«Non intendo avvalermi della prescrizione, se sono rimasto in silenzio è perché ho fiducia nella magistratura». Replica così Fabrizio Ciarapica al volantino diffuso sul web dalla consigliera Pd Lidia Iezzi (leggi l’articolo) che faceva il verso ai manifesti di Vince Civitanova contro Corvatta e Silenzi. Il leader della civica di destra nel rispondere alla Iezzi fa outing e dichiara che non si servirà della prescrizione in merito alle indagini sulla Civita Park per le quali la Procura di Macerata ha indagato tre giunte.
«Penso che la Iezzi sia mal consigliata – aggiunge Ciarapica – e che venga utilizzata per denigrare ad ogni costo chi fa opposizione seria e costruttiva. Non potrebbe essere diversamente, altrimenti non si spiegherebbe perché, in quattro anni di mandato, si sia distinta per due soli interventi e sempre contro il sottoscritto. Vince Civitanova fa opposizione anche con l’ironia di manifesti e vele, ma soprattutto con studio, mozioni, proposte, ascoltando i bisogni della gente, facendo battaglie e raccolta firme, come quella per difendere il nostro ospedale. Chi amministra dovrebbe avere di meglio da proporre che la brutta copia di un manifesto ma, quando mancano i contenuti, questi sono i risultati». Nel merito dell’indagine sulla Civita Park che vede Ciarapica indagato in quanto assessore della giunta Mobili, il consigliere aggiunge: « il riserbo che ho avuto finora, non è stato di certo dettato da imbarazzo o timori, bensì dal rispetto che nutro per il lavoro, ancora in corso, della Magistratura. Nel merito dell’inchiesta, comunque, tengo a precisare di non aver mai espresso la volontà di avvalermi della prescrizione, ma che attenderò con fiducia e serenità la chiusura delle indagini. Preciso che le contestazione fatte al sottoscritto riguardano una sola delibera, senza impegno di spesa e con i pareri favorevoli di tutti i dirigenti».
(l.b.)
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Nella politica, come nel ciclismo, esistono i capitani ed i gregari e ciascuno si esprime a seconda delle proprie potenzialità. Tra i gregari, però, esistono soggetti intelligenti, che aspirano un giorno a diventare a loro volta capitano ed altri che recitano, invece, il ruolo di puri comprimari (un tempo si chiamavano “portaborracce”). Almeno nello sport delle due ruote qualche volta i gregari gioiscono se con il loro lavoro portano alla vittoria il proprio capitano! Nel nostro caso, assistiamo ad azioni fatte a capocchia, espressione di scadenti qualità politiche (peggio se suggerite da “capitani” in fase senile). Capitani che la politica nostrana – chissà se ne sono accorti – da alcuni anni ha declassato al ruolo di Vice. Si attacca chi sta preparando, con iniziative politiche tra i cittadini, la propria candidatura a Sindaco alle prossime Comunali. Con azioni che tentano di sollevare polveroni e distrarre l’attenzione dei cittadini dai problemi veri – vedi la salvaguardia dell’Ospedale – che saranno al centro della prossima campagna elettorale. E coloro che hanno sostenuto alle primarie (in modo determinante) e alle Regionali il governatore Ceriscioli – fautore dell’ospedale unico provinciale (non previsto nel programma elettorale) – ne dovranno rispondere ai cittadini. Tentativi maldestri, insomma, di sottrarre la maggioranza e la sua cattiva amministrazione alla “sonora batosta” elettorale che i civitanovesi le stanno preparando.
Ma Signora Iezzi,perché si parla di prescrizioni? Prima ci devono essere i processi e prima ancora bisogna essere rinviati a giudizio. Forse dalle vostre parti questi rinvii a giudizio hanno preso di già il posto degli avvisi di garanzia? Se si comunicatecelo, una buona e veloce informazione è sempre auspicabile. Caporaletti parla di gregari ” porta boraccia”, perché e in vena di complimenti, sennò non parlerebbe nemmeno di capitani, al massimo di caporali degradati. AH AH Ah AH AH. Far ridere è più difficile che far piangere! Uah, uah,uah, uah, uah……
Questo passa oggi il convento di Frà Giulio da Velletri. Da quando fu investito dallo “scandalo” di suor Antonella non è più lo stesso. Ve la ricordate la vicenda della suorina che di notte chiusa in cella chattava con il suo “Egidio” – lei si nostalgica – che si fece scappare “parole fuori posto”. Frasi inageuate al ruolo ricoperto: “Quando c’era Lui… Quelli del centro Italia sono i peggiori…” Lei, che seppur giovane era stata chiamata ad occuparsi dell’amministrazione del convento, fu costretta a lasciare l’ordine. Ora sembra si occupi di telecomunicazioni in un “borgo selvaggio”. Il convento è retto dalla badessa Mirella, tante pretese (due pass per il parcheggio) e poche qualità, tanto che le si debbono trasmettere gli interventi ufficiali elettronicamente. Tanti rimpiangono quando il convento era guidato dalla risoluta suor Pina, non aveva grande cultura , ma a quello che c’era da fare provvedeva. Poi c’è la giovane suor Lidia, ambiziosa, con tanta voglia di apparire, ma pasticciona: non le si può affidare un compito che lo sbaglia e rimedia figuracce. Per fortuna che ogni tanto capita in convento, per le impellenze domestiche, il secolare Frà Gazzosa. Perchè è noto, Gazzosa “sta con il frate e zappa (pardon spazza) l’orto”. Per la verità tra le consorelle c’è anche suor Rosetta, che si occupa dello storico teatrino parrocchiale, ma si sa lei ha ambizioni artistiche e il convento le va un po stretto. S’era pure dimessa, ma il solerte Fra’ Giulio le ha riservato una cella più confortevole ed è rimasta, ma non si sa per quanto. Meglio non fare troppo affidamento su Frà Gino, quello arriva in convento solo d’estate per gli “esercizi spirituali”, è abituato a fare di testa propria e non gli si può dire nulla che si offende. Da anni sta dietro ad un cervellotico progetto culturale da proporre ai parrocchiani, che capisce solo lui e nessuno segue. Insomma, un convento poco frequentato che naviga in cattive acque, tanto da indurre Frà Giulio ad amare riflessioni, pare abbia confidato al fedele Frà Gazzosa: “Se va avanti così nel 2017 lo chiudo!”.