«La politica ascolti Fabio Giulianelli,
il suo è un urlo di sofferenza
che dobbiamo condividere»

DIBATTITO - Il consigliere comunale di Macerata loda il patron Lube: «Le sue parole ricordano quelle di Enrico Mattei. L'inesperienza di questa classe politica esiste e si manifesta in tutta la sua pericolosità»

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Ivano Tacconi e Fabio Giulianelli

 

Ivano Tacconi, decano dei consiglieri comunali di Macerata, che dopo 20 anni di Udc ha di recente aderito al progetto della civica di centrosinistra “Macerata Rinnova”, loda i recenti interventi in materia economica del patron della Lube Fabio Giulianelli, e in particolare il messaggio che ha rivolto ieri ai suoi dipendenti.

«Certo che dobbiamo creare una nuova e vitale società fatta di politici che abbiano a cuore la vita delle altre persone. Quando iniziai a fare politica ero un ragazzo Scout che aveva già assistito nella sede della Democrazia Cristiana di Matelica ad una conferenza di Enrico Mattei che negli anni 1950 parlava lo stesso linguaggio che oggi il patron della Lube Fabio Giulianelli “urla” alla classe politica attuale – dice Tacconi – Un messaggio che tutti dobbiamo condividere anche se non tutta la classe politica attuale è da condannare, la piazza pulita fatta dal magistrato Antonio Di Pietro ha creato nel nostro Paese un vero disastro che a quanto sembra non ha cambiato nulla, non esistono più i partiti venuti da una grande storia italiana, solo liste civiche e partitini (compreso quello del magistrato di Tangentopoli) che senza giustiziere hanno fatto tutti la stessa fine cambiando solo il pelo e non il vizio. La nuova classe politica non è certo all’altezza di un mondo globalizzato e sempre più piccolo. I paesi colonialisti esistono ancora anche se tutti hanno cambiato nome alle loro colonie, usufruiscono delle loro ricchezze in un modo astuto tenendo solo il popolo nella più squallida miseria tanto che la maggioranza di queste ex colonie sono le più povere al Mondo. I vuoti politici che si creano in Africa, possono verificarsi dopo coronavirus anche in Europa con naturale vicinanza dei paesi Russia e Cina. L’inesperienza di questa classe politica italiana esiste e si manifesta in tutta la sua pericolosità. La solo buona volontà non riesce a coprire le radicate lobby europee.

Caro Giulianelli lei ha dimostrato che nonostante questa situazione proprio in questo preciso ultimo periodo è riuscito a raggiungere traguardi aziendali e sportivi di livello internazionale, da qui si comprende la sua sofferenza e giustamente non solo per la sua attività ma soprattutto per il nostro Paese e in modo particolare per i tanti giovani che sono presenti anche nella sua azienda Lube. Il vivere da protagonisti si può raggiungere solo coinvolgendo il mondo universitario rimettendo un po’ di ordine culturale partendo come ricorda lei dal Rinascimento, dalla culla di tutta la cultura mondiale e questo dobbiamo farlo subito. Se l’Albania ci ha teso coraggiosamente una mano proprio perché in quel momento storico e difficile grazie a l’Italia sono diventati liberi e sono in un cammino da protagonisti. La Cina nonostante il loro coronavirus ci invia aiuti sanitari ricordando magari attraverso la cultura italiana Marco Polo, Padre Matteo Ricci, esportatori di pace. Enrico Mattei che contro i paesi europei colloquiava con Mao Zedong per il petrolio e con la Russia per esportare i tubi d’acciaio prodotti dalla Finssider (oggi Ilva) creando metanodotti nel territorio sovietico. Tutto questo per fare anche dell’Italia una protagonista sullo scacchiere mondiale. Condivido le sue parole “dobbiamo rivendicare la voglia di vivere dicendo basta agli slogan”. Il dopo coronavirus cambierà la politica italiana, europea e forse anche quella mondiale e solo uomini che vivono sulla propria pelle (in Italia e nelle Marche sono molti) possono comprendere anche urlando ai politici quello che si prova». 

 

Il grido di Fabio Giulianelli: «Urliamo la nostra rabbia Deve nascere una società più forte»

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