di Federica Nardi
«Scarsa adesione alle regole e alle condizioni previste nel contratto di accoglienza», «scarso interesse e coinvolgimento per le attività proposte, in particolare il corso di italiano». E poi le «gravi violazioni del contratto e del regolamento d’accoglienza» che hanno portato all’espulsione dal progetto Sprar del comune di Macerata.
Il Gus descrive così i quasi due anni di permanenza a Macerata di Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano accusato dell’omicidio di Pamela Mastropietro. A leggere la relazione oggi in Consiglio comunale Marika Marcolini, assessore ai Servizi sociali, che ha risposto all’interrogazione del centrodestra presentata da Andrea Marchiori sulla permanenza del 29enne a Macerata.
In Italia dal 26 agosto 2014, Oseghale viene segnalato come richiedente asilo e inserito in un progetto il primo aprile 2015. Va a Massa Carrara, in un progetto di prima accoglienza dell’Arci. Al Gus arriva nello stesso mese, quando sottoscrive il contratto di accoglienza il 30 aprile 2015. «Fin dal suo ingresso – scrive il Gus – e anche durante tutto l’arco del percorso progettuale, il beneficiario (Oseghale, ndr), ha dimostrato scarsa adesione alle regole e alle condizioni previste nel contratto di accoglienza. Il beneficiario ha inoltre frequentato con scarso interesse e coinvolgimento le attività proposte, in particolare il corso di italiano. Ha frequentato un corso di formazione in pizzeria nel 2015 e un corso da saldatore nel 2016. È stato regolarmente iscritto al Centro per l’impiego di Macerata il 12 aprile 2015 e sono stati attivati tutti i servizi per l’orientamento e l’inserimento lavorativo».
Un percorso che finisce il 7 febbraio 2017, con l’espulsione dal programma di accoglienza. Quattro giorni prima, il 3 febbraio, Oseghale viene arrestato ai Giardini Diaz per spaccio. Così parte la comunicazione del Gus al Comune e poi alla Prefettura: un reato del genere viola il contratto di accoglienza. Viene espulso e poi di lui, il Gus, non saprà più niente. «Dopo l’uscita dal progetto il Gus ha espresso la disponibilità a seguire il soggetto ma Oseghale non ha più chiesto supporto – spiega Marcolini – L’equipe del progetto si rende sempre disponibile, al di là degli obblighi di lavoro, a dare una mano per le pratiche burocratiche e l’aggiornamento dei curriculum o il rinnovo del permesso di soggiorno». Quello che è certo è che il 31 gennaio Oseghale viene arrestato in via Spalato. Nell’appartamento dove Pamela Mastropietro è morta e dove il 29enne viveva pagando l’affitto e senza permesso di soggiorno. Del programma del servizio sanitario per aiutare migranti con problemi di abuso di sostanze, al momento fanno parte due persone. Questi i dati forniti da Marcolini sempre su domanda di Marchiori, che ha inserito la richiesta in calce all’interrogazione.
«Prima del 3 febbraio – chiede Marchiori – nessuno del Gus aveva percepito il rischio che Oseghale non stesse rispettando il contratto di accoglienza? Non lo sappiamo. Sappiamo però che c’è stato un fallimento. Speravo sinceramente che il percorso dentro l’accoglienza fosse stato breve, che non avesse avuto il tempo di integrarsi. Invece c’è stato quasi due anni. Il regolamento Sprar – ricorda Marchiori – dà disposizioni stringenti. Gli operatori devono seguire passo passo la persona, riportando quotidianamente attività svolte ed eventuali problematiche. Invece mentre il Gus percepiva i sussidi per Oseghale lui girovagava per la città, spacciava. E solo perché è stato arrestato il Gus ha ritenuto di segnalarlo al Comune. Un cortocircuito del sistema. Se ci sono solo due persone nei programmi per la droga a fronte delle tante, che sappiamo, spacciano o abusano di sostanze, il sistema non funziona. Guardiamo in faccia, ci sono luoghi dove gli immigrati che fanno parte dei progetti violano la legge e anche il regolamento dell’accoglienza. Non sono soddisfatto di come viene gestito l’intero fenomeno dell’accoglienza. È un problema da affrontare da Comune e Prefettura».
Prima del Consiglio sono state discusse altre due interrogazioni. La prima, presentata da Carla Messi (Movimento 5 stelle), riguardante una palazzina in via Brigata Macerata dove i residenti sono preoccupati per una copertura in amianto (e qui, ha assicurato l’assessore Paola Casoni, ci sarà la segnalazione all’Asur). La seconda, sempre presentata da Andrea Marchiori, sul negozio etnico che da via Morbiducci si è trasferito in viale Carradori e dove i residenti segnalano spaccio, risse e persone ubriache nelle ore serali.
Il Consiglio comunale, a cui hanno assistito per circa un’ora anche gli alunni delle medie del Convitto, è iniziato poi con un minuto di silenzio per Pamela Mastropietro e un altro minuto di silenzio, chiesto dal consigliere Paolo Renna, per le vittime delle Foibe. Il presidente Pantanetti ha ricordato anche le persone rimaste ferite dal raid razzista di Luca Traini.
(foto Fabio Falcioni)
Spaccia a un minorenne, arrestato ai Giardini Diaz L’uomo è tornato libero
Esiste un vuoto normativo e procedimentale per la fase successiva all'uscita volontaria e/o alla revoca della convenzione Sprar. Bisognerebbe prendere atto onestamente che a seguito del venire meno dell'adesione ad un percorso attivo di accoglienza, o per il venire meno della volontà o a seguito di commissione di reati, il soggetto non può essere abbandonato a se stesso, tornando ad una sorta di stato di natura ed in balia dello stato di bisogno. Una convenzione è un accordo bilaterale con diritti e doveri: se l'accolto per volontà o comportamento viola il patto dimostrando di non condividerne il valore, di non comprendere come essere senziente dotato di dignità, dimostrando di voler fare ciò che vuole, proprio in quel.momento va sorvegliato, anche punito. Esistono i diritti dell'uomo ma anche i doveri e questo vale per tutti, senza distinzione di razza, sesso, credenze od opinioni. E bisogna ricordare, sul versante della sicurezza, che hegelianamente, la quantità diventa qualitá e quando ciò sarà, sarà troppo tardi.
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ma davvero.?? scarsa adesione alle regole.??? ma daiii.. strano.. percepiva i sussidi e spacciava.. mmmm.. ancora piu strano..
La domanda dovrebbe allora essere: quanti altri immigrati in questo momento si dedicano allo spaccio di stupefacenti o ad altri reati mentre i centri ai quali sono affidati continuano a percepire i sussidi che li riguardano? La situazione è simile a quella dei parenti che riscuotono la pensione di una persona deceduta. Immigrati, galline dalle uova d’oro ma a volte patate bollenti.
ecco dove vanno a finire i soldi dei contribuenti…ladri!!!
Il Presidente, o Capo dello Stato, della Nigeria ha detto di non accogliere i Nigeriani in quanto quelli che vengono qui sono dei delinquenti. Non sono d’accordo. Almeno non tutti… Non quelli che girano per chilometri con i borsoni vendendo cose impossibili da acquistare e quindi accettano uno, o due euro. Non hanno lavoro, o lo hanno perso.
Però, si chiedono quelli del PD – oggi – insieme ai boldriniani se non si sentono colpevoli di una accoglienza a gogò, senza controlli, di qualsiasi bugiardo che dice di fuggire da guerre e carestie, bene in carne… magari ad ingrossare poi il crimine e forse pure il terrorismo?… Forse che,dopo il lager libico, li mettono per un mese all’ingrasso per farli apparire in forma ai nostri occhi?
Sceneggiate antifasciste e antirazziste a parte, esponenti politici e istituzionali del PD non si sentono un po’ corresponsabili della barbarie operata sulla povera Pamela, a causa della sconsiderata politica dell’accoglienza?
Le foto che, apparse su CM, ci mostrano una giovane che, ignara della sua sorte, dopo poco sarebbe morta e sezionata, mi colpiscono profondamente. Io non perdonerei. Io non perdono. E se fossi stato il padre o il nonno di Pamela avrei cercato la vendetta.
Eccellenza, io non sono un santo che perdona. Vede, persone che sono psicologicamente su di un tono basso, tipo “paura e afflizione”, per salire di tono non vanno su “serenità” che è molto in alto come tono emozionale. Al massino riescono ad arrivare su “collera ed odio”. Quindi, può accadere che si cerca, come sfogo operante, la “vendetta”, o la giustizia vendicativa, o la vendetta giustizialista. Quindi, il comportamento di un Traini si deve vederlo con questa ottica. E’ stato uno sbaglio colpevole, da non vantare, quello di cercare di colpire quegli obiettivi che riteneva responsabili di quella situazione di buonismo verso i migranti incontrollati e incontrollabili… Una situazione che ha portato poi alla soppressione e al vilipendio di Pamela.
Come mi sarei comportato io se Pamela fosse stata mia figlia, o mia nipote?
Perché due padri di figli assassinati dalla droga spacciata da criminali che vengono giustificati, o che “servono”, pure perché la droga illegale, o legale, come qualcuno la vorrebbe, rendere scemi e innocui i giovani, così non danno fastidio al manovratore politico, – mi sto riferendo a Giuseppe Bommarito e a Gaetano Angeletti – invece di rinchiudersi nel dolore apatico, hanno cercato la “vendetta” combattendo la droga con il recupero dei drogati. Una lotta perdente la loro, come è perdente quella della Pars, che è stata messa nel mirino col fatto che ha lasciato andare Pamela. La Pars non avrebbe potuto trattenere Pamela, pena la denuncia. Come veniva anni fa denunciato Vincenzo Muccioli, quando tratteneva i tossico in crisi di astinenza, per non mandarli ancora sulla piazza a morire o a commettere crimini. Chi erano coloro che denunciavano Muccioli, con le giustificazioni che il comportamento di Muccioli ledeva i diritti individuali alla libertà? Erano coloro che volevano una società drogata. Oggi ci sono riusciti ad avere una società drogata fin dalle scuole medie e tentano di continuare ad avere il potere, per distruggere definitivamente la nostra società.
Scarsa adesione alle regole e poco interesse alle attività. Un percorso che finisce con l’espulsione dal programma di accoglienza. Ma tutto questo è stato denunciato alle forze dell’ordine? Se non idoneo non poteva essere rimpatriato? Si può mandare in giro un individuo con queste caratteristiche senza arte nè parte? Questo “programma di accoglienza” ha carattere umanitario o prettamente finanziario? Le risposte al GUS.