di Fabrizio Cambriani
Ottobre è tempo di vendemmia, ma anche di sondaggi. Uno di quelli che fanno davvero male proviene da Pesaro e stronca il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli. Ma questa non è una notizia. A parte il circo equestre da lui stesso messo in piedi e profumatamente retribuito con soldi pubblici, la stragrande maggioranza dei marchigiani non vede l’ora di liberarsene, manco fosse un dente cariato.
Ultimamente, per risalire la china, ha deciso di stare sempre di più in mezzo alla gente. Eccolo allora tagliare nastri in ogni dove e presenziare a qualsiasi manifestazione. Indi, trasformarsi in star indiscussa – che Wanda Osiris scansati – della sagra delle cotiche con i fagioli o della cicoria ripassata in padella. Che tanto, qualcuno che mandi avanti la malmessa baracca della Regione, si trova sempre. Nel frattempo, il segretario regionale del Partito Democratico, Giovanni Gostoli, è tutto preso dalla Costituente delle idee, una iniziativa volta a rilanciare il partito con visioni e uomini nuovi. A giudicare dai partecipanti però, più che una costituente ci vorrebbe un ricostituente. Se mi potessi permettere, suggerirei il gerovital, visto che l’età media dei partecipanti è sulla settantina.
Ma torniamo al sondaggio (pubblicato venerdì su CM) e stiamo alle date. Il 30 di settembre la neo-sottosegretaria allo sviluppo economico, Alessia Morani, a nome del governo, stringe un patto di ferro con le Marche. Attenzione al vestiario: ella indossa una blusa in terital color giallo radioattivo e una sobria gonna a palloncino in neoprene nero. È proprio quel colore giallo che mi ha colpito particolarmente. Combinazione vorrebbe che il giorno in cui Francesco Comi, da poco eletto segretario del Pd, si accingeva a stringere un patto di titanio con l’allora governatore Gianmario Spacca, pure lui indossasse un pullover giallo in morbido cachemire. Sorridevano i due, a favore di teleobiettivo, ben sapendo che al povero Spacca sarebbe toccato il ruolo di rana e a Comi quello dello scorpione.
Andiamo avanti tenendo ben presente che negli ambienti vicino al Partito Democratico, già da qualche giorno si vociferava di un presunto sondaggio relativo al gradimento di Ceriscioli.
La verità è che durante i cambi di legislatura questi sondaggi sono stati sempre realizzati, ma sono pure stati tenuti, per quanto possibile, riservati. Cinque anni fa fu lo stesso. Vado a memoria, ma ricordo che proprio il Pd ne commissionò uno e dalle risultanze emerse una solenne bocciatura per Spacca. Però a nessuno venne in mente di darlo in pasto alla stampa.
Mercoledì 2 ottobre la commissione affari istituzionali dell’assemblea legislativa, che sta esaminando le varie proposte in materia di legge elettorale, alza la soglia per poter accedere al premio di maggioranza di coalizione. I numeri variano: 19 seggi a partire dal 43% e 18 dal 40%. In pratica, si tratta di dare già per scontato l’accordo con il Movimento 5 Stelle.
Giovedì 10 ottobre, dopo qualche giorno di trattativa, la capogruppo pentastellata nel consiglio comunale di Pesaro, Francesca Frenquellucci, accetta la delega conferitale dal sindaco Matteo Ricci, all’università e a Pesaro Studi. Di fatto un ingresso nel governo della città a tutti gli effetti. Il giorno dopo esplode la bomba del sondaggio – ad opera della Sigma Consulting, azienda di ricerca pesarese – che taglia le gambe a Ceriscioli. Questi i fatti corredati da date e nomi. E di fatto apre le porte a una candidatura a governatore dello stesso Matteo Ricci.
Quanto alle opinioni quello che balza subito agli occhi è che l’epicentro di tutti questi movimenti è la città di Pesaro. È a Pesaro che viene eseguito il sondaggio che, curiosamente, non prende in considerazione altre più popolari figure. Per esempio, il sindaco di Fano – terza città più popolata delle Marche – o anche quello di Senigallia che è, tra l’altro, presidente dell’Anci. Tutti i protagonisti appena menzionati provengono dal territorio pesarese: Ceriscioli governatore, Gostoli segretario regionale, la Morani, unica sottosegretaria marchigiana e Ricci sindaco del capoluogo.
Non è un segreto che tra Ricci e Ceriscioli, fatti salvi gli stretti interessi territoriali, non corra buon sangue. Così come Ceriscioli risulti avversario di corrente della Morani. L’unico suo alleato, in questa partita, avrebbe dovuto essere proprio il segretario regionale Gostoli – messo lì proprio dal governatore – ma, come dicevo, era in tutte altre faccende affaccendato. Il risultato di questi colpi in sequenza si rivela micidiale non solo per la ricandidatura a governatore di Ceriscioli, ma anche per il suo futuro in politica. Colpi sotto la cintura, sferrati a freddo e a tradimento che gli precluderebbero anche un posto da sottosegretario nel governo Conte – così almeno si orecchiava in Regione – in cambio di un’uscita di scena nel panorama regionale. Ma rivela anche, fatto ancor più grave, l’inconsistenza del resto del partito regionale. Risultati del sondaggio a parte (prima Mancinelli, secondo Corradini, quarto Carancini dietro a Ricci): Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli non toccano palla. Non solo non hanno un’idea che sia una, da spendere per la prossima legislatura, ma nemmeno uomini al’interno delle rispettive federazioni che siano, neanche marginalmente, della partita. Al massimo, si limitano ad assistere passivamente alle faide tutte interne dei pesaresi. E, almeno per adesso, senza nessuna capacità di reazione.
P.S. Casomai vi dovesse capitare che qualcuno con una maglietta gialla vi proponga un contratto, un accordo o anche un semplice patto, datevela subito a gambe.
Alessia Morani e Luca Ceriscioli, patto Pd Governo-Regione su ricostruzione e infrastrutture
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Ceriscioli, con l’esperienza accumulata , anche se verrà escluso e probabilmente lo sarà, potrà continuare a sentirsi chiamare presidente in qualche Pro Loco in una o anche più delle tante sagre, fosse quella dello scarciofo o della cotica pelosa. Sciapichetti dice che ci sarà tempo da qui alle elezioni per dimostrare la veridicità dei grandi risultati da lui ottenuti nello svolgere con abnegazione e grande senso civico e del dovere la sua funzione a First Man e questo, lo aggiungo io, anche grazie a lui e all’altro e che benché trini, non avrebbero mai stimolato Dumas a far di tre i moschettieri da romanzare. Il sondaggio fatto a Pesaro pur se piazza Ceriscioli all’ottavo posto, mette Carancini al quarto. Il mio sospetto è che sia maceratese il mandante del sondaggio anche se come dice Cambriani , limitato il numero dei possibili e più conosciuti candidati. In alternativa, essendo Carancini completamente sconosciuto al di fuori dell’Asse Villa Potenza-Macerata-Piediripa, potrebbe aver meritato il quarto posto per motivi metafisici imperscrutabili, insomma roba da filosofi, visto che nella nostra piccola realtà un quarto posto seppur distante da un ottavo da depressione maggiore, lascia comunque un bel dubbio e buone motivazioni per oziose discussioni davanti a un buon bicchiere di vernaccia, sempre proveniente da qualche sagra. Naturalmente che tutti questi politici “ pesanti”, tanto pesanti, ahhhhh, che sonno, che si sentono romagnoli, parlano romagnolo, cantano Romagna mia , perdono comuni passati a Riminie vogliono comandare nelle Marche dove già Ancona, a noi delle “ Marche Sporche “ sembra stia lontana molto più dei 40/50/60 km che ci dividono. Proporrei la nascita di un nuovo movimento naturalmente scissionista che non abbia niente in comune con quelli preesistenti e al di là dei meriti ( che si abbandoni qualsiasi forma perfettamente ragionevole di pessimismo e assoluta mancanza di fiducia) e dei demeriti ( pensare al bicchiere sempre pieno anche se vuoto e ripetere lentamente: io sono completamente rilassato, il bicchiere è straboccante, il mio ottimismo è incontenibile). Il nome, Lega no, c’è già, P..lo stesso, Lista.., per carità. Sono tutte trappole che si chiamano in un modo ma che dentro ci sono “ ideologhi “in blocco. ( Vedere Civitanova nelle Marche). Ah, “Marche tra Fiume Musone e Porto d’Ascoli” ( bruttino ma intanto rende). Naturalmente l’algoritmo per il nuovo Palazzo Governativo che potrà essere anche un capannone dismesso, segno di sobrietà, non lo facciamo proprio, affidandoci ad un bella estrazione dei siti scelti senza iniziare a litigare già da li. Sennò nuova scissione evitando che per motivi stradali non venga fuori un’alleanza tra maceratese e ascolano con il fermano da attraversare.
Forse anche per questo Grillo può dire noi diamo la narrazione al PD? Ma fino a quando?
A destra, dice il governatore, ci sono gli zeri, è vero. Ma a sinistra c’è il Nirvana, ossia il nulla. Non si capisce che cosa è peggio.