Lo stabile di Corneto
«La nostra battaglia giudiziaria è in primis una battaglia di difesa della nostra “moralità professionale” messa in discussione». Inizia così la replica dell’Acsim al comitato di Corneto, per quanto riguarda la querelle sull’affitto della palazzina ex Inail. A parlare è Norma Santori, dirigente dell’associazione che si occupa di accoglienza migranti e moglie del presidente Daniel Amanze. Il punto riguarda l’affidamento in gestione dello stabile tra via Pini e via Bizzarri: da una parte Inail e residenti ritengono che non ci sia stato nessun affidamento all’Acsim, perché prima dell’aggiudicazione definitiva l’ente assicurativo, venuto a conoscenza dell’indagine di Finanza e Agenzia delle Entrate che contestano alla onlus 500mila euro circa di Iva non versata e oltre 3 milioni di ricavi non dichiarati, ha deciso che l’associazione non aveva più i requisiti per affittare lo stabile. Dall’altra l’Acsim invece ritiene di aver tutto il diritto di prendere possesso dello stabile. Il Tar per ora ha dato ragione all’Inail, è pendente l’appello al Consiglio di Stato.
A destra Daniel Amanze
«Il 6 febbraio 2016 alle 17,23 l’Acsim riceveva mail di convocazione per la stipula del contratto fissata alle 14.30 del 1 marzo 2016 – spiega Norma Santori – e riceveva bozza di contratto di locazione. Nel contratto predisposto dall’Inail erano stati imputati all’Acsim costi da sostenere per la riparazione dell’impianto di condizionamento che l’associazione non riteneva di doversi accollare. L’Inail ha così concesso una proroga. Non riuscendo ad effettuare il sopralluogo per valutare lo stato conservativo degli impianti e l’entità dei lavori da effettuare per il ripristino degli stessi causa l’assenza di corrente elettrica nell’immobile, l’Acsim ha chiesto all’Inail di metterla in condizione di fare le verifiche del caso. Il 7 aprile l’Inail ha risposto alla nostra nota promettendo l’attivazione delle utenze e concedendo il termine di 30 giorni per le verifiche». Nel frattempo, però secondo la Santori, sarebbe intervenuto il comitato di Corneto sollevando il caso e solo a quel punto l’Inail si sarebbe ritirata. «Se noi avessimo firmato e poi avessimo sollevato la questione dei lavori di riparazione – continua la dirigente dell’associazione – a quest’ora lo stabile sarebbe stato nostro. Il contratto ce lo avevano inviato e questa non è un’aggiudicazione? Noi non vogliamo cacciare nessuno (riferito agli studenti sfollati del Convitto, che nel frattempo sono stati trasferiti proprio a Corneto, ndr) ma far valere un nostro diritto».
Alessandro Gentilucci, presidente del comitato di Corneto
Risponderà il Consiglio di Stato. Altro punto contestato dall’Acsim tra quelli sollevati dal comitato riguarda la volontà di ospitare nella palazzina una sessantina di immigrati, così da creare, secondo i residenti, una sorta di ghetto. «Fin dal 22 gennaio 2016 l’Acsim – continua Santori – aveva chiesto parere al Comune per comprendere che tipo di struttura residenziale si potesse adibire nell’immobile tra comunità educativa per minori, comunità di pronta accoglienza per minori o centro di pronta accoglienza per adulti . Non potendo far convivere adulti e minori la ricettività sarebbe stata al massimo di 20 accolti. Il comitato appare politicamente orientato ma soprattutto offuscato da un intento di generare odio verso il diverso e apprensione ed allarmismo nella popolazione maceratese». La Santori contesta anche la circostanza (già segnalata dall’Agenzia delle entrate) che la tariffa oraria del suo stipendio fosse sei volte superiore al contratto nazionale e ricorda infine che l’Acsim si occupa di accoglienza e integrazione da anni, senza per questo aver mai creato ghetti. «Fino al 2010 gestivamo 74 appartamenti – conclude – e ogni anno abbiamo accolto fino a 150 persone, ma i maceratesi non se ne so mai accorti. Questo perché noi non abbiamo mai permesso che si creassero ghetti, per questo penso che abbiamo svolto un ottimo servizio per la comunità».
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Dovrebbe, per essere credibile, smentire l’entità dello stipendio della moglie, contestato dalla GdF e proveniente dalle tasche nostre.
Il comitato è politicamente orientato??
É difficile che 400 persone, tanti sono i firmatari che si sono opposti alla concentrazione di immigrati nello stabile di Corneto, siano tutti politicamente orientati!
Fino a quando e fino a che punto vogliono prenderci in giro?
E soprattutto: BASTA con il chiamare in causa l’odio, il razzismo, il fascismo, la politicizzazione a fronte di qualunque situazione in cui i cittadini, semplicemente guidati dalla logica o dal legittimo diritto alla sicurezza, si ribellano a situazioni che in maniera palese le minano! È un’offesa all’intelligenza e alla sensibilità delle persone, davvero basta!
I maceratesi, di qualsivoglia quartiere, NON “generano odio”: odio è ciò che ha spinto alcune persone “accolte e ospitate” a nostre spese (tra cui pare anche una persona gestita da ACSIM) a massacrare una ragazza diciottenne, quello sì che è odio e allo stato puro!
“Apprensione ed allarmismo nella popolazione maceratese” non sono generati da un comitato (costituito non solo da più di 400 firmatari, ma soprattutto da inclinazioni politiche totalmente variegate, sinistra inclusa), bensì dai fatti di cronaca quotidiana e dalle testimonianze di chi vive fianco a fianco di piccoli nuclei di “accolti”. Figuriamoci concentrarne 20 o 40 o 60! Anche fossero 20 persone, come si fa a non definirlo un ghetto in quel contesto specifico di quello stabile, in quel quartiere?
In un articolo pubblicato sul RdC il 21/04/2016 ACSIM dichiarava “noi andremo a traslocare portando nell’ex studentato gli uffici amministrativi, la palazzina sarà la nuova sede”: oggi si cambia versione parlando già di 20 accolti.
Ma dove sono in tutto questo le istituzioni?
Com’è possibile che un intento come quello che ACSIM vorrebbe perpetrare a Corneto debba essere oggetto di una polemica tra l’associazione stessa e i residenti?
Istituzioni locali, dove siete, come regolate la distribuzione di “accolti” nel territorio?
Brava Brava e ancora Brava, Roberta Angelelli!
Ma per rispondere alla sua ultima domanda: dove sono le istituzioni locali, come regolate la distribuzione di ” accolti” nel territorio”, la risposta è piuttosto scontata visto anche l’ultimo Consiglio Comunale: stanno dalla loro parte politica, e del resto non gliene frega, né di Macerata, né di quanti e chi entrino, con tutta la maggioranza lì compatta e compattata a coltivare il proprio orticello elettorale misto a ideologico, non curandosi affatto dei bisogni della cittadinanza che non sa più come far capire loro che la misura è colma e stracolma. Il Sindaco, ormai divorziato da Macerata, ha perso una grandissima occasione. L’ultima. Quella di poter avere l’orgoglio e l’onore , anche in circostanze terribili come quelle dell’ultimo mese, di rappresentare una città che mostra il suo volto autentico , intriso di valori veri e non di moda, che vengono dalla sua storia , dalla sua gente pacifica che ,tutto ha nel sangue tranne il seme dell’odio, dell’intolleranza, e che invece, grazie a lui e loro, magistralmente sono persino riusciti a tirar fuori con la loro insistenza a voler stare ad ogni costo dalla parte minoritaria di una città che per il Primo Cittadino dovrebbe venire prima di ogni altro chiunque sia. Anziché interpretare il sentimento onesto della sua città di fronte all’orrore vissuto col delitto e quant’altro poi d’infierimento su Pamela, Carancini ha scelto, preferito, dare la sua rappresentazione, quella del suo partito, e con lui, tutta la maggioranza al seguito. Eppure, ci sono stati precedenti in cui, fra cui hanno partecipato alcuni di quelli che ancora siedono in Consiglio Comunale, qualche anno fa hanno mandato a casa un sindaco, Anna Menghi: e per cosa poi a confronto?
Istituzioni locali = Prefettura e Comune (la Provincia e gli enti montani, ove esistono, non vengono interessati). La Prefettura, su indicazione del Ministero dell’interno, assegna i migranti ai comuni del suo territorio e i comuni (il sindaco) non possono dire no, non possono trattare. Questo è quanto si ricava dalla lettura degli articolo sull’argomento. Chi sa potrebbe opportunamente correggere e/o integrare quanto sopra.
Ma guarda Iacobini, io altro non so a riguardo se non , che se un sindaco è del Pd, nulla dice contro ma tutto giustifica,mentre sindaci di diverso segno politico si oppongono , almeno per quel che possono , anche a sole parole. Poi, ognuno ha il Sindaco che si merita. Chiaro.
Sono entrato sul sito web ACSIM MACERATA e non ho trovato alcuna traccia di bilancio, stipendi di presidente, vice presidente, dirigenti, ecc..ecc… Come contribuente tartassato da un’imposizione fiscale italiana ai vertici in Europa e, considerato che a differenza di anni fa la nostra provincia era apprezzata per la laboriosità delle sue attività economiche che producevano ricchezza vera, mentre oggi in crisi, rilevo con molto rammarico e disappunto che la maggiore attività provinciale, in quanto ad occupazione ed utilizzo di risorse pubbliche, è diventata quella della cosiddetta “accoglienza” con diverse presunte “onlus” a nostre spese. Dato che la dirigente Norma Santori, coniuge del presidente dell’ACSIM, si picca che “viene messa in discussione la moralità professionale dell’ACSIM” da parte del COMITATO CORNETO” presieduto da Alessandro Gentilucci, cominci lei ad informare, in modo dettagliato ed esaustivo, i cittadini perchè sono loro i finanziatori!!!
Tutti i documenti economici dovranno essere presentati all’autorità preposta al controllo di routine e, eventualmente, all’autorità giudiziaria. Non credo che esista l’obbligo della loro pubblicità totale, ad esempio tramite pubblicazione sul sito dell’associazione.
https://twitter.com/stillgray/status/968849159850573824
Tranquilli: non auspicano il massacro dei bianchi, almeno per ora…
Per Pavoni: nulla vieta che in futuro i bianchi anziani preferiscano una cooperativa alla badante ucraina: de GUStibus non est disputandum. Quindi il massacro non conviene a nessuno.