Da sinistra: Luciano Messi, Barbara Minghetti, Cinzia Maroni, Stefania Monteverde e Francesco Lanzillotta
Barbara Minghetti
di Marco Ribechi
E’ tempo di bilanci per l’ultimo Aperitivo Culturale del 2018. Agli Antichi Forni la direttrice artistica Barbara Minghetti, il direttore musicale Francesco Lanzillotta, il sovrintendente Luciano Messi e il vicesindaco Stefania Monteverde raccontano le loro impressioni sulla stagione operistica che si chiuderà stasera con l’ultima rappresentazione del Flauto Magico e parlano del cartellone del prossimo anno, svelato in anticipo lo scorso 19 luglio (leggi l’articolo). Il colore scelto è il “rosso desiderio” e la formula resterà quella delle tre opere: «Ci sarà un’opera innovativa come è stato il Flauto di quest’anno – spiega Minghetti – Nonostante le critiche e le discussioni è proprio questo aspetto di sperimentazione delle prime produzioni che fa guadagnare allo Sferisterio una platea affezionata e attrae la curiosità degli ambienti internazionali. L’anno prossimo sarà la Carmen che dirigerà lo stesso Lanzillotta, sarà dedicata all’opera comique e al muro dell’arena. Poi avremo come cooproduzione il Macbeth di Emma Dante e il Rigoletto come ripresa dalle stagioni passate».
Cinzia Maroni
La direttrice artistica non nasconde la bella sorpresa nell’aver scoperto Macerata: «Oltre al lavoro qui si respira un’atmosfera speciale e c’è un team fantastico – dice Minghetti – Mi sono innamorata della città, dei musei, della cultura, del pathos che si vive attorno al festival. Lavoreremo per mettere il Mof sempre più al centro di un grande progetto culturale, quest’anno abbiamo avuto anche la sperimentazione del linguaggio contemporaneo con We can be waves al Lauro Rossi, spettacolo che ha vinto vari premi e ha portato un gruppo di ragazzi per quasi un mese a Macerata a lavorare nella creazione di qualcosa di nuovo. Vogliamo continuare con queste produzioni under 35 e estendere sempre più la durata dei progetti, penso anche all’opera education che ha portato La leggenda del Flauto Magico, realizzata con i burattini, nei comuni colpiti dal terremoto».
Francesco Lanzillotta
Anche per Francesco Lanzillotta il bilancio è più che positivo: «Siamo stati definiti il miglior festival italiano e uno dei migliori in Europa – dice il direttore musicale – personalmente ho la sensazione di essere al posto giusto con le persone giuste, è fantastica la sinergia che si è creata. Ben vengano le opere come il Flauto che dividono, vado nei bar e sento le persone parlare di lirica, meno male». La “persistenza” dello Sferisterio, così come Cinzia Maroni lo ha bonariamente definito, è invece Luciano Messi: «Sento lo Sferisterio come un figlio – spiega il sovrintendente – è qualcosa che cresce e che bisogna curare come un bambino. Quest’anno ho provato a guardare con occhi nuovi il festival, come quando si rilegge un grande classico e si scoprono cose nuove. Ribalto le opinioni di chi ha parlato prima di me e dico che è lo Sferisterio ad aver scelto le persone giuste per realizzare questo progetto che porta l’intera città a un livello internazionale, rafforzando però anche i legami col territorio».
Stefania Monteverde
In conclusione anche l’assessore Stefania Monteverde: «Voglio ricordare che con l’opera lavorano circa 500 persone – spiega il vicesindaco – vogliamo che si lavori tutto l’anno. Ringrazio anche Francesco Micheli che ha ricostruito il rapporto dell’arena con la città e per il futuro l’idea è quella di estendere la durata delle attività del festival, di coinvolgere sempre più il territorio lavorando per creare modelli culturali e infine di continuare a proporre nuove produzioni perchè l’opera non è il capriccio di una città che si dedica alla lirica ma al contrario è proprio l’identità di Macerata». Dopo l’incontro anche la lettura da parte di Gabriela Lanza del testo “Una furtiva lagrima”.
Gabriela Lanza
Alice Ferri del ristorante da Silvano
Ezio Gironella, sommelier
Marilena Sparapani
Luciano Messi
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