Il governatore uscente Luca Ceriscioli ed il segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti
di Martina Marinangeli
Uno scacchiere con le pedine in costante movimento, quello delle Regionali di primavera, che non ha conosciuto pause neanche durante le festività natalizie. Anzi, lo stand by amministrativo ha lasciato maggior spazio alle questioni politiche, con fitti contatti tra Dem nazionali e regionali per chiudere l’accordo con il Movimento 5 stelle, e con le diplomazie giallorosse marchigiane all’opera per verificare che ci siano le condizioni. Il rafforzamento dell’asse tra Pd e pentastellati – nonostante il mal di pancia di diversi esponenti grillini, soprattutto nella provincia di Ancona, e nell’attesa del placet dal capo politico Luigi Di Maio – ha come conseguenza diretta il forte indebolimento della candidatura del governatore uscente Luca Ceriscioli, su cui il Movimento ha già posto il veto. Oggi, il presidente ha incontrato a Roma il segretario nazionale Dem Nicola Zingaretti ed uno degli argomenti sul piatto erano proprio le Regionali. La figura di Ceriscioli, in questa delicata partita, risulta scomoda, ma non c’è dubbio che serva una exit strategy dignitosa per chi, nel bene e nel male, ha tenuto le redini delle Marche in una delle fasi più difficili della sua storia. Se le sue quotazioni scendono e parecchio, a salire sono invece quelle dell’ex Rettore dell’Università politecnica delle Marche, Sauro Longhi, civico e non uomo di partito, che piace molto ai 5 stelle, ma anche a diversi esponenti Dem, ed è caldeggiato pure da partiti della coalizione di centrosinistra quali Articolo 1.
Sauro Longhi
L’alleanza che si va costruendo, non senza difficoltà, tra Pd e M5s, viene definita dal senatore e commissario della Lega nelle Marche, Paolo Arrigoni «contro natura, un accordo delle poltrone giocato sulla pelle dei marchigiani, per riproporre un modello già sconfitto in Umbria. Come sempre, quando c’è la volontà della cattiva politica di nascondere qualcosa ai cittadini, si sfruttano le festività per preparare un piatto indigesto. Così Pd e M5s, a Roma e ad Ancona, si sono dati molto da fare in questi ultimi giorni per confezionare anche nelle Marche un’alleanza per le elezioni regionali della prossima primavera. L’unico elemento che unisce Pd e 5 stelle – prosegue il senatore, che venerdì sarà ad Ancona in un incontro con i vertici del Carroccio regionale per programmare le attività da qui a primavera – è il terrore del giudizio dei cittadini e lo dimostra il fatto che fino a poco fa i due gruppi in Consiglio regionale hanno sempre votato in maniera opposta. Vittima sacrificale di questo accordo delle poltrone, giocato sulla pelle dei marchigiani, è l’impresentabile Ceriscioli, a parole sempre difeso dal Pd, ma oggi pronto per essere scaricato e bollato come unico responsabile dei fallimenti decennali della sinistra, che hanno portato le Marche sull’orlo della crisi economica e sociale. I marchigiani, tra cui i tantissimi elettori delusi di Pd e M5s, potranno respingere questo vergognoso inciucio e, proprio come gli umbri, la prossima primavera sapranno scegliere la proposta politica migliore. La Lega e il centrodestra – conclude – offriranno loro un progetto di buon governo, con alla guida la figura migliore possibile».
Paolo Arrigoni, responsabile Lega Marche
Non passa inosservato il fatto che non venga neanche menzionato Francesco Acquaroli, il candidato che Fratelli d’Italia ha scelto per le Marche. Il Carroccio temporeggia e non ha ancora dato il suo ok, attendendo, con ogni probabilità, l’esito della tornata in Emilia Romagna, ma c’è chi afferma che abbia invece aperto uno spiraglio per il sì a Raffaele Fitto in Puglia. Per ora solo rumors che si rincorrono, come quelli che danno Acquaroli come poco gradito ai leghisti locali perché troppo a destra. E tra i nomi che sarebbero più graditi a Salvini continua a circolare quello di Fabrizio Ciarapica, sindaco di Civitanova. Quel che è certo, invece, è che si presenta come molto delicato l’equilibrio nella coalizione del centrodestra, con Fdi che rivendica le sue scelte e ricorda all’alleato il passo indietro fatto per la presidenza del Copasir (ora in quota Carroccio) e gli accordi del tavolo nazionale. Ed in un momento in cui il leader della Lega Matteo Salvini rischia il processo per il caso Gregoretti, poter contare sul principale alleato di coalizione diventa ancora più importante.
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Quindi se l’accordo o contratto o programma o percorso condiviso o convergenze parallele (nonostante che, prima del voto per il Parlamento, hanno entrambi detto NO ad un governo giallo verde) lo fa la Lega con il 5 stelle va bene, nonostante il tradimento nei confronti degli elettori…
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Ma se l’accordo lo fa il PD con il 5 stelle NON va più bene???
Ma che avranno da ridere, mah!
Sinistra, 5 Stelle, eccetera, sono condannati a morte. Fanno parte di quelle forze politiche e movimenti manovrati dalle logge angloamericane, come lo fu la rivoluzione francese, i bolscevichi, eccetera, ormai scomparsi. E’ solo questione di tempo. Consiglio Salvini ad ostentare ancora il Santo Rosario, in quanto è un antidoto magico di difesa e di offesa contro i materialisti e i loro mandanti occulti.
Non vorrei che alla fine saranno gli elettori a decidere.Vedi mai che fossero capaci di ragionare da soli e non per quello che decidono Arrigoni, Salvini, Zingaretti e …. Magari un pò’ di esperienza non guasterebbe e anche aver avuto qualche risultato lodevole e dimostrabile. Nell’articolo non leggo nomi con questi due semplici requisiti non divisibili.
Sarà il ” metodo altalena ” a decidere le scelte dei partiti che solo per questo andrebbero bocciate ma purtroppo non funziona così e allora bisogna individuare la scelta che devono fare gli elettori. Comunque attendendo una maturità dell’elettore non più in sintonia diretta con i consigli di cui usufruirebbero solo i dispensatori super motivati dai risultati che sperano a loro confacenti, spieghiamo il metodo. Servono tre tipi di altalena. Quella ad un asse detta basculante. Due persone si siedono agli estremi dell’asse e si alternano nello spingere coi piedi, per sollevare nell’aria chi è seduto all’altra estremità. Si consiglia cautela. E qui ci sono almeno tre assi da occupare: Gostoli-Ceriscioli, Carena- Morgoni ( ospiti osservatori con zampino) e Italia Viva- Corradini. Dovrebbe trovare posto anche la basculante Acquaroli-Meloni, ma si fa a finta di non vedere e non sentire. Poi ci sono le altalene monoposto a cui facciamo sedere il Rettore Sauro in attesa che qualcuno lo spinga senza esagerare. Ed infine come dimenticare due personaggi di cui uno ha effettivamente tutte le caratteristiche per prendere il posto di Ceriscioli ma in meglio ossia l’odierna sindaca di Ancona Mancinelli e Ricci, sindaco di Pesaro che mi sembra ex /o renziano come Morgoni che però dopo lungo e sofferto raccoglimento ha optato per il Pd, Ecco per questi ultimi, per il momento dobbiamo usare un’altalena da giardino a più posti. Caratteristica di questo tipo di altalena è che ti puoi dondolare senza che nessun spinga e aiuta alla meditazione.
”Solo un esorciccio ci potrà salvare”.
Per la rerie “Attenti a quei due”entrambi governatori di due regioni finite nel letamaio!!