di Giovanni De Franceschi
Dai Cas agli Sprar, un viaggio di sola andata. Poi una sorta di vuoto, un buco nero dove le presenze diventano ombre. Una pericolosa zona grigia impossibile da controllare, una falla nel sistema di accoglienza dei migranti. Ad oggi nella nostra provincia sono ospitate 795 persone, 640 sono gestite dalla prefettura con i Cas (Centri d’accoglienza straordinaria) e 155 direttamente da Comuni ed enti locali con gli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Per quanto riguarda il primo gruppo, 542 sono in Comuni dentro il “cratere” sismico, 98 in Comuni fuori dal “cratere”.
Per il secondo gruppo appena due Comuni su 55 hanno un progetto attivo più la Comunità montana dei Monti Azzurri: si tratta di Macerata e Recanati, con Montecosaro che sta tentando di attivarne un quarto. Alla faccia dell’accoglienza diffusa, verrebbe da dire. Ed è proprio il capoluogo a guidare la provincia anche sotto questo aspetto con 360 immigrati, di cui 110 nello Sprar e il resto nei Cas. Anche se uno degli ultimi comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica ha deciso di diminuire gradualmente le presenze in città. In totale si tratta di milioni di euro che ogni anno il ministero mette a disposizione e che, almeno nella nostra provincia, finiscono nelle casse delle tre principali onlus: Gus, Perigeo e Acsim (tutte al centro di un’indagine della Finanza per Iva non versata e introiti non dichiarati). A cui si aggiungono in quote molto minori La Gemma, Gestioni orizzonti, Centro Ascolto, La Sorgente e Croce Rossa.
I CAS – I centri di accoglienza straordinari gestiti dalla prefettura erano nati con l’intento di affrontare un’emergenza qualora se ne presentasse la necessità. Si sono pian piano trasformati in “ordinari” entrando di diritto nel sistema dell’accoglienza, come si trattasse di un primo livello. Qui infatti vengono ospitati gli immigrati, finché non ottengono lo status di richiedenti asilo o rifugiati. Se lo ottengono passano negli Sprar, in caso contrario finiscono in quella pericolosa zona grigia impossibile da controllare. Il procedimento per ottenere lo status può richiedere anche un anno e mezzo, al netto di ricorsi e controricorsi. Attualmente nella nostra provincia ce ne sono appunto 640, ma questo non è il numero massimo di persone che questo territorio potrebbe accogliere. Ad aprile dell’anno scorso, infatti, la prefettura ha emesso un bando per l’accoglienza di 1.098 immigrati (671 nel cratere e 427 fuori cratere), valido dal 1 luglio 2017 alla fine di quest’anno. La spesa totale preventivata è di 21.224.258 euro, con un prezzo base di gara di 35 euro per ogni migrante. Va chiarito però che non si tratta del numero effettivo di persone che sono arrivate o arriveranno, quanto più che altro di un modo per tutelarsi nel caso dovessero esserci degli sbarchi improvvisi. Quindi, per adesso, non c’è stata nessuna ondata di arrivi. Anzi, secondo fonti ufficiali, dalla pubblicazione del bando ad oggi gli arrivi sono inferiori alle partenze. Ma quel dato è indicativo del numero massimo di persone che la prefettura pensa questa provincia possa accogliere. Il bando poi è stato aggiudicato, con un criterio guida: nei Comuni del cratere il numero degli immigrati non sarebbe aumentato rispetto ai posti già disponibili, quelli nuovi quindi si sarebbero dovuti cercare nei Comuni fuori dal cratere. Ed è qui che il sistema si è inceppato, ecco infatti come sono stati aggiudicati i posti:
E’ evidente quindi che, nonostante il tentativo di “alleggerirli”, restano i Comuni del cratere, già gravati da una ricostruzione che fatica a decollare, a farsi carico dell’accoglienza per la stragrande maggioranza. Oltre a uno sbilanciamento di partenza quanto a presenze, nel cratere infatti sono stati aggiudicati tutti i posti messi a bando, fuori dal cratere appena 129 su 427. In tutte e due i lotti a far la parte del leone c’è il Gus, che si è aggiudicato in totale 464 posti. Ecco invece come vengono conteggiati i 35 euro giornalieri che incassano le associazioni per ogni immigrato, a cui in tasca vanno direttamente poco più di 2,5 euro al giorno tra pocket money e soldi per le ricariche telefoniche:
GLI SPRAR – I progetti di accoglienza gestiti dagli enti locali si contano sulla dita di una mano. Sono appena tre i Comuni che li hanno attivati, più la Comunità montana dei Monti azzurri. Partendo da quest’ultima, il progetto “Villaggio Nansen” è stato rinnovato anche per il triennio 2017/2019, è gestito dalla Perigeo con 25 ospiti. Il finanziamento annuo del ministero è di 275.203,48 euro, a cui va aggiunto il 5% della comunità (non in contanti, ma in valorizzazione di personale e aiuti vari) e un piccola quota della onlus. Gli immigrati all’inizio erano ospitati nel villaggio “Le Saline” di Penna San Giovanni, ma dopo il terremoto che ha reso inagibile lo stabile, sono stati trasferiti in alcuni appartamenti di Tolentino. «Non abbiamo mai avuto problematiche di alcun genere – precisa il presidente Giampiero Feliciotti – però quando scadrà non c’è l’intenzione di rinnovarlo ulteriormente». Quindi c’è Recanati, con “Pomerium”. Il progetto iniziato nel 2016, gestito dal Gus per l’accoglienza di 20 immigrati, è stato prorogato anche per il triennio 2018-2020. La spessa annua è di 277.400, a cui aggiungere il solito 5%. «Abbiamo optato per evitare una ghettizzazione – spiega l’assessore ai Servizi sociali Tania Paoltroni – quindi gli ospiti si trovano in quattro appartamenti distribuiti sul territorio, scelta che risulta più funzionale per gli obiettivi proposti dallo Sprar. Finora l’esperienza è stata positiva, non sono emerse situazioni problematiche per la comunità, quindi abbiamo deciso di continuare perché è meglio gestire insieme l’accoglienza che subirla, così da evitare problemi sociali più grandi». In città ci sono anche altri 23 immigrati nei Cas. Montecosaro, invece è l’ultimo ed entrare nella squadra, sul finire dell’anno scorso ha fatto richiesta al ministero per l’attivazione di un progetto che prevede l’accoglienza di 23 immigrati. Ancora non si è potuto attivare però, perché è stato trovato posto solo per 15 persone. Il Comune quindi ha chiesto una proroga, quando avrà a disposizione le location verrà fatto il bando. Nel frattempo però non è escluso che possano iniziare i primi arrivi. L’edificio individuato con 15 posti disponibili è una struttura della casa di riposo che si trova a Montecosaro Scalo. «Abbiamo deciso di attivare il progetto – specifica il sindaco Reano Malaisi – per due ordini ragioni: riteniamo opportuno che questa situazione, che presenta problematicità importanti, per poter essere gestita al meglio deve essere distribuita in piccoli numeri su più realtà comunali. E poi pensiamo sia di garanzia per cittadini e il territorio, perché in questo modo l’amministrazione è in grado di dire quanti profughi ci sono, dove sono e chi li gestisce».
IL CASO MACERATA – Il capoluogo è di sicuro il comune dove il nodo accoglienza ha creato polemiche a non finire, malumori e attacchi pesantissimi alle istituzioni. Soprattutto dopo i casi Pamela e Traini. Ma veniamo ai numeri. In città ci sono attualmente 360 immigrati tra Cas e Sprar (anzi qualcosina di meno rispetto all’ultimo dato ufficiale, visto che qualcuno nel frattempo ha lasciato i Cas). Per quanto riguarda lo Sprar, il Comune ha attivato anche per il triennio 2017-2019 il progetto “Macerata Accoglie”, che ingloba quello strettamente comunale e quello che prima era gestito dalla Provincia. Si tratta di un totale di 110 persone, con la possibilità di arrivare fino a 165. Un totale di poco più di 4,9 milioni di euro messi a disposizione del ministero, a cui va aggiunto sempre il 5% del Comune in termini di valorizzazioni. A gestirlo è il Gus. A questi 110 vanno aggiunti i 250 immigrati ospitati nei Cas. Il punto è che secondo l’accordo Anci/Viminale, Macerata potrebbe accogliere fino a un massimo di 139 persone (numero che si ottiene, per i Comuni sopra i 2mila abitanti, con un calcolo che comprende la ripartizione del fondo regionale per l’immigrazione). Quindi è già ampiamente sopra il limite stabilito. Il sindaco Carancini ha recentemente detto di voler applicare la “clausola di salvaguardia”, questa prevede che il numero di persone ospitate nei Comuni non possa superare la quota stabilita, che per Macerata è appunto 139. Ormai non si può tornare indietro, nonostante il numero di persone ospitate tra Sprar e Cas sia ampiamente superiore a quello ottimale. Però è possibile impedire che arrivino altri immigrati una volta che il Comune abbia raggiunto quella quota con lo Sprar attivo. Al momento ancora non è stata raggiunta, ma quando e se lo sarà, visto che “Macerata Accoglie” prevede fino a un massimo di 165 ospiti, il sindaco potrà far valere la clausola di salvaguardia. E la prefettura sarà costretta a dirottare altrove eventuali nuovi arrivi. Nel frattempo, però visto il clima che si respira in città, il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ha deciso autonomamente di venire incontro a Macerata, evitando di aumentare comunque le presenza nei Cas cittadini, anzi di ridurle, al di là dell’attivazione della clausola. «Il Comitato – si legge nel comunicato delle prefettura – nelle more dell’attivazione di tale clausola, preso atto dell’esistenza di criticità nella percezione di sicurezza da parte della comunità di Macerata in relazione alla presenza di stranieri migranti, ha condiviso l’opportunità di procedere ad una progressiva riduzione del numero dei cittadini richiedenti la protezione internazionale presenti nella città capoluogo di provincia». E questo è un primo passo. Il più grande problema resta però sempre quello degli immigrati ombra, coloro che escono dai progetti Sprar o non riescono ad ottenere lo status di rifugiato o richiedente asilo. Per loro è impossibile fare un calcolo delle presenze. Di sicuro entrano in quella pericolosa zona grigia al di fuori di ogni controllo, che rappresenta la vera falla del problema accoglienza.
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Un sistema fallimentare che va cambiato. Progetto avallato da sindaco e giunta che hanno fallito clamorosamente e che dovrebbero solo chiedere scusa e dimettersi o essere sfiduciati dal consiglio comunale. Chi ha creato i problemi non sarà mai in grado di risolverli.
Molti, troppi invalidi sono in attesa di cominciare a ricevere la pensione di invalidità, bloccata da una burocrazia lenta, complicata e POCO ACCOGLIENTE. Questo ambìto riconoscimento permette loro di condurre una vita dignitosa e tranquilla. Possono le cooperative occuparsene, una volta che si rendono disponibili almeno in parte le loro risorse grazie alla diminuita affluenza dei richiedenti asilo?
Il 71% dei fondi per le misure di contrasto alla povertà finiscono a stranieri.
Sono del tutto convinto che in quel prospetto ” Voci costi ” manchi una voce che andrebbe a modificare tutto il prospetto. E questa voce mancante è causa di tutti gli effetti. ” A buon intenditore, poche parole”. “Non c’è più sordo di chi non vuol sentire”. Una altro proverbio non lo conosco sull’argomento e quindi faccio una piccola variazione sul tema: ” Non c’è più cieco di chi non vuol vedere “. Adesso ognuno scelga il proverbio che più lo avvicina al suo modo di vedere se è come il mio, sennò si faccia pure i proverbi suoi che io mi faccio i miei. Dico bene X,Y, “C “,Z ecc. ecc.??
Per Micucci. Per me mancano i costi dei locali usati da dipendenti e manager (affitti, utenze, etc.). Inoltre colpisce il fatto che la spesa per il personale incida per quasi 1/3 (11,50/35,20). Più dei pasti.
sono in attesa di approvazione.
https://agensir.it/italia/2017/01/31/nelle-marche-provate-dal-terremoto-il-problema-degli-allevamenti-e-lincognita-turismo/
mandateli qui
organizzateli e mandateli a sbadilare, per risolvere i problemi all’entroterra al 200% di cio che gli si da, ci siamo rotti
di pagare per ste gente che non fa un pippo..O fanno parole, ma costano, le braccia le hanno , istruiteli.
Ma Iacopì, si parla di sette giorni di lavoro, di che affitti cianci? Fai una osservazione giusta e poi ti perdi in chiacchiere.
Attenzione a nominare gli invalidi perchè se una persona è sola, seccondo il RIA gli deve bastare 190 euro al mese pertanto se è invalido oltre il 75% prende una pensione di 280 euro pertanto rischia di dare indietro 90 euro. Ma se un imprenditore capo famiglia ha un entrata di 1500 euro è ricco e riesce a mantenere 4 persone per quale motivo un imprenditore imprenditore di migranti ne prende circa 4000 per mantenere 4 persone senza contare che non si devono mantenere auto con tutti i costi piu medicine piu libri ecc ecc. Per quale motivo un imprenditore capo famiglia in cui non ci sono entrate deve vivere con 400 euro mensili? Mistero glorioso su queste cifre.
Per Gatti. Intendeva dire REI (reddito di inclusione)?
si scusa
Questi immigrati non rispettano le nostre regole.
Per Romagnoli. Invece noi…
Il REI, pomposamente definito misura di contrasto alla povertà dal carattere universale, segue la famosa logica di dove si manga in quattro, si può mangiare anche in cinque, dove si mangia in cinque si può mangiare in sei e dove si mangia in sei c’è un piccolo allargamento di carattere prettamente filosofico. Infatti con la stessa quota , sempre a carattere universale, si può mangiare in sette, otto, nove senza nessun limite e via discorrendo. Ha delle logiche che chiaramente potevano uscire solo dal Pd, che facendole talmente farraginose e chiamandolo REI che nota bene significa Reddito di Inclusione per confonderlo con altre similitudini provenienti da altri gruppi politici . A differenza degli altri di cui ancora non sappiamo con certezza come verranno utilizzati, se saranno utilizati e in che misura possono aiutare, questo REI è veramente una persa in giro. I grandi cervelloni del Pd avranno pensato: “ Ahoo, qui con questi redditi che tutti vogliono dare, sai che facciamo, li anticipiamo tutti quanti, studiamone uno che li fa fuori tutti e da qui è nato il Rei. Sei i diciotto milioni di votanti Pd, esclusi i Renzi, i Gentiloni, i Franceschini, i Veltroni insomma tutti quelli che da anni ci parlano di cose loro, fatte per loro, capite tra di loro che non è che noi non capiamo , anzi ci meravigliamo di come questa gente sia arrivata più di una volta a comandare, a dirigere, fare leggi, in poche parole a rappresentarsi. Insomma tolti questi e i relativi lacchè che stavolta sarà dura pure per loro dato che sono rimasti in gran numero fuori dai giochi . Ci metto anche tutti quelli che hanno avuto a che fare con loro, pensando di risolvere dall’interno problemi da cui erano già stati esclusi e da cui evidentemente non potevano essere cacciati. Sennò il Leu, lo avrebbero fatto tre anni prima e con un tempo con cui avrebbero potuto almeno partecipare al “ Biciclo a Tre ruote “. E invece no, sono stati per anni ad aspettare un treno su un binario morto e quando alla fine è arrivato c’era la Boldrini a guidarlo. Pazzi, dopo tanti anni , nemmeno le furbizie così talmente piccole da essere state dimenticate e per questo magari una, piccolina si poteva tirarla fuori e voi mi fate fare il capotreno alla Boldrini. Visitatevi, ma per quelle subdole malattie che ad una certa età anche relativamente giovane qualche disturbo cognitivo lo danno. Sono stati non solo bocciati ma anche i più oltraggiati con D’Alema come porta bandiera davanti a tutti alla Olimpiadi dei Dimenticati. Quanto è meglio suicidarsi senza lasciare un biglietto, che lasciare un biglietto e poi non suicidarsi. Sto andando fuori tema, vi rientro. Se i poveri quelli veri, non quei fantasmi vuoti che avranno si il portafoglio pieno sempre pagato da chi prima li ama, poi li soppesa anche ad occhio come si fa ancora in tante agresti feste e chi va più vicino vince ; e poi li vorrebbe mandare in qualche gulag, o in un campo di lavoro cinese o anche in quei bei penitenziari americani con tute arancioni e picconi e badili in mano con condanne che non li devono assolutamente integrare ma che siano classiche come le “ fine pena mai “ e nemmeno con la previsione di richieste di grazia. Con la speranza che la pena di vivere se le prendono loro e che magari qualcuno o in tanti si cominci a stare meglio. Rientro, dicendo che tolti anche i partigiani che oramai non ci dovrebbero essere in numero tale da poter contare nei numeri di voto e che non sanno più che non votano per Togliatti, come non sanno più tanti ancora giovani che si sono spaccati la schiena nei campi, nelle fonderie, nelle fabbriche e che se non fosse stato per Berlinguer ancora li starebbero ad aspettare la legge Fornero con la pensione a 95 anni e che quando votano Pd non votano più Pci e Berlinguer ma quegli elementi ricordati sopra che se ne guardano bene dallo spiegarglielo. Togliamo i rimasti , quelli a cui far leggere il trucco del Rei, il reddito di cittadinanza buttato là quasi in extremis in maniera che se qualcuno della sinistra, povero e costretto ad andare nei comuni a chiedere l’elemosina del REI che non hanno nemmeno avuto il coraggio di farlo presentare nelle tante sedi del Pd, l’avesse letto, chissà per chi avrebbe votato. Ah , Gatti, se tante volte devi fare la dichiarazione per il Rei, ricordati che c’è un cavillo che così recita: “non possieda navi e imbarcazioni da diporto (art. 3, c.1, D.lgs. 171/2005).
Iacopini, non manca niente, l’unica cosa che manca è la tua mancanza di visione d’insieme che ti fa sfuggire il particolare. Ogni articolo sull’argomento non è sempre un commento da fare, più articoli sull’argomento sono un commento da fare perché hai più elementi a disposizione anche se la possibilità di sbagliare sempre lì sta.
il vero problema è il Sindaco di Macerata!!!!!!
Iacobini che gli rispondi pure a Romagnoli?
Per Micucci. Grazie, in effetti la mancanza di visione d’insieme è il mio ‘cavillo’ di battaglia.
Ore 08.45, entro in bca Unicredit Piediripa, circa 30 persone-Indiani/Pakistani ad aprire conti correnti capitanati da un capo. Entro, osservo e vado via per la fila. Ore 11.00 torno ce n’era rimasto uno solo in fila non per la cassa ma per gli uffici di-fronte alla cassa. Poco dopo ne entrano altri 3. Al mio turno cerco di andare allo sportello ma questi 3 si mettono davanti e con arroganza mi fanno capire che stavano davanti loro. Una signora mi diceva di lasciare perdere che ti prenderanno sott occhio. Iniziamo a discutere, a strillare, poi non so come il Direttore che ringrazio, mi porta nel suo ufficio e faccio l operazione. Esco per andare via, tutti e tre mi guardano con occhi di sfida. Mi ero calmato, sorrido loro e me ne vado. La situazione è sull orlo del precipizio.
Erano in fila indiana e di fronte alle proteste degli altri clienti facevano gli indiani!