio 2019 motivando la richiesta con la frase “è una mossa per monopolisiti”. Stiamo vivendo una campagna elettorale basata sulle menzogne e sul promettere ciò che si è distrutto. Per me è molto faticosa perché non si può in pochi minuti raccontare ciò che questo centro sinistra non ha fatto e quante cose promette dopo essere andati per anni in senso contrario».

(Gio. Def.)

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