di Maria Stefania Gelsomini
Carmen, Macbeth e Rigoletto: il caleidoscopio cromatico-sentimentale del Macerata Opera Festival, illuminato di verde speranza nel 2018, si accende di rosso desiderio per il 2019. Con qualche ora di anticipo sull’inaugurazione ufficiale della stagione lirica (l’appuntamento è per oggi pomeriggio alle 18,30 con l’archistar Mario Cucinella sulla terrazza panoramica del Palazzo degli Studi, restaurata e messa a disposizione per l’occasione dal Presidente della Provincia Pettinari), è stato tolto il velo sulla programmazione del prossimo anno. Rosso in tutte le sfumature e le accezioni semantiche. Rosso come pericolo, emergenza, stop, come sessualità e porno, come gelosia, rivoluzione, potere. Ma anche rosso come vita, cuore, sangue e respiro. Così ricco di sfumature lo intende la direttrice artistica Barbara Minghetti, che spiega come, al di là dei colori, anche il tema del desiderio rappresenti, nel percorso triennale del suo racconto, un’evoluzione e un passo in avanti rispetto a quello della speranza.
Le tre opere in cartellone saranno, nell’ordine, la Carmen di Bizet, il Macbeth e il Rigoletto di Verdi. La formula ripete quella sperimentata quest’anno: l’apertura con una nuova produzione studiata e creata appositamente per lo Sferisterio, che dovrà contenerne e restituirne l’essenza al cento per cento, una coproduzione di successo, e infine la ripresa di un’opera già andata in scena a Macerata, come dire la riproposizione di un piatto forte del menù, col cambiamento di qualche ingrediente. Apertura il 19 luglio con la Carmen diretta da Jacopo Spirei, regista quarantenne molto apprezzato all’estero e per anni assistente di Graham Vick, già venuto a visionare lo Sferisterio, con la bacchetta di Francesco Lanzillotta sul podio (repliche il 28 luglio, 3 e 10 agosto). Seconda opera, al debutto il 20 luglio, il Macbeth diretto da Emma Dante, un allestimento in coproduzione con i teatri di Palermo e Torino vincitore di diversi premi, con l’orchestra guidata dal maestro Francesco Ivan Ciampa, che torna allo Sferisterio dopo aver diretto una recita del Trovatore in sostituzione del maestro Oren nel 2016 (repliche il 26 luglio e 4 agosto). Terza e ultima opera, la ripresa del fortunato Rigoletto del 2016, con la regia di Federico Grazzini e la direzione di Giampaolo Bisanti (debutto il 21 luglio, repliche il 27 luglio, 2 e 9 agosto). La stagione 2019 rossodesiderio si chiuderà l’11 agosto con un evento finale ancora top secret.
Al direttore musicale Francesco Lanzillotta il compito di illustrare la scelta dei direttori d’orchestra: “Ci volevano due direttori della generazione dei trentenni-quarantenni italiani che si sta affermando anche in Europa, un vivaio unico, ed entrambi possono proseguire il lavoro sull’orchestra iniziato quest’anno. Ciampa lo conosco da vent’anni, andavamo insieme alle prove di Pappano a Santa Cecilia, mentre Bisanti l’ho incontrato l’ultima volta a Dresda qualche mese fa, ed è nata la collaborazione per il Rigoletto”. Quanto alla scelta delle voci, spiega, “oltre a qualche nome internazionale, come quest’anno, stiamo cercando giovani cantanti che si stanno distinguendo e che vorremmo fidelizzare qui, perché una volta famosi porteranno un’etichetta, quella di aver iniziato la loro carriera allo Sferisterio”.
L’incontro di stamattina, in cui si è parlato di futuro, è stata anche l’occasione per molti ringraziamenti e per un bilancio “prima della prima” da parte del presidente e del vice presidente dell’Associazione Sferisterio, Romano Carancini e Antonio Pettinari. Carancini sottolinea la grande armonia che negli ultimi mesi ha caratterizzato il lavoro del Cda e l’affiatamento con i nuovi arrivati Barbara Minghetti e Francesco Lanzillotta, parlando di “scelte ragionate e approfondite”, ringraziando tutte le maestranze e, per la location dell’inaugurazione, il presidente della Provincia Pettinari. Il quale da parte sua non rinuncia a sottolineare l’impegno, la passione e la sintonia del Cda nella gestione del dopo-Micheli: “Occorreva una continuità ma anche un rafforzamento delle intuizioni. Per la successione né spinte né richieste politiche – insiste – solo tanto lavoro e la volontà di trovare la migliore soluzione possibile, volevamo dare un segnale di positività dopo gli avvenimenti degli ultimi mesi. Di Barbara ho apprezzato la capacità organizzativa e l’apertura al dialogo, da Francesco mi aspetto molto”. E un ultimo grazie lo riserva all’“inossidabile Luciano” Messi.
Barbara Minghetti tiene a confermare, a sua volta, l’armonia con il Cda: “Mi ha molto sorpreso, per l’attenzione sul contenuto e per la possibilità di riflessione e di confronto sempre nei tempi giusti”. Per il sovrintendente Messi giocare d’anticipo è indispensabile, l’unica arma a disposizione per aggirare le eventuali difficoltà, sia economiche che organizzative: “E’ un grande sacrificio per tutti presentare insieme le tre opere, una di seguito all’altra, ma vogliamo mantenere questa struttura perché danno una grande leggibilità al festival”.
BOTTEGHINO – Per concludere, qualche dato dalla biglietteria, aggiornato al 18 luglio: il trend è positivo e la stagione nel complesso, per le dodici serate, ha incassato tra venduto e prenotato 912mila euro, 89mila in più rispetto alla stessa data del 2017 (823mila euro). Ma se il venduto è pari a 843mila euro, contro i 727mila del 2017, il prenotato è di 69mila euro, contro i 95mila del 2017. Gli spettatori sono sinora 18.362 (nel 2017 erano 17.779), con 1.500 biglietti staccati in più e 900 prenotati in meno rispetto all’anno scorso. Per le tre prime l’incasso, fra venduto e prenotato è pari a 300mila euro, ma c’è fiducia che già oggi si potrà superare il dato del 2017, equivalente a 306mila euro. Lo Sferisterio si avvicina a grandi passi verso il sold-out come negli anni precedenti, ma diversi posti sono ancora disponibili, anche per le prime: i melomani last minut possono approfittarne.
(foto di Fabio Falcioni)
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