Civita Park, ecco chi è l’amministratore:
si chiama Vincenzo Misso, vive a Pescara

CIVITANOVA - Dal 6 novembre 2014 è al vertice della società. Una azienda che si è occupata di costruire Palas, Fiera e Cuore Adriatico e che lo scorso anno aveva un unico dipendente e un capitale di 105mila euro. Ieri la notizia del fallimento

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Il centro commerciale Cuore Adriatico, una delle grandi opere realizzate dalla Civita Park

Il centro commerciale Cuore Adriatico, una delle grandi opere realizzate dalla Civita Park

di Laura Boccanera

Ha 50 anni, è nato a Siena e vive a Pescara, si chiama Vincenzo Misso ed è, dal 6 novembre 2014, l’amministratore unico della Civita Park. Un nome che compare per la prima volta, dopo che per anni si è parlato sempre del costruttore Mauro Mattucci come del deus ex machina costruttore, a Civitanova, del centro commerciale Cuore Adriatico, della fiera e del palas. Una questione forse di rilievo inferiore rispetto al fallimento della Civita Park (leggi l’articolo), ma l’apprendere dal legale dell’imprenditore, l’avvocato Giancarlo Carlone, che il presidente della società non fosse Mattucci, è stato per tutti un giallo inaspettato. Anche perchè il legale ha confermato che Mattucci non è più a capo della Civita Park addirittura dal 2009 e che non ne è neanche più consigliere dall’aprile del 2014 (leggi l’articolo). Infatti l’amministratore unico e rappresentante dell’impresa è Misso, nominato con atto unico lo scorso 6 novembre con durata a tempo indeterminato.

Mauro Mattucci la mattina dell'inaugurazione del Palas

Mauro Mattucci (secondo da sinistra) la mattina dell’inaugurazione del Palas

La Civita Park è iscritta nel registro delle imprese dal 2007 quando l’assetto societario era diverso dall’attuale e ha un capitale sociale di 105mila euro. Ne fanno parte Euroinvestimenti srl per il 90,48% e M-costruzioni srl unipersonale per il 9,52%. Un dato curioso che salta agli occhi sono i dipendenti dell’impresa: nel 2014 un solo dipendente. Dalla nostra indagine sulla società che si è occupata negli ultimi anni delle più importanti edificazioni, emerge che l’azienda nel marzo del 2014 aveva depositato l’accordo di ristrutturazione dei debiti. Il tribunale di Macerata il 3 aprile aveva dichiarato inammissibile tale piano e il giorno seguente era stato depositato un nuovo accordo di ristrutturazione, dichiarato inammissibile a dicembre dello stesso anno, a pochissimi giorni dalla consegna del palazzetto.



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