Civita Park, conclusa l’indagine dell’Anac
“Non c’è dolo, agito con continuità
rispetto alle amministrazioni precedenti”

CIVITANOVA - L'Anticorruzione ha ammorbidito la posizione del Comune, pur ravvisando una difformità rispetto al codice degli appalti per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria e ha dichiarato che l'ente ha agito condizionato da scelte precedenti, ma ha operato in buona fede. Resta in piedi l'indagine della procura di Macerata

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Raffaele Cantone

 

di Laura Boccanera

Non c’è dolo nell’operato dell’amministrazione, pur avendo operato in difformità con il principio cardine del codice etico degli appalti. Questo in sintesi il risultato della indagini operate dall’Anac sull’affaire Civita Park. Il consiglio di autorità dell’Anac di Raffaele Cantone ha inviato il riscontro dell’indagine effettuato sulle pratiche e procedure inerenti le opere di urbanizzazione primaria e secondaria connesse alla lottizzazione e lo scorso 8 agosto ha inviato in Comune la propria relazione. Un documento che trapela solo ora e che ammorbidisce la posizione del Comune non ravvisando il dolo.

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Piergiuseppe Mariotti

«L’Anac ha preso atto del fatto che l’amministrazione ha agito con continuità rispetto alle scelte precedenti – commenta il segretario Piergiuseppe Mariotti – e che in parte ne è stata condizionata. Infine pur ribadendo la difformità col principio del codice etico degli appalti sulla procedura attivata con appalto diretto riconosce anche che è stato tutto fatto secondo il principio di tutela dell’interesse pubblico e che si è operato in buona fede». L’indagine dell’Anac parte lo scorso maggio quando Raffaele Cantone scrive al Comune dopo una serie di esposti. Si contestava che le opere di urbanizzazione primaria e secondaria inerenti la lottizzazione fossero state affidate direttamente alla Civita Park anziché predisporre una gara d’appalto. Gli atti dell’indagine dell’Anac sono gli stessi dell’indagine avviata dalla procura di Macerata che ha messo sotto inchiesta tre giunte, risalendo a ritroso dai primissimi atti firmati dalla giunta Marinelli, Mobili e Corvatta. Indagine che è ancora in corso. «Sono tuttora convinto che il Comune abbia agito legittimamente e nella cura e nell’interesse pubblico come anche Cantone ha riconosciuto – aggiunge il segretario nel suo ultimo giorno a Civitanova – l’unico rimorso che ho è che se avessimo avuto più tempo avremmo potuto prestare più cura in alcuni passaggi del procedimento per eliminare le polemiche che ci sono state. Ad esempio la motivazione relativa alla decisione di operare una scelta di affidamento con il contratto di costruzione e gestione poteva essere approfondita ed esplicitata in modo più preciso, oppure supportare la scelta di ridurre la cubatura della fiera con lo studio fatto in seguito da fiere di Genova. In due anni Civitanova si è dotata del più importante impianto sportivo della provincia e tutto è stato fatto secondo il principio della legalità. Questa amministrazione e io stesso quando abbiamo preso contatti con gli allora rappresentanti della Civita Park abbiamo preso tutte le precauzione necessarie. Il certificato antimafia c’era così come tutte le condizioni che legittimavano l’intervento. E questo sia all’inizio che nel 2012 quando c’è stata la proroga e nel 2014 quando abbiamo fatto la variante urbanistica».

 

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