Romano Carancini oggi ha presentato la relazione di fine mandato
di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)
Tre agosto, trenta gradi all’ombra. Mentre alcuni turisti vagano alla ricerca dello Sferisterio, in piazza della Libertà nelle sale del Consiglio comunale il sindaco Romano Carancini tiene banco due ore per illustrare il rendiconto dei suoi oltre dieci anni di mandato. Il più lungo della storia a causa dell’emergenza Covid che ha fatto slittare le elezioni a settembre. Tutti silenti gli assessori, assente Marco Caldarelli che si è dimesso la scorsa settimana per motivi politici dato che il suo partito, l’Udc, appoggia il candidato di centrodestra Sandro Parcaroli alle comunali. Tra le mani di Carancini il tomo di quasi 300 facciate che compongono il rendiconto “sociale” di questi anni, la famigerata brochure commissionata alla Unsocials sas di Parma per circa 45mila euro che i cittadini potranno leggere online nel sito del Comune. Il volume stampato è “di servizio” per Giunta e giornalisti. Insomma, la spesa non prevede costi di stampa e distribuzione.
«Per misurare la strada fatta occorre ritornare al 2010. E in modo intellettualmente onesto confrontare la città oggi e in quel momento e poi fare bilanci – dice Carancini -. Lasciamo una città profondamente trasformata, migliorata, se analizziamo i dati economici, sociali e culturali. Abbiamo costruito un patrimonio sulla base della parola “partecipazione” che per noi è stato il filo conduttore, l’elemento di forza che ci ha guidato in tutte le principali decisioni assunte. Una partecipazione intesa come valore capace di raccogliere le voci, le differenze, le idee, i contributi provenienti dai cittadini e affidati poi all’azione politica di chi amministra. Siamo convinti di aver costruito un patrimonio per la città, che va sicuramente migliorato, grazie soprattutto al sistema della partecipazione che è l’elemento di forza che ci ha permesso di arrivare dopo 10 anni alla conclusione di questa esperienza. Un patrimonio che non è effimero. Come i 12 luoghi della cultura, senza considerare l’accordo con la fondazione per palazzo Ricci. Oppure come La festa dell’Europa e Macerata racconta che sono infrastrutture culturali, lavoro per la città».
La rendicontazione “sociale” di oggi, diversa da quella di fine mandato che è un documento prettamente tecnico, «è il riflesso puntuale del programma amministrativo – prosegue il sindaco -. E ovviamente è reale. Sono fatti, non parole, dei dieci anni di amministrazione».
La relazione, dal titolo “Macerata: tutti per una, una per tutti” vede Carancini protagonista fin dall’inizio con “Il saluto del sindaco”. Segue poi un “Chi siamo” con un focus su “Macerata città miropolitana”. Poi le politiche sociali (per le quali Carancini ha specificato che sono stati spesi 90 milioni di euro), un intermezzo sul sisma con diverse foto e racconti di alcuni maceratesi, la parte dedicata alla cultura, il bilancio, i progetti (tra i quali le scuole Dante Alighieri e Mestica e il foto boario di Villa Potenza) e infine un capitolo sull’emergenza Covid e uno sulle Giunte e i Consigli comunali che si sono avvicendati dal 2010. Poco spazio per l’università, che compare solo nelle politiche giovanili.
«Il nostro programma – prosegue Carancini -, ricercava specifici progetti e quindi anche un modo di misurare la credibilità amministrativa a fine mandato. Non è un fatto secondario, perché molto spesso i programmi si caratterizzano per parole retoriche che non poi non si declinano con progetti specifici. Tanti progetti realizzati sono stati dettati dall’emergenza. Ci siamo misurati con eventi imprevedibili ma anche con opportunità. Come ad esempio il bando periferie. Il filo rosso è stata la partecipazione, una delle parti di cui siamo più fieri in questi anni. In contrasto all’immagine che si è voluta dare di me come sindaco che decideva da solo e prendeva decisioni unilateralmente. Come se l’attività amministrativa potesse essere fatta con scelte personali. Differente la situazione in cui il sindaco ha dovuto prendere decisioni perché gli competevano». Un accenno autoironico del sindaco anche alle piscine mai realizzate a Fontescodella (ora in programma nell’area ex Casermette accanto alle scuole), che ovviamente non compaiono nella relazione. Così come non compare il parcheggio a Rampa Zara né viene messa in risalto l’operazione ex Parksì, per cui il Comune ha sborsato circa 2,5 milioni alla Saba per riprendersi un parcheggio, in deficit, che dopo qualche tempo sarebbe tornato in suo possesso gratis.
In compenso Carancini ha poi fatto una carrellata di memorabilia amministrativi. Dalla «battaglia fatta insieme a Pollenza per far chiudere l’inceneritore» fino alla raccolta differenziata «arrivata al 76percento». E poi la pedonalizzazione h24 del centro storico, «valore assoluto per la città e per il sistema complessivo commerciale». Gl investimenti degli ultimi 5 anni «sono di almeno 60 milioni di euro, dalle scuole fino all’Ex Gil e all’ex Mattatoio. Stiamo aspettando anche il via libera per il campo dei Pini per 2 milioni di euro». Plausi anche per la sicurezza: «Oggi la città di Macerata è presa a modello per il sistema di videosorveglianza, un percorso entusiasmante». Per non parlare della rete Mama (di cui Macerata è capofila e anche dei bilanci dello Sferisterio completamente risanati dopo le gestioni precedenti al 2010.
A chi mette in dubbio che Macerata sia ancora un capoluogo influente nel territorio Carancini risponde: «Non siamo più negli anni ’90 quando il capoluogo di provincia era l’unico attrattore sociale ed economico del territorio. I tempi sono cambiati e l’ottica deve essere del servizio e della collaborazione. Macerata è oggi un punto di riferimento per l’intero territorio».
Da sinistra Mario Iesari, Narciso Ricotta, Stefania Monteverde e Romano Carancini
Tra i rammarichi «piazza della Libertà, avrei voluto realizzare anche la pavimentazione. Mancano tante cose che avremmo voluto fare e non si raggiungono anche per il tempo. Si può essere simpatici o antipatici, la rendicontazione però va misurata con gli impegni assunti». E qui la stoccata a Parcaroli, che pure Carancini – prima che si candidasse con la Lega e il centrodestra – ha sempre accolto al suo fianco come sponsor di diverse iniziative, presenziando ai tempi anche all’inaugurazione del ristorante in centro Vere Italie. «Certo, se uno va a riprendere una gomma staccata su un sottopasso o va a vedere se l’erba non è tagliata – dice il sindaco uscente riferendosi a dei video pubblicati su Facebook da Parcaroli -, per me la serietà si misura in un altro modo. Per poter denigrare la controparte si vogliono ancora fare filmati sulle gommine dei sottopassi. Ancora si usa lo stereotipo de “io sono l’imprenditore e gli altri non fanno niente”. Parcaroli ha dichiarato che il modello ideale per amministrare è quello dell’imprenditore. Voglio ricordare che è diverso dall’essere amministratore pubblico che ogni giorno gestisce 40 milioni di euro di bilancio. Non so quanti ne sposti l’imprenditore, non sono interessato. Porre in contrapposizione la politica come modello negativo, è un modo abbastanza vecchio di affrontare le questioni. Si possono fare le campagne elettorali anche proponendo e non parlando male degli altri, perché è troppo facile tra l’altro senza conoscere e per luoghi comuni. Sarebbe bello ad esempio sapere da Parcaroli se l’ospedale è un obiettivo per loro. Lo vogliono o no?». L’assessore Narciso Ricotta, candidato sindaco del centrosinistra, è sempre rimasti ai lati e in silenzio durante il monologo di Carancini.
Marika Marcolini, Paola Casoni e Federica Curzi
Elezioni a parte, il sindaco uscente nel bilancio ricorda anche i momenti più difficili per la città. E, alla domanda su quale voto darebbe ai mandati, passa la palla ai cittadini: «Questa domanda sarebbe da fare a loro. Fino al 2020 sono successe cose incredibili, credo difficili da gestire. Dal terremoto alla morte di Pamela e agli spari di Traini che hanno diviso la città. C’era una insicurezza dei cittadini ma le elezioni hanno alimentato tutto e molto. E la città si è trovata divisa. Se si arriva a minacciare personalmente le persone e le famiglie significa che c’è qualcosa che non va. Ricucire l’odio in questi anni è stato difficile è ancora non ci siamo riusciti. La vicenda che costringe me e alla mia famiglia a essere protetti a seguito di minacce arrivate dopo i fatti di Pamela e Traini, non sono cose che si vivono con serenità. E questo è il tratto più difficile. Non si può dire che il sindaco è responsabile della morte di Pamela. Durante il terremoto ognuno si è occupato del prossimo. Dopo quei fatti invece ognuno ha odiato l’altro. Sono cose che si superano giorno per giorno».
Comunque questi dieci anni sono stati un’esperienza «entusiasmante e non è semplice trasmettere il senso di gratitudine forte e intensa che voglio condividere con tutti coloro che li hanno vissuti. Grazie a tutte le istituzioni e ai consiglieri comunali e alle forze politiche che mi hanno sostenuto. Le forze di maggioranza sono state vicine all’amministrazione, anche nell’ultimo passaggio quando per due anni, per effetto dei legittimi pareri dei revisori dei conti, si rischiava di bloccare l’attività dell’amministrazione . Ci sono stati confronti anche duri ma quello che ci ha unito è enormemente di più di quello che ci ha visto su posizioni diverse».
L’editoriale di Matteo Zallocco:
Brochure di propaganda, il Pd prende le distanze da Carancini: «Scelte inopportune»
Senza parole!!!!
nel decennio 2010-2020 in effetti Macerata ha raggiunto importanti record... https://www.cronachemaceratesi.it/2019/10/15/denunce-per-droga-il-maceratese-terzo-in-italia/1312813/
E menomale che non siete riusciti a "ricucire l'odio" sennò sai che guerra
Ma con che coraggio dice queste cose, è riuscito a distruggere tutto quel poco che era rimasto della città. Ha abbandonato totalmente al degrado la città, non ne ha mai curato la manutenzione per il benessere dei suoi cittadini concentrandosi solo su cose effimere ed inutili solo per dare l'idea che a Macerata tutto andasse bene quando i veri problemi erano altri. Ha ben pensato di girare più volte la testa dall'altra parte rimanendo sempre e solo sulle sue posizioni. Una gestione effimera, superficiale e con tanto fumo negli occhi, ma la sostanza è che lascerà un città vuota, povera, falsa e che le future amministrazioni diffiCilmente riusciranno a recuperare. No, non è stata una buona gestione, sign. Sindaco.
No c'é che dire : E' coraggioso.
Basta solo via Trento.
Se ha vinto per due mandati il pronlema non è lui ma i maceratesi
A momenti se ne va pure l'università che è in città da 600 anni e più....
Macerata è migliorata. E di molto. Nonostante covid, terremoto, Traini e omicidio Pamela. Poi Carancini rimane un sindaco spigoloso che spesso può risultare antipatico.
Io la vedo molto diversamente da lui ....e come me spero la pensino molti maceratesi che dopo tanti tantissimi anni hanno voglia e bisogno di cambiare!
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Quindi, se ho capito bene, si spendono QUARANTACINQUE MILA ERUO di SOLDI PUBBLICI per una brochure ONLINE??????
ON-LINE???
ONN—LINEEEE????????????????
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Quindi, chi ha curato l’opera, sembra abbia fatto un semplice lavoro di copia/incolla e impagina foto e commenti dell’amministrazione..
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Ma per fare questo poderoso, gravoso e altamente specializzato lavoro NON si poteva usare le risorse interne (o “in house”, come va di moda dire oggi????
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In amministrazione NON c’era nessuno (ufficio stampa, curatori della pagina web del Comune, ecc) capaci di fare questa colossale (300 pagine) operazione?????
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Non c’era nessun grafico, nessun web editor in città (o nei dintorni) capace di fare questo lavorone ad un prezzo più basso??????
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Non ho parole, cioè per meglio dire di parole ce ne sarebbero molte.
Ma meglio non dirle…
Non mi pare che la citta’ e’ migliorata, anzi con i tuoi due mandati l’hai distrutta completamente carissimo CARANCINI, vedi quello che hai fatto dopo i tragici fatti che sono avvenuti 2 anni fa’ che hanno sconvolto completamente la citta’, e poi vai in televisione?
Caro Romano, una città che non ha e non è riuscita in tanti anni ad avere un collegamento veloce alla grande viabilità non è una città migliore. Una città dove per arrivarci puoi scegliere tra la “corta” la “lunga” o il passaggio a livello o a scelta la Pieve o Corneto per fare un po’ prima tra le campagne. Una città che ha una zona produttiva nel nulla di marciapiedi incolti e senza sbocchi stradali dove invece degli operai e degli artigiani c’è solo la sede di un sindacato non è una città migliore. Una città che perde in due anni mille residenti ed è un capoluogo che non conta più abitanti nella sua provincia non è una città migliore. Una città dove il commercio quasi non esiste più ed il suo centro è un deserto per quasi tutti i giorni dell’anno non lo è migliore. E se migliore lo è diventata dobbiamo solo ringraziare il questore che ha fatto si che Macerata non fosse più una delle piazze di spaccio più importanti del centro Italia e probabilmente base per una delle logge della mafia nigeriana, mentre in consiglio comunale parlavate di “esagerate percezioni” al riguardo.
Ma vedo che questa musica vi è piaciuta al punto da candidare a sindaco un assessore che tutto ciò ha condiviso.
se la suona, se la canta e se la balla!!!!!
……..e noi paghiamo!!!!!!
L’impresa maggiore di questi dieci anni è la totale DESERTIFICAZIONE del Centro storico che sta causando la morte delle aree pedonali. Essendo ormai chiuse tre attività commerciali su quattro, le aree pedonali restano prive dei principali presidi a garanzia del decoro, della sicurezza e della socialità e la trasformazione del Centro storico in semplice dormitorio è pressoché compiuta. A ciò ha concorso ampiamente la DEPORTAZIONE delle scuole del centro storico in periferia, non compensata nemmeno dalla ristrutturazione del Convitto per cui i lavori, pur essendoci i soldi dal 2018, non sono neppure stati appaltati. Da menzionare infine la trasformazione del polmone verde del Centro storico in una stazione degli autobus, la cacciata da Macerata di una squadra di pallavolo più volte campione del mondo (ora il nome che gira nel mondo è quello di Civitanova Marche), il fiasco di Macerata Digitale, e il capolavoro di efficienza: non riuscire a costruire in 10 anni una piscina. Davvero, per raccontare tutto ciò valeva proprio la pena pagare una brochure 46.000 euro.
Abbiamo anche un libro auto celebrativo dei dieci anni di amministrazioni del sindaco Carancini. Il costo rilevante di questa opera tutta a carico dei cittadini potevano essere spesi a favore del bene comune in particolare i più bisognosi. Ma se si voleva fare, minimo, per un senso democratico, doveva dare spazio anche alla voce dell’opposizione, ma questo non fa parte del suo dna.
In questi dieci anni di amministrazione deve molto all’inserimento nell’amministrazione di Narciso Ricotta che ha riequilibrato i suoi mandati ed anche nell’apporto dei consensi.
Ma questo non fa parte del suo ego di riconoscere l’apporto fondamentale di Narciso Ricotta, forse senza di lui avrebbe subito la stessa sorte di un precedente sindaco che fu mandato a casa. Ma i riconoscimenti non fa fa parte del suo carattere come in altre situazioni. Riconosco che in questi dieci anni la città abbia fatto dei passi avanti. Ma ci sono anche i buchi neri di cui nel libro non si parla adeguatamente. Uno principalmente offusca i dieci anni di sindaco: l’accoglienza sregolata e senza controllo degli extra comunitari che hanno invaso la città con conseguenze devastanti nella convivenza civile. Mafia nigeriana, droga, violenze varie, comportamenti fuori delle regole, accattonaggio organizzato nei supermercati e nelle luoghi di culto e paura di tanti cittadini a passare in particolari zone della città. Eppure i cittadini avevano fatto segnalazioni senza essere prese in considerazione anzi dicendo che tutto era nella norma. Questa ferita che ha cambiato profondamente la città non so quando e se si rimarginerà. Abbiamo conosciuto una città militarizzata per fermare tante e inaudite violenze che magistralmente il Questore Pignataro ha saputo condurre dando senso di grande professionalità.
Inoltre per fortuna che per mia iniziativa con l’appoggio della maggioranza del consiglio comunale abbiamo saputo fermare alcune discutibili scelte dell’Amministrazione da lei ispirata, in particolare un monumento di stampo massonico e la cittadinanza onoraria a Pianesi che poi è stato indagato e rinviato a giudizio per attività e comportamenti illeciti.
Si potrebbe parlare d’altro, piscine, Nuova Via Trento, ecc., ma sono secondarie a quelle sopra riportate.
Non sperperare il denaro pubblico dovrebbe essere il primo comandamento di un’Amministrazione, e per me questo libro se lo poteva proprio risparmiare. Vedremo se gli elettori gli confermeranno la fiducia alla regione.
Effettivamente Carancini meriterebbe una statua…a Civitanova.
Carancini, Monteverde..
Non basta una cassa di Don Perignon per festeggiare.
Una cosa voglio ricordare a Carancini, una piccola cosa ma fatta durante il suo mandato e verrà ricordato come il responsabile. Macerata è in zona sismica: purtroppo prima o poi si farà risentire. In zona sismica, se possibile, le uscite si debbono fare direttamente verso l’esterno come via di fuga più efficare. Ora questo non è stato fatto nella ristrutturazione della biblioteca, anzi, si è fatto esattamente il contrario. L’entrata è dalla piazza Vittorio Veneto mentre l’uscita, stretta e difficoltosa (per aprire la porta ci vuole anche una certa forza), immette dentro il vecchio ingresso della biblioteca stessa e non all’esterno; quindi in caso di emergenza (terremoto, incendio ecc.) non è la migliore via di fuga. Non succederà mai niente e ce lo auguriamo ma se fosse il contrario, ci ricorderemo di chi lo ha fatto. Invito Carancini, prima di andarsene, a mettere a posto questa situazione. Grazie
È incommentabile questo bilancio della vergogna, l’apoteosi del delirio di autovenerazione e un ultimo schiaffo morale alla cittadinanza esasperata! La degna conclusione di un decennio di involuzione pura per la città di Macerata, di TRADIMENTO verso chi vi ha dato fiducia ed ora ovviamente guarda all’imprenditore!
Sì, l’IMPRENDITORE che a quanto pare disturba o fa paura come figura professionale, magari perché per natura abituata a mettere tutta se stessa per far funzionare le cose, a reagire in velocità, a risolverli davvero i problemi in quanto consapevole che per fare impresa ci vuole energia dedizione passione coraggio visione e capacità di valutare davvero le conseguenze delle scelte, in termini sia economici che morali.
Un appello alla cittadinanza maceratese, ricordateveli questi 10 anni nell’urna, tutti i precedenti commenti hanno riepilogato benissimo la contropartita non detta dell’autovenerazione, non fatevi incantare dalle inaugurazioni dell’ultimo minuto di baretti, chioschi, vie con i paletti storti, non abbiamo bisogno di un campetto per quartiere ma di poterli vivere in tranquillità i quartieri, di riappropriarci dei parchi ad esempio (pensiamo a fontescodella, giardini di via Isonzo, giardini Diaz) senza doverci guardare le spalle, lasciate perdere i campetti e toglieteci la delinquenza straniera di mezzo.
Da anni evito di venire a Macerata. Qualsiasi cosa mi occorra prendo la superstrada e vado a Civitanova. Carancini e la sinistra, appoggiati dai vescovi che si sono succeduti negli ultimi anni, hanno ridotto una stupenda città simile ad un accampamento di profughi. Scrivere 300 pagine sul nulla sicuramente non è alla portata di tutti per cui i 45.000 Euro se li sono guadagnati pienamente!!!
Se il solo prototipo della brochure costa 45.000 euro il costo è decisamente troppo alto.
Dovrebbe tacere, chiedere scusa e vergognarsi per aver devastato un Comune come Macerata insieme al pd, un partito da sciogliere……………
Non osare nemmeno nominare Pamela.