Ci vuole uno straordinario coraggio a scrivere che la proposta dell'Istituto di credito....risulta integrata nel contesto paesaggistico rispettandone immagine e conformazione. A me sembra che la proposta dell'Istituto costituisca un vero proprio stupro all'immagine e alla conformazione del territorio. E mi fermo qui, senza commentare le vetrate con quel che si vede da dentro e da fuori.
Questi docenti & c., nel cieco loro fanatismo e incapaci di elaborare correttamente, costituiscono un grave pericolo per la già nostra provata democrazia, e debbono essere immediatamente rimossi dal loro posto di lavoro.
I nostri maestri del pensiero sono passati dall'orgasmo filosofico al commento razziale dell'immagine.E il Ministero dei banchi a rotelle non aveva altro cui pensare.
I carri armati dell'intolleranza politica si sono mossi in blocco, Felisetti avrebbe dovuto dire ai giovani su ragazzi fatevi un canna e fregatevene oggi - 4 novembre - di quegli imbecilli che morirono in trincea. Non credo che sia Felisetti a dover essere mandato a casa, le guardie giurate del pensiero unico sono molto più pericolose.
Un carissimo amico, uno di famiglia, un grande. La sua nobiltà d'animo superava quella della sua storia. Un uomo di rara intelligenza, percepiva ogni cosa a volo. Che Dio lo abbia in gloria.
Le Casermette e la scuola degli avieri che vi trovava luogo fanno parte della storia, ormai antica, della città: ricordo fiumi di reclute riversarsi il giovedi e la domenica per le strade di Macerata, un centro agricolo di grande valenza dove tutto funzionava, una "Macerata granne"non ancora in declino. Le Casermette erano un accampamento militare di pace dove trovavano alloggio e mensa le reclute da istruire, quello che oggi si chiama Campus. Sono passati per le Casermette migliaia di ragazzi, molti si sono fermati per amore di una giovane con la quale hanno messo sù famiglia, tutti conservano l'orgoglio di aver fatto parte dell'Areonatica Militare, il cui culto è sempre stato tenuto vivo dalla Associazione Arma Areonatica (A.A.A.)presieduta da 50 anni dall'avv. Giuseppe Sabbatini (complimenti Presidente, la Presidenza più lunga della storia!)
L'A.A.A.si è sempre presa cura dell'Ala velivolo GRUMMAN il cui monumento fu eretto, d'accordo con il Comune, sulla piazza del Convitto, all'inizio di via Piave, e che oggi verrà trasferito all'ingresso delle nuove Casermette, dove recentemente sono state costruite le scuole: una scelta giusta, quella di ricordare con quel monumento ai ragazzi un pezzo di storia importante, attinente al passato del luogo dove essi oggi studiano a apprendono. L'A.A.A., che nulla ha da eccepire in merito a questa collocazione,la cui ragione anzi condivide, si è sempre fatta carico anche del monumento in ricordo di Armando Di Tullio, un aviatore medaglia d'oro mai dimenticato che partecipò alla guerra di Etiopia e di Spagna e alla seconda guerra mondiale, monumento inaugurato nel 1952 in occasione dell'apertura della Scuola Specialisti dell'Aeronatica Militare di Macerata, trasferito poi - andata via dalle Casermette anche la GDF -, con la determinante collaborazione dell'Avio Club di Macerata, prima a Corridonia ed ora a Tolentino, dove verrà realizzata la nuova aviosuperficie, e dove troverà una più che degna collocazione.L'A.A.A. ha sempre avuto a cuore questo monumento,composto da una lapide e da un'aquila, ma ha ancora più a cuore che lo stradone del nuovo campus scolatico venga intitolato, a perenne memoria, all'eroe Armando Di Tullio. Tutti noi Maceratesi, almeno quelli della "vecchia guardia", che delle Casermette e dell'Aeronautica Militare hanno tanti ricordi, speriamo che questo avvenga, in quanto il ricordo di un nome, l'esposizione di un simbolo e l'intestazione di una via creano un forte collegamento tra il passato e il presente; e, se avverrà, se lo stradone delle scuole sarà intestato ad Armando Di Tullio, un grande plauso alla Amministrazione Comunale e all'avv. Presidente di lunghissimo corso della A.A.A. Giuseppe Sabbatini, e a tutti i suoi associati, che lo hanno sempre sostenuto e lo sostengono.
Gentile signora Catia, Macerata è così: respinge i passeggini ma anche gli anziani. Lo sa poi che al piano terra del Tribunale dove vi sono aule per udienze etc., non esiste un bagno per disabili?
Peccato! Eravamo tutti molto solidali perché mettere in gioco la propria vita per un ideale è semplicemente da eroi, e volevamo vedere come andava a finire.
La penso come Tamara e Giorgio Rapanelli, senza offendere la signora Simonelli che ha tutto il diritto di pensarla diversamente ( e di giocare a Burraco). Ma non dovrebbero indignare i maceratesi più del museo del Cav. Prato i 40 ettari di Valleverde con i deserti vialoni urbanizzati già in decadenza ed illuminati la sera da una miriade di lampioni che non servono a nessuno e con un pazzesco spreco di luce? Forse sarebbe bene fare una interrogazione su questo.
Bravi. E Andrea Sacchi può testimoniare che al pianoterra del Tribunale di MC, dove si tengono udienze penali e civili, non esiste un bagno per disabili.
Giuseppe il tuo articolo sulle divisioni fra tutti fa riflettere.Non sono divisioni per grandi principi da difendere, per grandi problemi di etica o di indirizzo politico, ma sono finalizzati sia di qua che di là al bene di parte, e chi ci rimette è Macerata che sta perdendo ogni dignità di città capoluogo. Basta andare a vedere ad esempio piazza San Giovanni, con uno striscione di pezza di fronte alla facciata della Chiesa, erbacce sui gradini del tempio peggio di quelle del regno degli spettri di Piediripa ( la demenziale Valleverde), e sedie e tavole accatastate in un angolo della piazza, come succedeva nella ex Iugoslavia di 40 anni fa.
A questo punto forse sarebbe da dire: ragazzi mettetevi seduti tutti insieme intorno ad un tavolo circolare in modo da evitare posizioni di capotavola, fate un bel programma pragmatico ed onesto per la necessaria riqualificazione di Macerata, formate una lista unica con un unico candidato sindaco, e il problema è risolto. Oppure c'è sempre la possibilità di un commissario prefettizio.
Ciao Giuseppe, buon lavoro.
Bravo prof.
Ma per la Macerata soffocata dall'ignoranza e dalla protervia dei Caporali ( cfr Totò) ha dimenticato le isole ecologiche ( discariche a cielo aperto di ogni cosa) del piazzale dello stadio e del supermercato di Collevario, il Tribunale senza un bagno al pianoterra per portatori di handicap, il voler sapere da parte degli amministratori per quale via entri in centro ( il ticket non è più sufficiente), l'erta e punitiva salita che conduce all'UNEP, i Giudici di Pace di tutta la provincia collocati in un palazzetto del centro invece che in uno stabile con parcheggio per tutti ( Camerino, Civitanova etc.), magari nella famigerata zona Valleverde, deserta ma di notte illuminata a giorno, percorsa da autostrade che non servono a nessuno.
Potrei continuare.
Con stima.
Un bel funerale con tanti becchini accorsi zelanti da ogni parte delle Marche. Una delle valli più belle di Cingoli, vicina all' Acquapark e su cui si apre un campo di golf, volutamente ferita morte. Bravo Saltamartini, dovevi cacciarli con un idrante dal territorio del tuo Comune, come si fa nelle piazze con gli scalmanati.
Però Giorgi almeno ha parlato male del Pres. Monti quando dice:.".l'autore del misfatto è certo una persona reale, in carne ed ossa, ma fatalmente simboleggia qualcosa di molto più grande di lui, cioè la crisi economica, la distruzione del lavoro, la disoccupazione, la miseria e, come a volta accade, la morte per disperazione". E' passaggio molto lucido ed importante che non va sottovalutato.
Tutto sembra studiato per complicare le cose, i GdP andavano lasciati dov'erano, anzi dovevano potenziarsi i presidi nel territorio, aumentandone la competenza.
Vorrei poi denunciare una particolarità del palazzo di Giustizia di Macerata: al piano terra di questo palazzo dove la giustizia impera e prende forma e sostanza, e cioè al piano delle udienze penali e civili e di massimo affollamento, manca un bagno per portatori di handicap, perché per il pubblico ne esiste solo uno con una barriera architettonica di 20 gradini.
Non so chi abbia redatto l'articolo e/o chi abbia fornito le notizie a Cronache Maceratesi, ma va precisato quanto segue: il Premio San Giacomo della Marca sedici anni fa fu ideato dal dr Umberto Zamponi di Sarnano, il quale ogni anno lo organizza e sceglie i soggetti da premiare in unione alla Associazione culturale Guardiamo al Futuro; anche quest'anno i contatti con il Prof. Gentili e Magdi Allam sono stati iniziati e tenuti dallo Zamponi, al quale peraltro unicamente si deve la presenza al premio fin dallo scorso anno dell'Ambasciatore Ungherese presso la Santa Sede e del Direttore della Accademia d'Ungheria a Roma. Tralasciare queste notizie significa mortificare ingiustamente l'operato di un uomo che nella massima umiltà e riservatezza è il motore del Premio e senza il quale questa manifestazione culturale non sarebbe esistita. Appropriarsi dell'evento gettando dalla finestra l'Autore è un atto molto poco nobile e chiedo alla Redazione di Cronache Maceratesi di rimediare con un bel supplemento, magari intervistando telefonicamente il dr Zamponi ( 0733. 657533) e chiedendo lumi al Prof. Diego Poli, che ogni anno interviene tenendo vivo l'auditorio con le sue dottissime e vivaci relazioni. Grazie.
Forse sarebbe meglio che la commissione toponomastica si occupasse dei topi. Oramai sono vecchio e Costamagna non finisce mai di stupirmi. Anche Peroni non scherza.
Tre cose: 1) Perchè "Fratelli d'Italia"? Chi ha scelto il nome ? Un paio di anni fa uscì un libro con tale titolo e conteneva la storia dei massoni italiani. Evidentemente c'e' un po' di disinformazione e di confusione. 2) Qualcuno pensa che se La Russa, o Meloni, o Crosetto in qualita' di leader del centrodestra fosse andato da Santoro al posto del Cavaliere ( cui si chiede di farsi da parte) avrebbe avuto il 33% di ascolto? 3) Gira e rigira c'e' sempre di mezzo Ciccioli, il fondatore della Neuroalleanza Nazionale marchigiana, la demenzialità della politica fatta persona. Ragazzi vi voglio bene, non lasciatevi infinocchiare: questi sono quelli dell'usa e getta che cercano di galleggiare arraffando qualche poltrona per se, servendosi delle vostre pulite persone.
Lo avevo incontrato nel dicembre 2012 e mi aveva invitato ad andarlo a trovare al castello. Gentile come sempre sorrideva, ma dagli occhi traspariva uno sfondo di tristezza. Aveva una intelligenza poliedrica amante del bello e della storia, e coltivava per se e per gli altri miti e memorie. Mi dispiace tantissimo. Un'altra vittima dei tempi che corrono.
Condivido le note di Gabor, uomo e architetto di profonda sensibilità e cultura, ma - a parte il discutibile latino della lapide - non trovo scandaloso che rimanga ai posteri il fatto che il restauro sia stato eseguito con denaro pubblico sotto l'episcopato di Claudio Giuliodori e sotto il pontificato di Benedetto XVI. Mi sembra che ciò rispecchi canoni tradizionali.
Luciano Magnalbo
Utente dal
30/12/2012
Totale commenti
72