di Marco Ribechi
(video di Andrea Petinari)
Si era augurato che il suo Flauto magico fosse un pugno allo stomaco e così è stato. Nel bene e nel male. La direzione di Graham Vick non ha lasciato senza opinioni gli spettatori dello Sferisterio di Macerata che al termine della prima si sono divisi, non equamente, tra chi ha ardentemente odiato la messa in scena del regista britannico e chi l’ha trovata coraggiosa, attuale e piena di adeguati riferimenti politici.
Luciano (Milano) era tra i più arrabbiati tra quelli raggiunti dai nostri microfoni
I primi ad uscire sono naturalmente i più scontenti, quelli che se ne sono andati appena è stato possibile (in realtà alcuni spettatori sono usciti anche prima della fine dello spettacolo): «Fa schifo, è una porcheria estrema – dice Luciano da Milano – sono abbonato da 40 anni alla Scala e non sono mai stato sconvolto da una schifezza del genere». «Soldi sprecati – ricarica Gabriele da Ancona – la versione in italiano toglie tutta quanta la musicalità all’impostazione di Mozart». La decisione di tradurre il libretto è quella che ha lasciato più perplessi i presenti, uniti però nel dire che le voci e la parte musicale sono state ottime. «Music and singer were very good – dice uno spettatore venuto appositamente dalla Svizzera – the rest a disaster, I didn’t like it». Più pacata ma altrettanto tagliente la critica della signora Anna di Macerata: «Non ce lo meritiamo».
Glauco da Milano il più positiviamente colpito
Sul fronte opposto c’è chi ha dato molto valore al coraggio del regista e all’evidente critica politica: «Regia straordinariamente interessante, vivace e ricca» dice Fabio da Milano, «L’ho molto apprezzata, una lettura fuori dal comune – spiega Glauco da Milano – reggeva bene la traduzione non semplice, dal mio punto di vista premiata assolutamente». D’altronde la scenografia non poteva lasciare nessuno indifferente: tra le varie scelte sceniche anche una ruspa di salviniana memoria e una statua gigante della Madonna con la bocca fasciata. E’ evidente che per Vick la cultura non può lavorare senza considerare il clima politico e culturale attuale: sul palco immigrati, operai, lavoratori precari ma anche rappresentanti della Chiesa, del mondo islamico e richiami espliciti alla sessualità e anche all’universo televisivo dell’intrattenimento fine a se stesso. In un momento Papageno è addirittura intento a fumare uno spinello di marjuana dopo che l’Oratore del Tempio gli chiede quale fosse il suo più grande desiderio.
Lo Sferisterio tinto di verde speranza
«Realizzare la grande utopia di un mondo in cui tutti siamo uguali, dove non ci sono guerre e dove nessuno mente» aveva spiegato Vick agli Antichi Forni durante il primo appuntamento degli Aperitivi Culturali (leggi l’articolo). Non è quindi mancato l’eccesso, la provocazione mirata alla situazione attuale italiana visto che, nell’idea iniziale del regista, questa doveva essere una produzione unica e irripetibile, solo per Macerata. Lega il suo giudizio ai fatti del lungo inverno il sindaco Romano Carancini che esce dall’arena accompagnato dal governatore delle Marche Luca Ceriscioli: «Credo sia stato un bellissimo allestimento, non classico ma in linea con lo spirito di una favola dei nostri giorni. Tanti gli elementi di riflessione in particolare per questa città quindi quello di Graham Vick è un lavoro straordinario a cui diciamo grazie». Questa sera in scena L’elisir d’amore che vedrà il palco trasformarsi in una spiaggia con tanto di bar.
LA RECENSIONE DI MARIA STEFANIA GELSOMINI: (LEGGI L’ARTICOLO)
Il “Flauto magico” suona la prima allo Sferisterio: «Emozione per questa stagione» (Foto)
Il sindaco di Macerata Romano Carancini
Il governatore della Regione Luca Ceriscioli
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Ieri sera non ho ben capito il senso dell’opera. Forse che il regista ci voleva dire quanto fosse facile procurarsi uno spinello a Macerata??? Se così fosse non occorreva un regista di chiara fama, bastava passeggiare per le vie del centro ed ai giardini. Vero Sig. Sindaco ????
..mah..forse il ‘Flauto magico’ rappresenta, metaforicamente, lo spinello libero, tanto decantato da certi signori che hanno a cuore il bene dell’Italia!! Giuseppe.
che tristezza e che sterilità creativa. Nessuna intelligente provocazione o “pugno alo stomaco” agli spettatori, ma solo la noia del conformismo pseudo rivoluzionario del progressismo globale politicamente corretto che infila la retorica piagnona sui migranti (illegali)e sul riscatto della donna vittima secolare in ogni dove, senza alcuna giustificazione drammaturgica o coerenza con l’opera rappresentata.
In definitiva una scelta da Saviano “de noantri” che non manifesta alcuna giustificazione artistica (al contrario di altri spettacoli con regia non convenzionali a cui abbiamo assistito con soddisfazione nelle scorse stagioni)e con risvolti politici di parte (la patetica presenza della ruspa ad esempio) che non rispettano i maceratesi e gli ospiti dello Sferisterio, ma degni più di una serata da centro sociale che di un festival della lirica ricco di tradizione e prestigio.
Speriamo nei prossimi titoli della stagione.
Renato Coltorti
..mah..forse l’aiuto regista era un certo Carancini!! Giuseppe.
Macerata Kaputt Mundi.
Mandate i vigili a controllare i documenti della ruspa……….