Guido Castelli e Sauro Longhi
di Franco De Marco e Adriano Cespi
Elezioni regionali 2020, scenari politici nebulosi e orizzonte ancora poco chiaro. Dove, ad oggi, c’è un centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia) in vantaggio sui sondaggi (intorno al 43%) ed un Centrosinistra e un M5S ben distanziati e perdenti, qualora andassero divisi. Ma vincenti in un’eventuale riproposizione, in chiave marchigiana, dell’accordo già raggiunto in Umbria (dove si voterà il 27 ottobre prossimo). In questo caso, infatti, con un candidato governatore espressione di una sintesi politica di giallorosso colorata, la Regione Marche verrebbe assegnata a M5S e Centrosinistra (sempre secondo i sondaggi). Per ora di questa ipotesi non c’è nulla di concreto, anche se nei corridoi della politica marchigiana se ne parla ed anche con insistenza. Soprattutto dopo l’approvazione in Consiglio regionale (grazie all’accordo M5S-Pd) della nuova legge elettorale che introduce di fatto la doppia preferenza di genere e un premio di maggioranza a doppia soglia: 18 consiglieri a quella coalizione o partito che dovesse raggiungere il 40%, 19 consiglieri qualora la percentuale centrata fosse del 43%.
Gianni Maggi (a destra) insieme a Peppino Giorgini
Commenta il capogruppo M5S in Regione, Gianni Maggi: «In Umbria l’intesa raggiunta ha permesso la creazione di un ampio fronte civico appoggiato dal M5S e dal Pd e compatto intorno alla figura di un candidato presidente, espressione della società civile. Una soluzione che anche qui nelle Marche si potrebbe riproporre. Con un candidato governatore anche in questo caso proveniente dalla società civile». E’ una vera e propria conferma dell’apertura ad un’Umbria bis quella di Maggi (leggi l’articolo). Con tanto di candidato governatore già pronto. «Certo – precisa il capogruppo pentastellato – tra i tanti nomi che circolano credo che uno davvero spendibile e che metterebbe d’accordo un po’ tutti, forze politiche, ma soprattutto i cittadini marchigiani, perché di alto profilo, perché slegato da logiche partitiche, e perché proveniente dalla società civile, è senza dubbio quello di Sauro Longhi, ingegnere e rettore (il 31 ottobre andrà in pensione, ndr) dell’Università Politecnica delle Marche».
Guido Castelli col sindaco Marco Fioravanti
CENTRODESTRA – Nel centrodestra tutti in attesa dell’esito delle elezioni regionali in Umbria, il 27 prossimo, prima di decidere ufficialmente a quale partito assegnare il candidato presidente della Regione Marche. L’ipotesi, anzi più che una ipotesi, è che sarà un candidato indicato da Fratelli d’Italia e, se così sarà, la nomination non dovrebbe sfuggire all’ex sindaco di Ascoli Guido Castelli che continua a muoversi molto, in tutte le Marche, partecipando a iniziative varie (l’ultima ieri ad Ancona per il convegno su “Il futuro delle Marche. Manifattura, infrastrutture e nuove tecnologie” organizzato da Fondazione Aristide Merloni, Confindustria Marche e Fondazione Marche). L’ex sindaco di Ascoli, che la lanciato già prima dell’estate scorsa l’associazione culturale “Cambia le Marche”, che sa tanto di coalizione elettorale, rimane il favorito nella corsa per la nomination. Gli altri nomi che circolano, vale a dire il portavoce regionale di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, ex deputato Pdl, o l’imprenditore Francesco Casoli, ex senatore Pdl, non sembrano realmente in corsa. Il tavolo nazionale del centrodestra, formato da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, tornerà a riunirsi molto probabilmente dopo le elezioni in Umbria. Prima di tutto c’è da risolvere il caso Calabria dove il centrodestra è ancora diviso su chi far scendere in campo con braccio di ferro tra Forza Italia e gli altri componenti della coalizione. Poi toccherà molto probabilmente alle Marche. Intanto Guido Castelli, seppur un po’ sottotraccia, continua a lavorare e a seminare. Su di lui di sicuro punta Giorgia Meloni con gradimento della Lega.
Sauro Longhi al posto di Ceriscioli? L’ipotesi per un accordo giallorosso
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…chissà che cosa gli apre il M5S al Pd, chissà!? gv
“MARCHE 2020, IL M5S APRE AL PD LA SCATOLETTA DI TONNO”
SERGIO RIZZO giornalista sulla Repubblica:
“M5S, FINE DELLA PRESA PER IL C*** !!! NATO PER SCARDINARE IL PER DECREPITO SISTEMA DEI PARTITI, SBARCATO IN MASSA NEL PARLAMENTO PER “APRIRLO COME UNA SCATOLETTA DI TONNO”, HA FINITO PER INTEGRARSI IN PIENO CON IL CONTENUTO DI QUELLA SCATOLETTA, TONNO, MAGARI CON QUALCHE SPINA, MA SEMPRE TONNO, COSI’ ANCHE GLI INSOSPETTABILI GRILLINI HANNO IMPARATO MOLTO BENE L’ADAGIO ANDREOTTIANO, QUELLO SECONDO CUI “IL POTERE LOGORA CHE NON CE L’HA”….
I marchigiani, alle prossime elezioni regionali, verso questa accoppiata di comodo, non saranno tonni…..
…signor Castellucci…non sarà mica il tonno pescato a canne!? gv
Il tonno se pescato con la lenza o con la rete non ha importanza, è la mescolanza fra la qualità di tonno a pinne gialle con il tonno rosso che ha causato un sacco di problemi di convivenza fra le due specie, oltretutto quello rosso è ormai sempre più raro e ne è vietata la pesca tanto è vero che, pochi giorni fa, è stato sequestrato un esemplare a Civitanova dalla Guardia Costiera! Chissà se in Umbria il prossimo 27 ottobre abboccheranno i tonni……
…d’accordo, signor Castellucci, ma io intendevo un altro tipo di…canne; quei tonni li, da certe parti, li pescano con estrema facilità, mi pare, rincitrulliti come sono, sempre i tonni pescati a…canne, ovviamente!! Ossequi. gv