Business sui migranti,
anche Perigeo e Acsim
nel mirino delle Fiamme gialle

MACERATA - Oltre a quelli del Gus, anche i conti delle altre due associazioni sono stati passati al setaccio dalla Guardia di finanza. Secondo i rilievi tutte e tre avrebbero i connotati di vere e proprie aziende. In totale contestati ricavi non dichiarati per quasi 46 milioni di euro. Denunciati i rappresentanti legali, per loro è stato chiesto un sequestro preventivo di beni pari a oltre 460mila euro

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Migranti sotto la questura

 

di Giovanni De Franceschi

Tre associazioni, fiumi di denaro. Non c’è solo il Gus. L’accoglienza dei migranti a Macerata è diventato un vero e proprio business, secondo la Guardia di finanza. E se è vero che il Gruppo Umana Solidarietà fa la parte del leone, è altrettanto vero che sullo sfondo ci sono anche altre due associazioni: la Perigeo e l’Acsim.  I responsabili delle tre realtà ribadiscono il carattere di onlus, volontariato, insomma niente a che vedere con le finalità di lucro. Tutt’altro secondo gli uomini della fiamme gialle: si tratterebbe di vere e proprie imprese, che hanno come principale fonte di reddito quella di favorire l’integrazione di persone che per qualsiasi motivo scappano dai propri Paesi di origine.

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In prima fila anche Paolo Bernabucci, presidente del Gus

“Riches&Poors”, ricchi e poveri. Questo il nome dato all’operazione della Finanza sul cosiddetto “terzo settore”, partita dopo un anomalo arrivo di migranti a Macerata e il conseguente fiorire di realtà che si occupano di accoglienza. Questi invece i numeri: le tre associazioni, negli anni presi in esame (dal 2011 al 2015) avrebbero nascosto all’erario poco meno di 46 milioni di euro di ricavi, ed evaso l’Iva per sei milioni e rotti. Nel dettaglio: 39.660.028 euro i ricavi non dichiarati dal Gus, 3.219.413 quelli dell’Acsim e 3.052.813 quelli della Perigeo.

 

Guardia-di-Finanza-archivioDenunciati alla procura tutti e tre i rappresentanti legali: Paolo Bernabucci, Daniel Amanze e Laura Bacalini, inoltre a carico dei tre è stato chiesto un sequestro di beni per equivalente pari a 463.832 euro. Mentre solo per l’associazione Gus è stato chiesto alla procura un sequestro di beni pari a 10,4 milioni di euro circa, cioè il corrispettivo di tutte le imposte evase. Questo perché, secondo il nucleo tributario, le operazioni della onlus avrebbero violato «le disposizioni e i vincoli stabiliti dallo statuto e dalle leggi speciali di riferimento» e di conseguenza sarebbero state «attratte nella categoria del reddito di impresa e assoggettate a Iva». Per dirla in in breve il Gus sarebbe diventata un’impresa a tutti gli effetti.

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A sinistra Daniel Amanze

La prima a finire nel mirino nel giugno 2015 è stata la realtà rappresentata da Amanze, di origine nigeriana, in Italia da qualche decina di anni. Gli elementi acquisiti durante l’ispezione, secondo le fiamme gialle, hanno permesso di constatare che l’Acsim avrebbe violato le «disposizioni in materia di associazioni di volontariato» e «utilizzato in maniera indebita i benefici previsti per le onlus». Di conseguenza l’ente sarebbe «decaduto dal regime agevolato sin dal 2011» e avrebbe disatteso gli obblighi di natura dichiarativa in tutti e cinque gli anni esaminati. Sempre secondo la Finanza, insomma, anche in questo caso c’è una onlus che si è trasformata in azienda. Poco meno di 500mila euro l’Iva non versata. L’Acsim inoltre – come anticipato su La Verità da Carlo Cambi che per primo ha parlato dell’indagine della Finanza – ha un contenzioso con l’Inail per l’affitto dell’ex clinica di Corneto, dove avrebbe potuto trasferire una cinquantina di migranti. Il bando risale al 2015, ma quando l’ente assicurativo proprietario dell’immobile è venuto a conoscenza degli accertamenti della Finanza, lo ha ritirato. Da qui la serie di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, che però non sono finiti. Anzi, continuano, quando nel frattempo il terremoto è arrivato a sconvolgere il Maceratese.

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Laura Bacalini, qualche anno fa

Dopo il sisma infatti, il convitto del capoluogo è rimasto lesionato, tanto che per gli studenti è stato necessario trovare un’altra sistemazione. L’Inail ha proposto proprio l’ex clinica di Corneto, ma l’Acsim si è opposta alla scelta, lì vorrebbe portarci i migranti, anche contro le proteste dei residenti che nel quartiere non vorrebbero un centro di accoglienza. E così, giù con altri ricorsi. La terza associazione attenzionata è la Perigeo Ipc Onlus, rappresentata da Bacalini. E con questa, stando agli accertamenti, si chiude il cerchio: altro caso di ente no profit che sarebbe diventato un’azienda grazie all’accoglienza. Per la Finanza le operazioni dell’associazioni sarebbero connotate da «requisiti dell’organizzazione, dell’abitualità e della professionalità», quindi dovrebbero essere soggette a tassazione. Per quanto riguarda l’Iva sono state considerate imponibili anche «le prestazioni di accoglienza profughi eseguite a seguito di convenzioni  stipulate con la pubblica amministrazione». Ulteriori 519.849 euro di Iva non versata.

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