«Ho aperto le porte a Luca Traini,
mi ha chiesto un’occasione: eccola»

CORRIDONIA - Siamo stati nell'azienda dove da lunedì il 36enne inizierà il suo lavoro dopo la scarcerazione. Il titolare, Fabio Porfiri: «Ci ha fatto contattare dal papà e dal fratello. Ci è stato chiesto se potevamo fare qualcosa e non ci siamo tirati indietro. Un giorno durante un permesso premio l’ho portato a pranzo fuori. Abbiamo chiacchierato e mi è piaciuto, era motivato, aveva voglia di rimettersi a posto e risarcire le vittime, il suo debito lo vuole pagare fino in fondo»

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Fabio Porfiri stamattina nel suo ufficio

di Francesca Marsili

Lunedi scorso, per Luca Traini, si sono aperte le porte del carcere, dopo sette anni, per aver sparato a 6 migranti ed è tornato libero. Lunedì prossimo, invece, sarà il giorno della sua nuova vita lavorativa: è stato assunto nell’azienda Porfiri di Colbuccaro di Corridonia, leader nel settore del taglio laser delle lamiere.

«Appena uscito dal carcere è venuto qui in azienda accompagnato da suo padre – racconta l’amministrare dell’azienda Fabio Porfiri – felicissimo mi ha detto: “posso iniziare subito”». Di comune accordo con gli altri quattro fratelli, Fabio Porfiri ha scelto di a dare a Luca Traini, oggi 36enne, un’opportunità lavorativa, anche con l’obiettivo del reintegro nella società.

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Luca Traini

«Lo abbiamo conosciuto ancora prima che compisse quel gesto – spiega -, era venuto a chiedere lavoro. Poi, circa due anni fa, nell’ipotesi di una libertà, si è ricordato di noi e ci ha fatto contattare dal papà Enzo e dal fratello Mirco. Ci è stato chiesto se potevamo fare qualcosa e non ci siamo tirati indietro. Un giorno, durante un permesso premio, l’ho portato a pranzo fuori. Abbiamo chiacchierato e mi è piaciuto, era motivato – aggiunge Fabio Porfiri -, aveva voglia di rimettersi a posto e risarcire le vittime, il suo debito lo vuole pagare fino in fondo. A tavola mi ha detto: “se mi dai la possibilità mi impegnerò”. Ho risposto: “va bene, ci proviamo, la porta te la apro”».

Un iter complesso quello che l’azienda ha dovuto seguire per l’assunzione a tempo indeterminato di Traini, che ha contribuito a far accogliere al tribunale di Sorveglianza la richiesta di affidamento in prova a Servizi sociali avanzata dal suo legale Sergio del Medico. A spingere i proprietari della Porfiri ad assumere Luca Traini la profonda convinzione «che bisogna darsi una mano» aggiunge Porfiri.

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La via in cui è tornato a vivere Luca Traini a Tolentino (Falcioni)

Un paio di mesi fa la possibilità dell’uscita dal carcere inizia a concretizzarsi. «Avevo il sentore che qualcosa si stesse muovendo, i rapporti con le forze dell’ordine si erano infittiti – prosegue l’amministratore -. Precedentemente aveva avuto esperienze come fabbro, un lavoro diverso. Ora avrà bisogno di un periodo in cui imparerà ad usare le macchine per la pressopiegatura e lo stampaggio lamiera in un piccolo reparto, dove può essere seguito bene».

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Il macchinario a cui sarà addetto Traini da lunedì

Come anticipato lunedì da Cronache Maceratesi quella di ieri per Luca Traini è stata la prima giornata a casa dopo sette anni trascorsi in carcere, a seguito della condanna a 12 anni per strage con l’aggravante dell’odio razziale. In virtù del suo nuovo impiego, proprio ieri mattina è uscito dalla sua abitazione a Tolentino per andare all’Ufficio esecuzioni penali esterne di Macerata per sbrigare le pratiche per il lavoro. Il giorno prima era andato a comprare un cellulare e ha preso un nuovo numero di telefono. Ad accompagnarlo sempre il padre Ezio che lo aveva atteso fuori dal carcere di Barcaglione. 

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L’avvocato Sergio Del Medico

«Nel percorso che lo ha portato ad ottenere la scarcerazione con l’affidamento in prova ai Servizi sociali, hanno contribuito la famiglia e anche gli operatori che lavorano nel carcere di Barcaglione, ad Ancona». Lo sottolinea l’avvocato di Traini, Sergio Del Medico, che aggiunge: «Se Luca oggi è così lo deve per il 70 percento alle persone che lo hanno supportato. Ci tengo a complimentarmi con il fratello, Mirco, per quello che ha fatto per lui. Devo dire che il personale del carcere di Barcaglione è stato di una competenza rara, ha fatto un ottimo lavoro».

Luca Traini è riuscito ad ottenere la scarcerazione con alcune prescrizioni come quella di restare nella sua abitazione dalle 22 alle 7.

 

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